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PDF N. 30 - Liceo Classico Ragusa

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48 LUCILIO E LO STOICISMO<br />

con l'osservazione della sua efficacia in fasi storiche diverse o in ambiti<br />

differenti, cioè da un punto di vista diacronico e sincronico. Si vedano le<br />

osservazioni sulla oscillazione tra “ae” ed “e” a proposito dell'agg. obscaenum,<br />

in un passo (VII, 96) dove si cita il nome di Lucilio (... Lucilius<br />

scribit: “Cecilius pretor ne rusticus fiat”), o quelle fatte a proposito del<br />

passaggio di s in r o sul v intervocalico.<br />

Di particolare rilevanza, ai fini del nostro discorso, è un passo (VI, 36),<br />

in cui troviamo espressa una teoria grammaticale, per la quale le parole,<br />

mediatamente o direttamente, sono riconducibili a “verba primigenia”,<br />

cioè a “verba quae non sunt ab aliquo verbo, sed suas habent radices”.<br />

Già da questa sola citazione non c'è chi non veda la possibilità di un<br />

proficuo accostamento a questo passo varroniano del verso 1111 M., di<br />

cui stiamo cercando di investigare il significato.<br />

Da ogni “verbum primigenium” - precisa Varrone - derivano numerosissimi<br />

“verba declinata”, cioè quelle parole che “ab alio oriuntur” 24 , addirittura<br />

cinque milioni da ognuna delle parole primigenie.<br />

Ma dalla lucerna di Aristofane Varrone passa tosto a quella di Cleante,<br />

ovvero alla filosofia, perché meglio venga illuminata la “ratio” ultima<br />

delle parole, per conseguire la quale di molta utilità può essere l 'onomatopea<br />

(per cui res cum sono versi aliqua similitudine concinat), che più<br />

volte 25 viene chiamata in causa a gettare luce su alcune di quelle parole<br />

primigenie, la cui origine costituiva (e costituisce ancora) un problema<br />

non facilmente solubile.<br />

Certo non sempre le ombre furono diradate, ché anzi talora le cose finirono<br />

per ingarbugliarsi di più, ma i successi non furono pochi, anche per<br />

merito della tradizione stoica che fornì a Varrone un vigoroso orientamento<br />

teoretico e di metodo.<br />

Alla luce di queste ultime considerazioni, si potrebbe ipotizzare che nel<br />

verso di Lucilio in questione si parlasse proprio di questi “verba primige-<br />

24 Varro, De l. L. VI, 38.<br />

25 Varro, De l. L. V, 96, 78; VI, 67; VII, 101.<br />

CHRONOS<br />

QUADERNI DEL LICEO CLASSICO "UMBERTO I"<br />

DI RAGUSA

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