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<strong>Centro</strong> <strong>Studi</strong> <strong>sul</strong> <strong>Federalismo</strong><br />

Simona Calissano<br />

“L’Europa in prima pagina.<br />

Il giornalismo europeista e federalista nel secondo dopoguerra”<br />

conclusiva dei lavori del congresso del Partito socialista, pubblicata il 30 novembre<br />

1944 su “L’Avanti!”, la quale affermava l’appoggio dei socialisti “ai movimenti che<br />

agitano, senza mire interessate, l’idea di una Federazione di popoli europei, fondata<br />

<strong>sul</strong>l’esigenza popolare di stabilire un’unità economica e politica superiore agli stati e ad<br />

ogni forma di autarchia nazionale” 33 .<br />

Dell’ottavo e ultimo numero clandestino si occupò Rollier, dal momento che<br />

Spinelli era impegnato a tessere i rapporti con gli altri federalisti, prima in Svizzera e<br />

poi in Francia. Vi collaborarono Rossi (il quale dedicò il suo intervento alla Conferenza<br />

di San Francisco e all’ONU), l’azionista Mario Del Pra (che entrò in polemica con la<br />

DC e il Partito liberale in merito alla centralità del ruolo del CLN nella future istituzioni<br />

post-belliche), Ignazio Silone (con scritti già apparsi su “L’Avvenire dei Lavoratori” da<br />

lui diretto) e, probabilmente, Adriano Olivetti (<strong>Federalismo</strong> integrale).<br />

Infine, molteplici erano gli interventi che testimoniavano l’intenso scambio di<br />

riflessioni e progetti tra i federalisti italiani e quelli francesi: com’è noto, dopo aver<br />

“gettato le reti” in terra elvetica, Spinelli e Rossi avevano avviato un intenso dialogo<br />

con i movimenti antifascisti francesi e, segnatamente, col Comité français pour la<br />

fédération européenne, sorto a Lione nella primavera del 1944, sfociato nella<br />

Conferenza federalista europea organizzata da Spinelli, Ur<strong>sul</strong>a Hirschmann, Albert<br />

Camus, Emmanuel Mounier, André Philip, Ferrat ed altri esponenti del Comité nel<br />

marzo 1945, a Parigi.<br />

“L’Unità Europea” clandestina fu per ovvi motivi un foglio dalla struttura molto<br />

semplice, costituita da quattro (e poi otto) pagine e con una grafica essenziale; dopo la<br />

Liberazione, la pubblicazione assunse le caratteristiche comuni alla stampa dell’epoca.<br />

Il numero delle pagine raddoppia, la grafica si fece più elegante, vennero introdotte le<br />

vignette. Si tratta a tutti gli effetti di un foglio politico, militante, il quale, tuttavia,<br />

intendeva distaccarsi nel programma e nel metodo dai partiti tradizionali, introducendo<br />

un significativo elemento di propaganda attiva, continua, fondata <strong>sul</strong> dialogo e la critica<br />

costruttiva e su una diversa concezione relativa alle relazioni internazionali, compreso il<br />

ruolo dell’Italia: originalità tanto più evidente se la si contestualizzava nella la peculiare<br />

situazione politica della Ricostruzione.<br />

33 Cfr. “L’Unità Europea”, n. 7, novembre-dicembre 1944, p. 3.<br />

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