ERA DEI MARTIRI
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autore rappresentò un ulteriore vantaggio, perché in ricompensa del suo zelo egli fu<br />
promosso al governo dell'Egitto (cfr. De martyribus Palaest., V, 3, recensione<br />
ampia). Più tardi, a persecuzione cessata, Eusebio di Cesarea si prese l'incarico di<br />
confutarlo con il Liber contra Jeroclen, animadversiones in Philostrati de Apollonio<br />
Tyanensi commentarios ob institutam cum illo ab Hierocle Christi comparationem<br />
adornatae. Come appare già da questo titolo, Eusebio prendeva di mira Apollonio di<br />
Tiana più che Jerocle, perché era turbato dall'artificioso parallelo fra Apollonio e il<br />
Cristo: e in seguito il turbamento si propagò ad altri scrittori cristiani, che ritornarono<br />
sull'argomento a scopo apologetico.<br />
Ma era una paura esagerata, e gli scritti polemici contro Apollonio di Tiana furono<br />
in buona parte controproducenti, perché contribuirono a diffondere la fama di quel<br />
personaggio romanzesco, mentre i filosofi neoplatonici contemporanei non si<br />
occupavano quasi affatto di lui; cosicché poco dopo la vittoria del cristianesimo<br />
Apollonio entrò presso i pagani totalmente nell'ombra, per non uscirne che molti<br />
secoli dopo, cioè ai tempi del Rinascimento, quando fu richiamato alla luce degli<br />
eruditi.<br />
36. Spalleggiato da tutti cotesti fautori della persecuzione cristiana, Galerio era<br />
pronto a muovere all'attacco. Ma contro quale settore del nemico rivolgersi?<br />
Bisognava scegliere un settore in cui l'assalito fosse molto vulnerabile e l'assalitore<br />
fossse in manifesto vantaggio. Questo settore era evidentemente la milizia.<br />
Negli eserciti romani i cristiani a quei tempi erano numerosi, perché spcialmente i<br />
giovani provinciali tentavano migliorare le loro condizioni disagiate arruolandosi (§<br />
l). Ma, a rigore, per i cristiani c'era una grave questione di coscienza. Poteva un<br />
seguace del Cristo uccidere il suo prossimo? Poteva giurare fedeltà a imperatori ostili<br />
al Cristo, e proferire tale giuramento impiegando espressioni idolatriche ed empie?<br />
La questione era delicata, ed era stata esplicitamente discussa più di un secolo prima.<br />
Veramente, cristiani negli eserciti romani ce n'erano stati fin dai primissimi tempi<br />
(cfr. Atti degli apost., 10, 1 segg.), ma si era andati avanti con un pratico modus<br />
vivendi senza indagare a fondo. Da alcuni pochi accenni che abbiamo, risulterebbe<br />
che la grande maggioranza cristana giudicava lecito il servizio militare, mentre una<br />
certa minoranza o era dubbiosa in proposito o lo condannava recisamente.<br />
Nell'anno 197 Tertulliano, in tono iperbolico ma di vanto, affermava che i cristiani<br />
avevano riempito tutti i vari luoghi dell'Impero, compresi i castella e i castra ipsa<br />
(Apologet., XXXVII, 4) dove stavano i soldati; tuttavia un quindicennio più tardi egli<br />
stesso, diventato montanista, nello scritto De corona militis prendeva le difese di un