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Canetti ciano piedino:Canetti.qxd - Andrea Nanetti, Ph.D.

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L’originale del privilegio Religiosam vitam di papa Gregorio X<br />

gneto e un terreno da otto moggia di seminativo siti nel χωριό/casale di<br />

Σκλαβοβάθεια («in chorio qui dicitur Sclavovathya»); il προάστειον («prastrum»)<br />

di Licasti, con una vigna ivi sita che era stata loro donata da Suadinus e<br />

dal di lui fratello; metà del προάστειον chiamato Vradiarium con due vigne e una<br />

casa in cui stava Nicolaus Straticus, il tutto lasciato loro dallo stesso Nicolaus.<br />

Inoltre vengono loro concessi: l’altra metà di quello stesso προάστειον in cambio<br />

di quella rendita annua di tre lire e cinquanta iperperi manuelati, che il monastero<br />

riceveva dalle entrate del κομμέρκιον di Creta («propter illas tres libras et quinquaginta<br />

manitos, quos Graecorum tempore habebatis de comerclo»); il monastero<br />

di S. Salvatore [di Candia] / του Αγίου Σωτήρος 110 , con un adiacente terreno<br />

donato loro da Syryt («monasterio sancti Salvatoris de … et parum terre iuxta<br />

eum, quam vobis exhibuit Syryt»); il προάστειον detto Solopulum e una vigna<br />

posta nel χωριό detto Ycania, il tutto offerto loro da Giorgio Morosini con un<br />

campo sito nello stesso προάστειον arabile con un paio di buoi in un giorno<br />

(«agrum similiter duorum bovum eratium in eodem prastro»); la vigna che fu di<br />

Muscatus, e tre pezze di terra coltivate a vigneto, delle quali una sita nel χωριό<br />

Sconaui e due nel χωριό detto Piscia, vigne date loro dal monaco Leonditus a Restis;<br />

un’altra pezza di terra coltivata a vigneto sita nello stesso χωριό di Piscia<br />

che era stata data loro da Demetrio Enigimanus; una vigna e un mulino offerti<br />

loro da Teodoro Yueropulus nel χωριό detto Stratos; quella vigna data loro da<br />

Michele Fanti nel χωριό di Αγία Παρασκευή («in Sancto Paraschevi»); una vigna<br />

nel χωριό di Στεριανό («in chorio Stiriami») 111 data loro dal chierico Catacalus;<br />

un agrumeto («zardinum») dato loro da Basilio Darminus e sito fuori del borgo<br />

di Candia e del μετόχιo/dipendenza del monastero («extra burgum Candidae et<br />

Metocchij») 112 ; la chiesa di S. Simeone / του Αγίου Συμεών sita nel borgo di<br />

Candia; il mulino già di Scolaturius; ventiquattro πάροικοι/coloni («paranchos»),<br />

che avevano al tempo dei greci, e oltre a questi altri sei. A questo si aggiunge la<br />

concessione dell’esenzione perpetua da ogni imposta («ab omni angaria et exactione»)<br />

sui suddetti beni nonché dell’esenzione dal pagamento del κομμέρκιον<br />

(«sine ullo comerclo») per l’esportazione fuori Creta dei prodotti di quei terreni,<br />

e cioè formaggio, rascia e feltro, cera, incenso e olio 113 . Questi riferimenti alla<br />

documentazione si perderanno poi, come si è già illustrato, nelle bolle pontificie,<br />

dove i beni saranno elencati in modo incompleto e molto meno puntuale; anche<br />

se, come lascia ben ipotizzare l’iter burocratico di produzione dei privilegi pon-<br />

110 Cfr. ΤΣΙΡΠΑΝΛΗΣ, Ο Ιωάννης Πλουσιαδινός cit., che ipotizza sia la chiesa/monastero του<br />

Χριστού Κεφαλά abitata da monaci sinaiti nel 1320 nella città di Candia; confermato da<br />

ΤΣΟΥΓΚΑΡΑΚΗΣ, Βυζαντινά μοναστήρια cit., p. 21.<br />

111 Non comparirà nel citato privilegio di Onorio III del 1217 ma solo nelle concessioni del<br />

1226.<br />

112<br />

BORSARI, Il dominio cit., p. 14, n. 17 separa i due genitivi ed interpreta il secondo come un<br />

nominativo plurale, aggiungendo all’elenco un generico “dei μετόχια” che non convince, non foss’altro<br />

che per l’estrema puntualità descrittiva degli altri elementi in elenco, espressi all’accusativo.<br />

113 L’elenco delle proprietà sianiatiche in Creta è parzialmente commentato in BORSARI, Il dominio<br />

cit., pp. 14-15, n. 17, e p. 117, che lo riprende da TAFEL – THOMAS, Urkunden cit., II, n. 233,<br />

pp. 146-150.<br />

Estratto da Studi di storia del cristianesimo. Per Alba Maria Orselli, a cura di Luigi <strong>Canetti</strong>,<br />

Martina Caroli, Enrico Morini, Raffaele Savigni, Ravenna, Longo, 2008<br />

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