PDF N. 30 - Liceo Classico Ragusa
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18 IL LICEO CLASSICO OGGI E … DOMANI<br />
ca stigmatizza con perfida ironia ogni maldestro tentativo di frammentare,<br />
di rimpicciolire e, in definitiva, di mortificare (e senza volere sono<br />
andato a finire in un anticlimax!) cose che invece possono essere apprezzate<br />
solo se mantenute nella loro originaria e necessaria integrità.<br />
Tornando velocemente alla breve lista delle cose problematiche sulle<br />
quali saremmo tentati di fermare la nostra attenzione, ovviamente per<br />
meglio intenderne la genesi e i limiti, potremmo tornare a discutere dei<br />
“cicli scolastici”, a proposito dei quali non si è mai capito perché, nel ristretto<br />
ambito cronologico di appena due lustri, si sono sostenute posizioni<br />
esattamente antitetiche o, comunque, molto distanti fra di loro, come<br />
se la scuola italiana non avesse di meglio da fare che trastullarsi in<br />
seriosi agoni fra improvvisati campioni di opposti indirizzi di “ingegneria<br />
scolastica”, mentre “per li rami” della complessa organizzazione della<br />
istruzione pubblica si sperimenta, a tutti i livelli, un tristissimo momento<br />
di disorientamento e di preoccupante calo di tensione.<br />
Fra latinisti ci possiamo concedere di ricordare ai non pochi giovani che<br />
stanno condividendo in questo auditorium le nostre riflessioni quello che<br />
accadeva nelle scuole di retorica della prima età imperiale, quando accademicamente<br />
ci si interrogava se fosse giusto uccidere il tiranno (e su<br />
questo tema si sviluppava un ampio e ardimentoso confronto dialettico!)<br />
fuori da quelle scuole nessuno avrebbe avuto il coraggio neppure di nominare<br />
il tiranno, non essendoci più spazi dove poter esercitare<br />
l’autonomia politica e la libertà di coscienza. S’intende che il riferimento<br />
vale solamente ad evidenziare la distonia, tangibile senza tanta fatica, fra<br />
le tensioni, le pulsioni e le perplessità della scuola militante e il problematico<br />
contesto esterno, di non proprio esaltante consistenza.<br />
Si accennava poco sopra alla questione dei “cicli scolastici” e si diceva<br />
quanto fosse arduo (almeno per me) comprendere il perché, a supporto<br />
dell’ennesima proposta pertinente alla durata della scuola di base, una<br />
schiera di pedagogisti non esitava a sostenere posizioni teoretiche che<br />
una decina di anni addietro altri noti studiosi avevano tenuto in pochissimo<br />
conto sulla base di studi scientificamente accreditati sul versante della<br />
psicologia dell’età evolutiva e della didattica.<br />
CHRONOS<br />
QUADERNI DEL LICEO CLASSICO "UMBERTO I"<br />
DI RAGUSA