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allusione all’infame processo che era stato all’origine della sua<br />
morte. Manifestammo davanti alla Corte, e i maiali risposero<br />
alle nostre proteste con sorrisi beffardi.<br />
La morte di Wally, e la falsità con cui le autorità se ne occuparono,<br />
ci spinse a passare l’anno successivo a fare indagini su<br />
ciò che davvero era accaduto da quando ci aveva salutato in un<br />
caldo giorno di maggio. Le informazioni di cui eravamo venuti<br />
in possesso ci convinsero che quel che era accaduto non poteva<br />
definirsi un incidente. Lo stato aveva cercato di distruggere<br />
lo spirito di Wally, se non addirittura la sua vita, perché era una<br />
minaccia, una minaccia senza paura, e speravano di poterlo eliminare<br />
senza causare troppo sconcerto. La vicenda era un incubo,<br />
una rete infernale di menzogne, marciume e crudeltà.<br />
Wally era stato trattato in modo ignobile dai poliziotti che lo<br />
avevano arrestato, dalla Corte che lo aveva condannato, dal<br />
carcere e dall’ospedale che lo avevano tenuto prigioniero. Le<br />
nostre ricerche ci portarono ben oltre il caso di Wally. Quanto<br />
più in là ci spingevamo nella ricerca della verità, più ci trovavamo<br />
di fronte e nuove e innumerevoli piste da seguire. Mano a<br />
mano che avanzavamo nelle indagini, ci addentravamo sempre<br />
di più in un mondo di falsità, violenza, avidità e paura. Nessuno<br />
era preparato per ciò che avremmo scoperto. All’improvviso<br />
il mondo ci apparve come un luogo piccolo e oscuro. Trovammo<br />
prove dell’occultamento di alcuni omicidi, di legami<br />
tra la polizia e gli ambienti della malavita, di arresti illegali e di<br />
incarcerazioni basate su accuse inventate o su false prove. Venimmo<br />
a conoscenza degli spietati abusi, sia fisici che mentali,<br />
ai danni dei prigionieri nelle carceri o negli ospedali psichiatrici,<br />
di medici che in tutta consapevolezza prescrivevano medicine<br />
che in realtà sono veleno, e che affermavano di non vedere i<br />
lividi gentilmente inferti dagli ufficiali di Sua Maestà sui corpi<br />
dei prigionieri – si pregano i direttori dei penitenziari e la polizia<br />
di colpire dalla testa in giù, in modo che i parenti che vanno<br />
a fare visita ai detenuti non vedano i lividi. Venimmo a cono-<br />
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