Renzo Lodoli - La Repubblica
Renzo Lodoli - La Repubblica
Renzo Lodoli - La Repubblica
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
<strong>Repubblica</strong> Nazionale 43 14/05/2006<br />
DOMENICA 14 MAGGIO 2006<br />
per, anche lui collezionista, anche lui<br />
autore di libri e organizzatore di mostre.<br />
<strong>La</strong> sanguinosa guerra tra i due attorno<br />
alla grande retrospettiva alla<br />
Tate Gallery, vinta da Penrose, è documentata<br />
dalle sue lettere lacrimose<br />
a Picasso che per un po’ lo tenne<br />
sulla corda, non dandogli la certezza<br />
di prestare le sue opere. Cooper viveva<br />
in Provenza e invitava Picasso e sua<br />
moglie Jacqueline a delle fastose cene<br />
nel suo Chàteau de Castille, una dimora<br />
teatrale tutta a colonne vicino<br />
ad Arles. In più, scrive Elizabeth Cowling,<br />
«Picasso adorava spettegolare<br />
con lo sfavillante, divertente, malevolo<br />
Cooper, mentre Jacqueline andava<br />
molto d’accordo con John Richardson,<br />
l’affascinante compagno<br />
di Cooper». Secondo Richardson, diventato<br />
poi il più autorevole biografo<br />
di Picasso, l’artista era attratto dalla<br />
relazione incostante dei due, che gli<br />
ricordava gli amori tempestosi di<br />
Diaghilev con Léonide Massine, Serge<br />
Lifar e gli altri maschi dei Ballets<br />
Russes.<br />
Con Penrose, educato, rigoroso e fedele,<br />
certo ci si divertiva meno, in più<br />
Cooper possedeva una collezione d’arte<br />
splendida, che comprendeva dei Picasso<br />
di massima qualità ed aveva una<br />
rete di amici collezionisti, ricchi e influenti.<br />
Però Penrose aveva un inestimabile<br />
vantaggio: la sua seconda moglie,<br />
la bellissima modella americana<br />
Lee Miller che era apparsa regolarmente<br />
sulle copertine di Vogue, e piombata<br />
nella stordente Parigi surrealista degli<br />
anni Trenta era diventata l’amante di<br />
Man Ray prima di conoscere Roland<br />
nel 1937. Fotografa eccellente (la maggior<br />
parte delle foto del libro sono sue)<br />
Cowling: “Racconto l’uomo, non il mito”<br />
«È<br />
stato come inserire uno dopo l’altro i pezzetti di<br />
un puzzle, come riannodare insieme la trama di<br />
una sceneggiatura cinematografica. Come fare<br />
un film. Leggevo i notebook, riguardavo gli album di ritagli,<br />
le lettere, i documenti, le foto. Lee Miller aveva l’abitudine<br />
di srotolare interi rollini, uno scatto dopo l’altro,<br />
girando così il suo “film”. Allo stesso modo io ho<br />
cercato di ricostruire le sequenze visive della<br />
vita di un genio. Erano lo spirito, l’intimità<br />
di Picasso a dover trapelare da quella<br />
montagna di documenti». Elizabeth Cowling<br />
parla da un ufficio della Thames & Hudson<br />
a Londra. Storica dell’arte alla Edinburgh<br />
University ha scritto diversi libri su Picasso<br />
e ha curato la mostra Matisse Picasso itinerante<br />
tra Parigi, Londra e New York. Visiting<br />
Picasso, in uscita venerdì prossimo, è il<br />
suo ultimo lavoro. Un lavoro di cesellatura, di<br />
sistemazione dei taccuini, della corrispondenza<br />
tra lo scrittore Roland Penrose e Picasso,<br />
dei materiali e delle foto scattate fino ai<br />
Settanta.<br />
Cosa aggiunge questo libro all’enorme<br />
produzione esistente su Pablo Picasso?<br />
«Dimostra quanto siano stati fondamentali i segmenti<br />
di conversazione, i momenti di vita annotati da Penrose<br />
per capire la vita intima del pittore. Picasso si rifiutava<br />
di scrivere sui lavori che faceva. Penrose, con quegli appunti<br />
sparsi, ha creato un mondo dagli effetti magici: ci<br />
ha fatto scorrere davanti pezzo per pezzo il suo cammino,<br />
ci ha dato una serie infinita di dettagli che altrimenti<br />
non avremmo mai avuto. L’evoluzione dei quadri, delle<br />
tecniche usate».<br />
AMBRA SOMASCHINI<br />
I materiali gettano nuova luce sull’artista?<br />
«Sì, viene fuori un ritratto nuovo che fissa punti di vista<br />
diversi da quelli tradizionali sul Picasso uomo. È un ritratto<br />
da candid camera, una riproduzione reale, senza censure,<br />
un reality. Un’inquadratura completa della sua vita<br />
privata. Non si mette in mostra il mito ma l’uomo vero,<br />
con i difetti dell’uomo vero. Leggendo le note,<br />
cogliendo gli sguardi intimi, privati, anche noi<br />
possiamo entrare nel film, assaporarne le atmosfere,<br />
seguirne la trama. Per un attimo diventiamo<br />
invisibili dietro le sue spalle, osserviamo<br />
quello che gli succede intorno».<br />
E cosa gli succede?<br />
«Picasso, certamente, aveva un profondo<br />
senso del dolore, dell’angoscia, della tragedia,<br />
dell’orrore. Ma, nello stesso tempo aveva<br />
un lato comico molto spiccato. Dai taccuini<br />
viene fuori che a volte reagiva male<br />
con gli amici. Che era capriccioso, crudele,<br />
lunatico, antipatico. Che più diventava famoso<br />
più diventava insopportabile. Perché<br />
veniva continuamente messo sotto assedio<br />
da persone che gli chiedevano sempre di più, che<br />
volevano, pretendevano sempre di più. E lui, a lungo andare,<br />
non riusciva a sopportare una pressione simile».<br />
Pensa che i lettori possano percepire l’anima delle case,<br />
dei luoghi della vita intima di Picasso?<br />
«L’anima di quelle case trapela dai rullini, dal “filmdocumentario”<br />
girato da Lee Miller. E dal materiale raccolto<br />
sui luoghi. Parigi, il Sud della Francia, Mougins, Antibes,<br />
Londra. Eppure se Penrose fosse qui adesso lo sgriderei.<br />
Avrebbe potuto scrivere molto di più. In fondo in<br />
quegli anni ha pensato soprattutto a divertirsi».<br />
LA DOMENICA DI REPUBBLICA 43<br />
CANDID CAMERA<br />
Il libro “Visiting Picasso”,<br />
in uscita nella seconda metà<br />
di maggio per Thames<br />
& Hudson (408 pagine,<br />
72 fotografie, 25 sterline)<br />
è curato da Elizabeth Cowling<br />
e raccoglie una scelta<br />
dei diari, delle lettere,<br />
delle foto che Roland Penrose<br />
ha lasciato nei quarant’anni<br />
della sua amicizia col pittore<br />
spagnolo: una specie<br />
di candid camera sulla vita<br />
dell’artista, della sua famiglia<br />
e dei suoi amici<br />
aveva sposato l’innamorato e libertino<br />
Penrose e lo seguiva nelle sue visite a Picasso<br />
che lei sapeva incantare<br />
e divertire.<br />
Una biografia appena<br />
uscita negli Stati Uniti<br />
ne racconta la vita<br />
avventurosa e drammatica,<br />
dalla violenza<br />
subita a sette anni,<br />
alla vicinanza di un<br />
nonno che continuò<br />
a fotografarla nuda<br />
anche da adulta, ai<br />
suoi reportage sui<br />
campi di concentramento<br />
alla fine<br />
della guerra, quando<br />
si fece anche fotografare<br />
nella vasca<br />
da bagno di<br />
Hitler, sino al suo<br />
precipitare nell’alcolismo,perdendo<br />
bellezza e<br />
fascino.<br />
Per devozione<br />
al suo idolo,<br />
Penrose scrivendonel’esemplarebiografia,<br />
Picasso:<br />
his life and<br />
work, pubblicata<br />
nel 1958,<br />
aveva omesso<br />
molto della<br />
sua vita privata,<br />
delle sue donne, delle sue sfuriate<br />
e depressioni, delle sue ironie sul<br />
partito comunista a cui pure era iscritto<br />
dal 1944, e anche di tutti i malevoli<br />
commenti su di lui. Risultano quindi<br />
tanto più interessanti, immediati e sinceri,<br />
i suoi diari e gli appunti delle interviste<br />
fatte per la biografia a persone<br />
contente di sfogarsi. Per esempio Fernande<br />
Olivier, l’amante degli anni giovani<br />
e poveri: «Un bel pittore le fa sapere<br />
che se non andrà a trovarlo si ucciderà.<br />
Le amiche le consigliano di andare<br />
e di non farlo sapere a Pablo, ma una<br />
di loro corre a dirglielo e quando lei torna<br />
gli dice una bugia, lui le dà uno<br />
schiaffone e le ordina di andarsene<br />
perché non l’ama più. Lei, se lo dici<br />
un’altra volta non torno più. Lui lo ripete<br />
e lei se ne va senza neanche un soldo<br />
e lui non la cercherà più».<br />
Amante borghese-bohemien<br />
Dora Maar, l’amante fotografa della fine<br />
degli anni Trenta, parla delle altre<br />
donne: «Pablo voleva nelle sue donne<br />
un misto di borghese e bohemien. Olga,<br />
figlia di un colonnello, faceva la<br />
ballerina, Diaghilev lo sconsigliò di<br />
sposarla, ma lui era attratto da quei<br />
contrasti... Pablo incontrò Marie-<br />
Thérèse quando lei aveva quattordici<br />
anni... <strong>La</strong> nascita di Maya un errore,<br />
Pablo sempre ansioso di provare la sua<br />
fertilità mettendo incinta una ragazza<br />
ma dice che poi per lui quella ragazza<br />
è un nemico… Lui ama i seni pesanti,<br />
ancora di più quelli con molto latte…».<br />
Françoise Gilot, autrice del crudelissimo<br />
Vita con Picasso, madre di Claude<br />
e Paloma: «Qualche giorno prima aveva<br />
detto a Pablo che stava per sposare<br />
Luc Simon e lui si era arrabbiato moltissimo…<br />
L’avvocato lo aveva rimproverato<br />
per non aver provveduto ai figli…».