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2009-ITA ISPM15-HT inserto e-pack - Secal Srl

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92 FEBBRAIO<br />

normativa<br />

www.conai.org<br />

L’ecodesign ha bisogno<br />

di una base normativa<br />

Lo scorso 3 dicembre si è svolto a Milano un<br />

seminario su “Ecodesign del <strong>pack</strong>aging e Carbon<br />

Footprint” patrocinato dal CONAI (è possibile<br />

scaricare gli atti del convegno sul sito web.<br />

L’obiettivo dei topics del seminario si racchiude<br />

nel termine “sostenibilità”, intesa come attività<br />

che “Pianifica lo sviluppo per soddisfare i bisogni<br />

delle attuali generazioni senza compromettere le<br />

capacità delle future di soddisfare i propri”<br />

(Bruntland, 1987); più articolata è la definzione di<br />

“sostenibilità ambientale”, da intendersi come il<br />

“preservare la capacità della terra di garantire la<br />

vita in tutta la sua diversità, rispettare i limiti delle<br />

risorse naturali del pianeta e garantire un livello<br />

elevato di protezione e di miglioramento della<br />

qualità dell’ambiente, prevenire e ridurre l’inquinamento<br />

ambientale, promuovere metodi di produzione<br />

e consumo sostenibili al fine di rompere<br />

la connessione tra crescita economica e degrado<br />

ambientale” (Riesame della Strategia dell’UE in<br />

materia di sviluppo sostenibile, Consiglio europeo<br />

10117/2006).<br />

ECODESIGN DEL PACKAGING<br />

Gli imballaggi sono chiamati ad essere sostenibili,<br />

ma come? Non certamente eliminandoli ma<br />

progettandoli in modo che siano sostenibili per<br />

l’ambiente e quindi possano definirsi a vario titolo<br />

ecosostenibili; l’appello coinvolge tutti, da chi<br />

progetta a chi consuma. L’obiettivo si raggiunge<br />

partendo dal Life Cycle Design, ossia già in fase<br />

progettuale si prevede anche la fine del ciclo di<br />

vita del prodotto (l’offerta di appositi software è<br />

sempre più ricca). Prima di avviare la progettazione,<br />

per poter ottenere il profilo ecologico di un<br />

prodotto, si ricorre a due strumenti: LCA (Life<br />

Cycle Assessment) o ecoaudit:<br />

• nel primo caso si effettua una valutazione<br />

potenziale dell’impatto ambientale di un prodotto,<br />

di un processo o di un'attività durante tutto il<br />

suo ciclo di vita;<br />

• nel secondo caso un ecoaudit fornisce le linee<br />

guida per il design.<br />

L’ecodesign integra l’aspetto ambientale con<br />

quello di prodotto. I software consentono di studiare<br />

il design attraverso i componenti dell’imballaggio,<br />

individuando più funzioni. Il software che<br />

effettua l’ecodesign, per esempio, quando lavora<br />

sulla “monomatericità” (utilizzo di un unico<br />

materiale) simula in fase progettuale la fine del<br />

ciclo di vita del prodotto. I fattori determinanti<br />

per ottenere un imballaggio ecosostenibile sono:<br />

• la leggerezza (che può determinare, dal punto<br />

di vista ambientale, un miglioramento significativo);<br />

• l’utilizzo di risorse sicure e rinnovabili;<br />

• l’estensione della vita dei materiali che compongono<br />

l’imballaggio<br />

• il disassemblaggio dei materiali<br />

Nei software in commercio è possibile, in fase di<br />

design, riuscire ad individuare, a seconda del tipo<br />

di <strong>pack</strong>aging, (es. in PVC) prestazioni particolari,<br />

come la resistenza del materiale a determinate<br />

sostanze (es. acido citrico), riciclo o recupero di<br />

energia, consumo di acqua, resistenza ai raggi<br />

UV… A seconda del tipo di materiale e della<br />

struttura (monomaterico o plurimaterico) si può<br />

prevedere il destino dell’imballaggio e quindi il<br />

suo rapporto con la politica ambientale in termini<br />

di energia e CO2. Non è consigliabile confrontare<br />

i materiali fra di loro: è necessario invece<br />

analizzarne le funzioni (ad esempio, considerare<br />

quanto materiale va usato al posto di un altro).<br />

Dopo aver realizzato l’ecoprofilo del prodotto<br />

(che non ha a che fare con la fase di fine vita del<br />

prodotto), sarà l’azienda a decidere su quali indicatori<br />

ambientali puntare (ad esempio si sceglierà<br />

se privilegiare il risparmio di acqua, l’emissione<br />

di CO2” eccetera).<br />

Differenti sono le possibilità di ridurre il carico<br />

ambientale, anche a seconda delle diverse fasi del<br />

flusso di produzione: ad esempio, si può ridurre<br />

la quantità di risorse primarie impiegate; in particolare,<br />

se le materie prime utilizzate dovessero<br />

provenire da riciclo bisognerà chiedersi come sia<br />

avvenuto, se la filiera gestisce correttamente quel<br />

materiale. Si potrà altresì decidere di intervenire<br />

sui costi di trasporto, evitando forniture di materiale<br />

da un paese troppo distante dallo stabilimento,<br />

o valutare se è il caso di intervenire sul<br />

sistema di logistica interno. In sintesi, oggi è possibile<br />

progettare l’ecosostenibilità attraverso dati<br />

gestiti da un software.<br />

CARBON FOOTPRINT E QUOTE DI CO2<br />

Nell’ambito dell’ecosostenibilità, si fa riferimento<br />

sempre di più al termine Carbon Footprint<br />

(C.F.): è una misura che esprime in CO2 equiva-

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