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ERA DEI MARTIRI

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Non abbiamo il minimo indizio per supporre che il tentativo della Siria, e tanto<br />

meno quello di Melitene, fossero dovuti a cristiani esasperati dalla persecuzione. La<br />

pronta e spietata reazione di Diocleziano, in cui lasciarono la vita tutti i magistrati di<br />

Antiochia e di Seleucia, mostra che non si badò a distinzioni religiose, giacché quei<br />

magistrati erano pagani o tutti o quasi tutti; ma naturalmente Diocleziano,<br />

ossessionato qual era dalla paura prodotta dagli incendi della reggia di Nicomedia,<br />

scoprì anche qui l'intervento dei cristiani e immediatamente decise di aggravare la<br />

persecuzione.<br />

Nello stesso anno 303 furono pubblicati a Nicomedia due nuovi editti imperiali,<br />

di rincalzo al precedente: il primo ordinava l'imprigionamento di tutti i capi delle<br />

chiese; il secondo concedeva libertà ai detenuti che accettassero di compiere il<br />

sacrifizio idolatrico, ma comandava di sottoporre a qualunque genere di torture<br />

coloro che ancora si rifiutavano (Eusebio, ivi, VIII, 6, 8-10).<br />

Naturalmente questi nuovi editti non rimasero lettera morta, e furono eseguiti con<br />

ogni rigore. Eusebio riferendosi ai territori sui quali era meglio informato, ossia oltre<br />

a Nicomedia anche alla Siria, Fenicia ed Egitto, si esprime così: Innumerevoli schiere<br />

di persone erano dappertutto messe in prigione; e le carceri di ogni luogo, preparate<br />

già per gli assassini e i violatori di tombe, furono allora piene di vescovi, sacerdoti,<br />

diaconi, lettori, esorcisti, cosicché non vi restava spazio per quelli ch'erano<br />

condannati per delitti commessi... Chi potrebbe dire il numero di coloro che nelle<br />

singole province soffersero il martirio, e specialmente di quelli che furono uccisi in<br />

Africa, nella Mauretania, nella Tebaide e nell'Egitto? Di qui alcuni emigrarono in<br />

altre città, e divennero celebri per il martirio (ivi, VIII, 6, 9-10).<br />

53. Tuttavia lo storico imparziale non segnalerà soltanto le zone luminose del quadro,<br />

ma scruterà anche i suoi angoli tenebrosi. E in realtà, fra tante migliaia di eroi, i<br />

pusillanimi e i rinnegati non solo non mancarono ma furono anch'essi numerosi.<br />

Ce li svela egualmente Eusebio ma con una presentazione fatta di sfuggita, perché<br />

lo scopo della sua storia non è di narrare tutto minutamente, bensì solo gli splendori<br />

del cristianesimo escludendo le miserie dei cristiani. Abbiamo stabilito di non far<br />

menzione di coloro che nella persecuzione furono inferiori alla prova, né di coloro<br />

che fecero totale naufragio circa la propria salvezza e che di propria volontà<br />

precipitarono nel profondo dell'abisso (ivi, VIII, 2, 3). Riferendosi ai capi delle<br />

chiese, ossia ai vescovi, Eusebio afferma che ve ne furono moltissimi (***) di<br />

condotta eroica, ma a fianco ad essi ve ne furono numerosissimi altri (***) che,<br />

intorpiditi di spirito dall'ignavia, soccombettero al primo urto (ivi, VIII, 3, l).

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