Canetti ciano piedino:Canetti.qxd - Andrea Nanetti, Ph.D.
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L’originale del privilegio Religiosam vitam di papa Gregorio X<br />
chiedendo ragione delle nefandezze che gli erano state riferite riguardo all’operato<br />
di quell’arcivescovo 135 . Anche qui la connessione con la congiuntura internazionale,<br />
pur non essendo perfettamente evidente, è quanto meno peculiare se<br />
si pensa al fatto che nello stesso 1232 il patriarca Germano II di Nicea aveva in<br />
corso una corrispondenza con papa Gregorio IX relativamente alla possibilità di<br />
unione delle loro chiese 136 .<br />
Comunque il monastero del Sinai conservò la proprietà dei propri beni cretesi<br />
anche in questo travagliato periodo di incerta transizione istituzionale; forse non<br />
stigmatizzabile unicamente, come sembra suggerire Fedalto (1973 e 1981), nelle<br />
responsabilità dell’arcivescovo latino Giacomo Viadro, che avrebbe portato la<br />
vita dei monaci alla soglia dell’estrema indigenza 137 . Più avanti infatti, nel corso<br />
del secolo XIII, resta pienamente dimostrata la proprietà reale dei beni cretesi dei<br />
Sinaiti, come mostra la documentazione citata da Borsari (1963), che prende<br />
tutto il suo valore però solo se vien messa in relazione ai beni, di cui alla concessione<br />
ducale del 1212 e di cui al privilegio di Onorio III del 1217 rinnovato<br />
da Gregorio X nel 1274. Nel Catasticum ecclesiarum et monasteriorum la registrazione<br />
«Vradiari, quod tenent Sinaiti» datata 1268, 3 giugno 138 , ci riconduce<br />
a quel προάστειον chiamato Vradiarium della concessione del 1212. Ancora in<br />
data 1280, 8 ottobre, quando Giorgio, economo delegato all’amministrazione<br />
dei beni di Candia dei monaci del Sinai, affittò a Niceforo Condoyorghi per cinque<br />
anni tutta la terra e la vigna che il monastero aveva in «Sclavovathia», il riferimento<br />
va cercato nelle quattro pezze di terra coltivate a vigneto e nel terreno<br />
da otto moggia di seminativo siti nel χωριό/casale di Σκλαβοβάθεια della concessione<br />
del 1212; di cui quest’ulteriore testimonianza offre i dati per quantificarne<br />
la rendita: l’affitto della terra valeva venticinque misure cretesi di frumento<br />
da corrispondersi ogni anno al tempo del raccolto, mentre per la vigna si doveva<br />
dare la metà «tocius musti» e il «fructum super patitirium». Lo stesso economo<br />
Giorgio nel 1281, 12 febbraio, affittò per dieci anni a Viviano de Plovan abitante<br />
nel casale «Sylopulo» due mulini, uno sito nel casale «Machrantico» e uno nel<br />
luogo detto San Nicola per otto iperperi al mese, impegnadosi a macinare per i<br />
monaci senza spese fino a settantotto some di frumento all’anno oltre a due pite<br />
mensili; questi mulini trovano riscontro in quello del χωριό chiamato<br />
Μακρυτοίχος e in uno di quelli del χωριό chiamato Άγιος Νικόλαος presenti nel<br />
privilegio di Onorio III del 1217 e nel suo rinnovo concesso da Gregorio X nel<br />
1274 139 . Un’altra registrazione del citato Catasticum ecclesiarum et monasterio-<br />
135 Si vedano Acta Gregorii IX cit., pp. 255-256 e Les registres de Grégoire IX. Recueil des bulles<br />
de ce pape…, ed. L. AUVRAY, 4 voll., Paris 1896-1955, n. 1013.<br />
136 Si veda SETTON, The Papacy and the Levant, cit. I, p. 58, n. 59, che si basa su AUVRAY, Resistres<br />
de Grégoire IX cit., I, nos. 803-4, cols. 502-503 e nos. 849, 1316.<br />
137 Cfr. FEDALTO, La chiesa latina cit., pp. 384-387.<br />
138 Cfr. Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, Ms. Marc. lat. cl. IX, n.179 (3284), f. 5v.<br />
139 Cfr. Leonardo Marcello notaio in Candia 1278-1281, a c. di M. Chiaudano e A. Lombardo,<br />
Venezia, Il Comitato Editore, 1960 (Fonti per la storia di Venezia. Sez. III. Archivi notarili), doc.<br />
271 (pp. 97-98) e 465 (pp. 159-160).<br />
Estratto da Studi di storia del cristianesimo. Per Alba Maria Orselli, a cura di Luigi <strong>Canetti</strong>,<br />
Martina Caroli, Enrico Morini, Raffaele Savigni, Ravenna, Longo, 2008<br />
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