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2009-ITA ISPM15-HT inserto e-pack - Secal Srl

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duzione di bancali secondo una logica di forte<br />

integrazione a monte (prevale la gestione dei<br />

boschi, non la proprietà) e una diversificazione a<br />

valle: la maggior parte della produzione di materia<br />

prima sostenta la produzione di bancali, ma<br />

una parte costituisce l’attività commerciale relativa<br />

a tronchi, segati ed elementi per bancali, venduti<br />

in tutta Europa. La filosofia del gruppo è non<br />

legare le aziende fra di loro, pur lasciando una<br />

certa elasticità nelle relazioni di fornitura: quindi,<br />

può avvenire che in fasi particolari del mercato le<br />

segherie francesi alimentino il fabbisogno italiano,<br />

ma in generale le differenti società del gruppo<br />

operano in modo autonomo. Nella capogruppo, a<br />

Mallare, si ritrova quella struttura e quella logica<br />

che costituisce la base per tutte le altre società<br />

(esclusa la gestione forestale). Strategica è l’automazione,<br />

per aumentare la produttività oraria dei<br />

collaboratori. Per esempio, a Mallare esistono 5<br />

linee di cui 2 completamente robotizzate e 3 tradizionali.<br />

Le prime producono pallet standard, le<br />

altre pallet su misura. Su quelle robotizzate il<br />

lavoro di sole due persone governa un sistema<br />

che preleva tavole e blocchetti in automatico.<br />

“L’integrazione a monte con la segheria – spiega<br />

Carlo Mallarini - ci permette di rifornire le linee<br />

automatiche di componenti che evitano i fermi<br />

macchina dovuti alla qualità del legno e alla precisione<br />

degli elementi. Il prossimo investimento è<br />

sostituire due linee tradizionali con una automa-<br />

tica che ci permetta di produrre i pallet fuori<br />

standard con un cambio formato di tipo automatico”.<br />

Il sito ligure è dotato di due linee di verniciatura<br />

e di marchiatura automatiche e di due<br />

celle per l’essiccazione e il trattamento termico<br />

(una fissa da 4mila pallet a ciclo e una mobile da<br />

2mila) alimentate da una centrale ad olio diatermico<br />

da 3 megawatt termici per produrre il calore<br />

dalla combustione di pellet prodotti sempre<br />

nel sito di Mallare.“Abbiamo una seconda caldaia<br />

a pellet per la produzione di calore per uffici,<br />

stabilimento e acqua sanitaria – precisa Mallarini<br />

– Ma quasi tutti gli stabilimenti del gruppo ne<br />

sono dotati e utilizzano pellet di nostra produzione”.<br />

Conclude l’eccellenza di questo gruppo la cura<br />

degli strumenti di comunicazione: non è un caso<br />

che il logo del gruppo sia l’atomo di carbonio, alla<br />

base di tutte le forme di vita, i cui elettroni e<br />

nucleo identificano con colori diversi le differenti<br />

aree di attività. L’importanza del logo come elemento<br />

di comunicazione si ritrova anche nel new<br />

business, il pellet: la commercializzazione si avvale<br />

di un nuovo brand, ChePellet, accompagnato<br />

dal sigillo di qualità Woodmark, che riecheggia il<br />

famoso marchio Pura Lana Vergine. Inoltre nel<br />

sito www.ChePellet.it, il consumatore finale<br />

ritrova con un linguaggio semplice e chiaro le<br />

motivazioni economiche, ecologiche e pratiche<br />

relative a questa scelta energetica.<br />

Il marchio di qualità che indica l’origine della<br />

materia prima del pellet.<br />

Stoccaggio del legname in uno dei siti del gruppo.<br />

DAL PALLET AL PELLET<br />

Nel 2003, nella sede di Mallare, è partito l’ultimo<br />

progetto del gruppo: il pellet. I Mallarini hanno<br />

investito in ricerca per un settore dove allora<br />

scarseggiavano competenze e tecnologie. Oggi la<br />

produzione funziona a pieno regime grazie a un<br />

impianto, ristrutturato completamente nel 2006,<br />

di cui l’engineering è stato realizzato internamente.<br />

Si sta consolidando una rete di vendita<br />

pluriregionale di prodotto sia confezionato (in<br />

sacchi, per piccole utenze) sia sfuso (con autorimorchi<br />

a silos che alimentano periodicamente<br />

serbatoi di caldaie per grandi utenze).<br />

Nel frattempo si stanno ultimando gli ultimi<br />

investimenti per partire nel 2010, in Francia, con<br />

una seconda unità produttiva in collaborazione<br />

con un’importante catena specializzata in punti<br />

di vendita per il ‘fai da te’.“Saranno utilizzati tutti<br />

gli sfridi di legno vergine delle due segherie del<br />

gruppo in Francia – spiega Carlo Mallarini –<br />

Segatura e cippato serviranno per i pellet e lo<br />

scortecciato per produrre il calore per essiccare.<br />

L’obiettivo è produrre 50.000 tonnellate di<br />

pellet attraverso un circuito chiuso, integrato e<br />

ad elevato indice di recupero sia di materia<br />

prima sia di energia. Sarà un impianto più grande<br />

di quello attuale italiano, che arriva appena a<br />

15 tonnellate l’anno”. La scelta di investire in<br />

questa direzione nasce dall’analisi di un mercato<br />

effervescente, in tutta Europa, che però riserva<br />

alcuni limiti nella struttura dei costi: l’acquisto di<br />

legname e il costo dell’energia, in Italia, non sono<br />

vantaggiosi. Quindi sono necessarie due integrazioni:<br />

a monte, con un impianto importante alimentato<br />

da sfridi interni costanti nel volume e<br />

nella qualità, e a valle con dei partner per la<br />

commercializzazione.<br />

77 FEBBRAIO

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