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PDF N. 30 - Liceo Classico Ragusa

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42 LUCILIO E LO STOICISMO<br />

ragion per cui Zenone, nella sua Logica, sentì la necessità di analizzare<br />

non solo le forme e le leggi del pensiero, ma anche quelle del linguaggio<br />

(S.V.F. I, 148; II, 894).<br />

Tra il pensare e il parlare c'era per gli Stoici un nesso inscindibile, per<br />

cui chiarire, attraverso la dialettica e la retorica, le forme e le leggi del<br />

pensiero, comportava una rigorosa analisi della forma linguistica, cosa<br />

che fece appunto Zenone, che, come dice il Pohlenz 14 «quando esamina i<br />

modi del pensiero ha sempre davanti a sé la forma che essi assumono attraverso<br />

l'espressione linguistica”.<br />

Date queste premesse, si comprende agevolmente come, fin dal suo nascere,<br />

la Stoà abbia prestato particolare attenzione ai fatti della lingua,<br />

molto più dei Sofisti del V sec. a. C., di Platone (Crat. 424; Theaet. 202<br />

sgg.) e degli Alessandrini, approdando molto presto alla sistematica teoria<br />

grammaticale di Diogene di Seleucia, detto il Babilonese, che però<br />

non poco fu debitore di Zenone, al quale in vero risale la prima sistemazione<br />

e organizzazione delle riflessioni degli Stoici sul linguaggio.<br />

Zenone partì direttamente dall'analisi dell'espressione linguistica e, richiamandosi<br />

ad intuizioni platoniche (Sofista, 261 d - 262 d) ed aristoteliche,<br />

distinse nella dialettica (una delle due parti della logica) la parte<br />

che tratta dei “significanti”, shmaÍnonta, (il complesso dei suoni che<br />

formano una parola), da quella che si occupa delle “cose che vengono<br />

significate”, shmainoémena, che non hanno cioè esistenza concreta, ma<br />

esistono solo nella nostra lingua, sono solo un enunciato, un lektoén.<br />

Ovviamente preliminari furono in Zenone le osservazioni sulla voce<br />

umana, intesa come qualcosa di materiale, capace cioè di esercitare<br />

sull'orecchio un'azione fisica, come in passato aveva sostenuto Aristotele<br />

15 , che aveva già assimilato la voce all'aria (plhghè tou% a\napneomeénou<br />

a\eérov) proprio come farà Zenone, che parlerà di a\hèr peplhgmeénov (fr:<br />

74).<br />

14 M. Pohlenz, op. cit. p. 18.<br />

15 Aristot. De Anima, II,8.<br />

CHRONOS<br />

QUADERNI DEL LICEO CLASSICO "UMBERTO I"<br />

DI RAGUSA

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