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ERA DEI MARTIRI

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primi sovrani a ricevere onori divini erano stati in Oriente i Seleucidi e i Lagidi,<br />

mentre a Roma nei primi tempi dell'Impero dava fastidio ai Quiriti l'idea<br />

dell'imperatore divinizzato ancora vivente. Il prudente Augusto aveva rifiutato in<br />

Urbe quidem pertinacissime l'onore di templi ed altari (Svetonio, Divus August., 52);<br />

aveva respinto anche il titolo di dominus (ivi, 53), che a Roma designava il<br />

«padrone» di schiavi, ma che in Oriente valeva anche come epiteto della divinità,<br />

mentre per i cristiani l'essenza della confessione cristiana consisteva nell'applicare<br />

questo titolo a Gesù Cristo (1 Corinti, 8, 5-6; 12, 3; Romani, 10, 9; ecc.). Diocleziano<br />

invece sviluppò al massimo il concetto dell'imperatore sacro e divino. L'augusto ebbe<br />

il titolo ufficiale di dominus per eccellenza; fu ampiamente ammantato di porpora<br />

orlata d'oro, ai piedi portò calzari preziosi, in testa il diadema sacro rifulgente di<br />

gemme. Alla presenza di lui il suddito, che soltanto per ragioni particolarissime vi era<br />

ammesso, doveva prosternarsi e adorare la sua maestà divina. Minutissime altre<br />

prescrizioni regolavano il cerimoniale di corte, e una interminabile gerarchia di<br />

ufficiali e di cortigiani degradò giù giù dal trono sacro fino a raggiungere i comuni<br />

mortali.<br />

Anche qui bisogna escludere che Diocleziano agisse per vanagloria ed ambizione<br />

personale; egli, invece, voleva magnificare i quattro dinasti agli occhi dei sudditi, in<br />

maniera che pure l'apparato esteriore incutesse una tremebonda venerazione.<br />

Invece egli, in quanto uomo, doveva ridersi di tutto quell'apparato. L'uomo<br />

Diocleziano apparve in pieno alcuni anni più tardi, quando ebbe abdicato e si fu<br />

ritirato a Salona; allora, a chi lo esortava a riprendere il potere, egli fu in grado di<br />

rispondere che non lo importunerebbe con quelle esortazioni se avesse visto i<br />

magnifici cavoli ch'egli si divertiva a coltivare. Per l'uomo Diocleziano lo sfarzo della<br />

corte valeva meno d'un cavolo.<br />

L'immenso Impero fu diviso fra i quattro dinasti, e ognuno si scelse una residenza<br />

adatta ai propri territori. Partendo da occidente verso oriente, il cesare Costanzo ebbe<br />

la Britannia, la Gallia e forse anche la Spagna (che alcune fonti attribuiscono a<br />

Massimiano), e la sua residenza fu Treviri. Il suo augusto, Massimiano, ritenne per sé<br />

la Rezia, l'Italia con le isole, l'Africa (e forse la Spagna), scegliendo per residenza<br />

Milano. Il cesare Galerio ricevette le regioni sotto il Danubio, l'Illirico, la Macedonia;<br />

la Grecia con Creta, e si fissò a Sirmio nella Pannonia. Il suo augusto, Diocleziano,<br />

ritenne per sé le regioni orientali, ossia la Tracia, tutta l'Asia Minore con la Siria e la<br />

Palestina, e in più l'Egitto con la Libia: la sua residenza fu Nicomedia in Bitinia.

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