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<strong>Centro</strong> <strong>Studi</strong> <strong>sul</strong> <strong>Federalismo</strong><br />
Simona Calissano<br />
“L’Europa in prima pagina.<br />
Il giornalismo europeista e federalista nel secondo dopoguerra”<br />
politico e uno spostamento di interessi e di impegni dagli sterili quadri nazionali della<br />
lotta politica al quadro europeo”.<br />
La rivista, chiaramente ispirata alla concezione hamiltoniana del “The<br />
Federalist”, costituiva uno degli strumenti utilizzati da Albertini al fine della<br />
realizzazione di una reale e permanente autonomia della forza federalista. In questo<br />
senso è opportuno richiamare i diversi approcci del docente pavese e di Spinelli, i quali<br />
produssero agli inizi degli anni Sessanta una divergenza strategica sostanziale. Per<br />
Albertini, infatti, il federalismo si esprimeva in un comportamento autonomo da<br />
trasmettere attraverso la cultura: da questa costante e libera attività di formazione<br />
sarebbe sorta la politica di domani. Il federalista pavese, del resto, era un insegnante di<br />
stampo “socratico”: credeva molto nei giovani, nell’importanza e nella funzione<br />
educativa e conoscitiva del dialogo. In questo senso, la sua concezione, e lo stesso modo<br />
d’intendere una rivista erano molto diversi da Spinelli, secondo il quale una<br />
pubblicazione era essenzialmente uno strumento politico, finalizzato a svolgere attività<br />
di propaganda federalista nel presente, in un dato momento: bisognava cioè proporre<br />
un’azione concreta e contingente, attirando persone disposte a metterla in pratica,<br />
invece di attendere, attraverso una lenta e paziente attività culturali e d’insegnamento,<br />
un cambiamento per il futuro.<br />
Albertini, com’è noto, aveva sino a quel momento sostenuto apertamente<br />
Spinelli e la sua linea, fondata <strong>sul</strong>la critica serrata al funzionalismo dei Trattati di Roma<br />
e <strong>sul</strong>l’iniziativa “dal basso” da parte del popolo europeo; a partire dal 1960-61, tuttavia,<br />
si verificò una frattura, in quanto il federalista pavese decise di non seguire Spinelli<br />
nella sua nuova strategia, finalizzato al rinnovato ruolo di “consigliere del principe” (nei<br />
confronti delle forze socialiste in particolare). Albertini, infatti, ancora convinto<br />
dell’importanza dell’azione politica da condurre attraverso i gruppi di militanti, assunse<br />
la leadership del MFE italiano per proseguire la battaglia intrapresa attraverso il<br />
Congresso del popolo europeo e realizzare una forza federalista completamente<br />
autonoma, non solo <strong>sul</strong> piano politico, ma anche organizzativo e finanziario 128 .<br />
Il primo numero della rivista, nel giugno 1959, si aprì col rapporto politico<br />
presentato durante la seconda sessione del Congresso del Popolo Europeo (Lione, 23-25<br />
128 Sull’argomento cfr. Sergio Pistone, I movimenti per l’unità europea in Italia, in I movimenti per<br />
l’unità europea 1954-1969, cit., p. 41 e sgg; Id., Le scelte di Spinelli e Albertini dopo l’esaurimento del<br />
Congresso del Popolo Europeo, nella introduzione alla riproduzione anastatica di “Popolo Europeo”, pp.<br />
19-22.<br />
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