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ERA DEI MARTIRI

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molto ritardo e travagliato anch'esso dalla tempesta, sbarcò all'angolo sud-orientale<br />

della Britannia, e poté avanzarsi senza incontrare resistenza, anzi accolto con gioia<br />

dalle popolazioni che rimpiangevano l'antico dominio romano. Così tutta l'isola<br />

ritornò stabilmente all'Impero.<br />

15. Dalla Gallia Massimiano ritornò sollecitamente in Africa per terminare la<br />

pacificazione delle zone occidentali, che egli aveva già condotta molto avanti. Anche<br />

qui l'impresa si svolse rapidamente, grazie all'energia ed inflessibilità dell'augusto;<br />

cosicché, poco dopo l'impresa della Britannia, anche questo settore non dette più<br />

preoccupazioni.<br />

Ma rimaneva l'estremità africana opposta, cioè Alessandria con l'Egitto e le<br />

regioni confinanti a ovest e a sud (§ 10). Queste regioni dipendevano direttamente dal<br />

primo degli augusti, Diocleziano, il quale annetteva ad esse una particolare<br />

importanza; perciò intervenne personalmente, e diresse una lunga campagna che<br />

dovette terminare verso il 298. Un paio di città furono distrutte; Alessandria, cinta<br />

d'assedio, resistette otto mesi e quando fu espugnata esperimentò tutto il rigore di<br />

Diocleziano. Contro l'Alto Egitto, Diocleziano agì indirettamente, giacché contro<br />

gl'invasori Blemmi invitò la popolazione dei Nobati, barbari della Nubia. L'antica<br />

norma romana, divide et impera, anche questa volta risultò efficace: la popolazione<br />

invitata espulse in gran parte i precedenti invasori, ricevendo in compenso sedi stabili<br />

attorno alla prima cataratta del Nilo, con l'incarico di fare ivi la guardia ai confini<br />

dell'Impero. Dopo ciò l'Egitto fu diviso in tre province che, scendendo dal nord al<br />

sud, furono la Giovia, l'Erculea e la Tebaide.<br />

16. Nonostante tutti questi successi ottenuti all'in giro lungo le frontiere dell'Impero,<br />

restava ancora la minaccia della Persia che era forse la più assillante di tutte (§ 10), e<br />

gravava non solo sulle frontiere ma anche nell'interno dell'Impero.<br />

Già da tempo, infatti, Diocleziano era stato informato della espansione che la<br />

corrente dei Manichei otteneva sia in altri territori romani, sia specialmente in Egitto<br />

e regioni confinanti, e ne era preoccupato vivamente. Roma, in generale, era stata<br />

tollerante verso correnti religiose straniere, pur esercitando su loro una prudente<br />

vigilanza; ma questa nuova corrente dei Manichei legittimava ogni più grave sospetto<br />

a suo riguardo, non solo per la sua indole ma soprattutto per la sua provenienza.<br />

Proprio dalla Persia, eterna nemica di Roma, proveniva essa, e mediante<br />

un'attivissima propaganda, fatta sia a voce che per iscritto, diffondeva dottrine

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