10 meramente economico ad attore soci<strong>al</strong>e. I risultati di un’azienda non si an<strong>al</strong>izzano più soltanto in termini economici ma anche in termini di responsabilità soci<strong>al</strong>e ed ambient<strong>al</strong>e: si pensi infatti a qu<strong>al</strong>e perdita economica può portare il danno <strong>al</strong>l’immagine ed <strong>al</strong>la reputazione di un’azienda indotto da comportamenti soci<strong>al</strong>mente o eticamente riprovevoli. Il libro verde della Commissione europea del 2001 ha definito la responsabilità soci<strong>al</strong>e d’impresa “l’integrazione volontaria delle problematiche soci<strong>al</strong>i ed ecologiche nelle operazioni commerci<strong>al</strong>i e nei rapporti delle imprese con le parti interessate”. La strategia comunitaria di promozione della responsabilità soci<strong>al</strong>e d’impresa è rivolta non solo <strong>al</strong>le Istituzioni europee ed agli Stati membri, ma anche <strong>al</strong>le parti soci<strong>al</strong>i, <strong>al</strong>le associazioni d’impresa e dei consumatori, nonché <strong>al</strong>le singole imprese ed <strong>al</strong>le Pubbliche Amministrazioni. Non sembri strano, pertanto, se il Commissario Europeo Mario Monti il 13 dicembre 2003 (Università Bocconi, Milano) ha affermato che investire nei temi della responsabilità soci<strong>al</strong>e significa essere più competitivi e messo in ris<strong>al</strong>to che se la qu<strong>al</strong>ità è ed era un “must” per la competitività delle imprese, la sfida in questo nuovo millennio consiste nel promuovere uno sviluppo sostenibile, ossia nel re<strong>al</strong>izzare uno sviluppo che soddisfi i bisogni della generazione presente senza pregiudicare quelli delle generazioni future. Non essere soci<strong>al</strong>mente responsabili significa perdere quote di redditività, poiché la responsabilità soci<strong>al</strong>e promuove la reputazione dell’azienda e tende a fidelizzare sempre più la clientela. I risultati della Responsabilità Soci<strong>al</strong>e dell’impresa, nel lungo periodo, consistono nella fidelizzazione della clientela, nel mantenimento dei t<strong>al</strong>enti, nel miglioramento dei legami con clienti e fornitori ed una migliore gestione delle relazioni aziend<strong>al</strong>i in nome di una maggiore coesione soci<strong>al</strong>e. Anche se apparentemente difficile, quasi contraddittorio, il connubio fra etica e profitto è possibile e le aziende che hanno promosso la solidarietà soci<strong>al</strong>e, sostenendo il volontariato, promuovendo e finanziando progetti a sostegno della collettività, mostrando rispetto per i temi dell’ambiente ed adottando politiche di v<strong>al</strong>orizzazione delle risorse umane sono spesso quelle che hanno ottenuto anche le migliori performance economiche. “ I princip<strong>al</strong>i fattori di competitività non sono soltanto le tecnologie, le strutture, ma soprattutto il capit<strong>al</strong>e umano, e con esso l’intelligenza, le capacità, l’adattabilità, la fidelizzazione e la capacità del mangement nel prevenire e rispondere <strong>al</strong>le mutevoli esigenze del mercato. Le imprese più competitive saranno quelle che più avranno investito nel loro capit<strong>al</strong>e intellettu<strong>al</strong>e. La Corporate Soci<strong>al</strong> Responsabilità individua nel capit<strong>al</strong>e umano uno degli stakeholders che maggiormente possono determinare il successo dell’impresa; gli obiettivi di crescita profession<strong>al</strong>e, competenza, soddisfazione e fidelizzazione delle proprie risorse umane dovranno dunque essere perseguiti d<strong>al</strong>l’azienda come forma di princip<strong>al</strong>e impegno soci<strong>al</strong>e. L’azienda deve conoscere i propri dipendenti, così come questi ultimi devono conoscere la propria azienda. La trasparenza, la partecipazione <strong>al</strong>le scelte aziend<strong>al</strong>i, la determinazione del livello di soddisfazione del dipendente, la formazione, le azioni positive per consentire, per esempio, una migliore conciliazione <strong>lavoro</strong>\famiglia, le pari opportunità, ecc. sono concetti che devono permeare la filosofia di un’azienda soci<strong>al</strong>mente responsabile determinandone una nuova identità, un nuovo ruolo soci<strong>al</strong>e e, verosimilmente, il successo anche economico. La legge francese impone <strong>al</strong>le aziende con più di 300 dipendenti la redazione di una rendicontazione soci<strong>al</strong>e con esclusivo riferimento <strong>al</strong>l’area del person<strong>al</strong>e, considerato il princip<strong>al</strong>e e costitutivo stakeholder di ogni impresa. In It<strong>al</strong>ia non esistono obblighi di legge e pertanto l’adesione ai INVESTIRE NEI TEMI DELLA RESPONSABILITÀ ” SOCIALE SIGNIFICA ESSERE PIÙ COMPETITIVI modelli do corporate governance resta su base volontaria ma i consulenti del <strong>lavoro</strong> sono chiamati a svolgere un ruolo nuovo, di promozione di questi temi in una visione innovativa delle attività di impresa, con particolare riferimento <strong>al</strong> person<strong>al</strong>e. In questa nuova ottica il consulente del <strong>lavoro</strong> dovrebbe assumere un ruolo maggiormente proattivo, fornendo <strong>al</strong>le aziende la consulenza necessaria per elaborare sistemi di gestione integrata delle risorse umane, per re<strong>al</strong>izzare gli obiettivi di cui si è detto. Si consideri che esistono fondi europei per la re<strong>al</strong>izzazione di queste fin<strong>al</strong>ità, spesso non noti <strong>al</strong>le aziende e pertanto non utilizzati ( si pensi, per esempio, ai fondi stanziati per la costruzione di asili nido aziend<strong>al</strong>i, di facile accesso ma pochissimo utilizzati). Ancora una volta si aprono nuovi, interessanti e quasi inesauribili scenari per gli esperti in risorse umane, a noi saper cogliere per primi le nuove opportunità, nella consapevolezza che, <strong>al</strong>trimenti, <strong>al</strong>tri si attrezzeranno per farlo.
Regioni pagine a cura della Consulta Region<strong>al</strong>e dell'Ordine FRIULI VENEZIA GIULIA 1 Udine Consulenti 220 Uomini 131 - Donne 89 2 3 Pordenone Consulenti 122 Uomini 80 - Donne 42 Trieste Consulenti 66 Uomini 37 - Donne 29 Tot<strong>al</strong>e Consulenti 449 (Uomini 270 - Donne 179) 2 Pordenone 1 Udine 4 Gorizia Superficie region<strong>al</strong>e kmq 7847 (1 Consulente ogni 17 kmq) Popolazione region<strong>al</strong>e 1.185.984 (1 Consulente ogni 2641 abitanti) 4 Gorizia 3 Trieste Consulenti 41 Uomini 22 - Donne 19 11