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2009-ITA ISPM15-HT inserto e-pack - Secal Srl

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90 FEBBRAIO<br />

normativa<br />

ww.aias-sicurezza.it<br />

Imballaggi industriali:<br />

la sicurezza è un obbligo<br />

Nell’ambito della produzione e dei servizi relativi<br />

all’imballaggio in legno, l’imballaggio industriale<br />

su misura è il comparto dove il rischio di incidenti<br />

sul lavoro risulta più elevato. Un rapido<br />

percorso mentale lungo le principali fasi di lavorazione<br />

ci permette di scoprire che questo settore<br />

è affine a quelli ad alto indice di infortuni,<br />

come quelli delle costruzioni e dell’industria<br />

metalmeccanica, dove l’interazione uomo-macchina<br />

è elevata e ancor di più la manualità, collegata<br />

dall’uso di piccole macchine leggere semiautomatiche,<br />

fisse o portatili, e ad utensili di tipo<br />

tradizionale.<br />

Elevata è anche la tipologia di azioni poco ripetitive,<br />

di luoghi di lavoro differenti dal sito dell’impresa<br />

(presso i clienti), di condizioni climatiche.<br />

Inoltre il ventaglio delle stazioni di lavoro è estremamente<br />

ampio: non esiste un bancone, una stazione<br />

fissa di lavorazione, spesso si opera in<br />

quota, per imballare e proteggere manufatti sempre<br />

diversi per peso, dimensione e forma. “In<br />

effetti possiamo senza timori di smentite affermare<br />

che l’attività dell’imballaggio industriale<br />

presenta un discreto concentrato di trappole<br />

molto insidiose - sostiene Enrico Saponaro, uno<br />

dei 25mila consulenti esperti in sicurezza iscritti<br />

all’AIAS e che opera anche nel settore dell’imballaggio<br />

in legno – Per esempio, solo per citare una<br />

delle azioni più comuni svolte dagli addetti del<br />

comparto, riflettiamo per un attimo sulle pistole<br />

sparachiodi: un proiettile d’acciaio di 12 cm<br />

schizza fuori non appena si preme il grilletto.<br />

Affrontare questo, come tanti altri punti critici<br />

dell’attività degli imballatori industriali, nell’ambito<br />

di un solo articolo è difficile: E-Pack inizia<br />

quindi su questo numero un viaggio nell’universo<br />

della sicurezza che si estenderà anche agli altri<br />

settori dell’imballaggio, con l’obiettivo di aumentare<br />

la professionalità e il valore delle nostre<br />

imprese.<br />

Ribaltando per una volta la prassi giornalistica, è<br />

Enrico Saponaro che dalle righe del presente<br />

articolo intervista noi con una serie di domande.<br />

La prima è decisamente scomoda:“Quale consapevolezza<br />

avete del problema sicurezza nella<br />

vostra impresa? Possedete statistiche generali e<br />

particolari sulla tipologia di incidenti e luoghi<br />

dove avvengono?”<br />

La conoscenza è uno strumento importante per<br />

pianificare una strategia basata su strumenti<br />

informativi e formativi su misura per il comparto;<br />

di conseguenza, la seconda domanda scottante<br />

del consulente tecnico sulla sicurezza riguarda<br />

la normativa. “Cosa vi dicono questi numeri:<br />

547/55, 626/94, 123/07 e 81/08? Nelle micro e<br />

nelle piccole imprese spesso non si conosce il<br />

contenuto di tali norme e talvolta neanche l’esistenza;<br />

eppure alcune sono recentissime e costituiscono<br />

per il ‘fare impresa’ altrettanti rischi al<br />

pari di una pistola sparachiodi”.<br />

Non conoscerle, non applicarle o applicarle male<br />

espone a rischi gravi: non si tratta soltanto della<br />

salute e della vita delle persone, ma anche dell’azienda<br />

stessa che, se non ottempera ai vari<br />

dettati, in caso di infortunio può arrivare a portare<br />

in tribunale, oltre il titolare, anche i libri.<br />

Tuttavia, ancor prima di arrivare all’ipotesi di un<br />

infortunio fisico, si rischia di incappare in una violazione<br />

specifica di legge, se non si conosce la<br />

normativa più recente. “Supponiamo che<br />

un’azienda vi appalti la realizzazione di un imballaggio<br />

industriale presso il suo sito produttivo -<br />

ipotizza Saponaro – oppure che siate voi stessi a<br />

subappaltare, per esempio, a una cooperativa, nel<br />

qual caso siete voi il datore di lavoro, il committente.<br />

Dopo aver raccolto tutti gli elementi tecnici ed<br />

economici necessari, vi accingete a redigere il<br />

preventivo e a stilare il contratto ma vi si chiede<br />

il DUVRI”. Non si tratta di un documento facoltativo,<br />

ma obbligatorio ed è parte integrante del<br />

contratto (vedi box a lato). E non è l’unico obbligo:<br />

sempre a proposito di contratto, questa volta<br />

però all’interno dello stesso, a norma di legge<br />

vanno riportati i costi relativi alla sicurezza, che<br />

fra l’altro non possono in nessun caso essere<br />

oggetto di ribasso.“E’ un obbligo che apre immediatamente<br />

alla polemica – riconosce Saponaro –<br />

Spesso accade il contrario di ciò che impone la<br />

norma: per poter essere concorrenziali molte<br />

imprese, in tutti i settori, non spendono in sicurezza<br />

e rendono così meno competitive le aziende<br />

che invece ottemperano agli obblighi di legge.<br />

Ovviamente il problema non è soltanto degli<br />

imballatori ma anche dei clienti che non verificano<br />

il rispetto della normativa per trarne un beneficio<br />

economico anch’essi in termini di costi”.<br />

In pratica, non conoscere la normativa, come<br />

pure non applicarla correttamente e compiutamente,<br />

rappresenta un reale risparmio? Sì, in ter-

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