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ERA DEI MARTIRI

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l'instabilità dei governi erano abbandonate a se stesse, mentre per contrario<br />

l'inesorabile fisco aggravava sempre più i suoi rigori. Era lo squallore e la fame, da<br />

cui è stato sempre assai breve il passo alla disperazione e alla rivolta. Così avvenne<br />

anche in quella occasione.<br />

Quelle popolazioni infelici, formate da pastori senza greggi e contadini senza<br />

terre, si sollevarono: con loro si unirono schiavi, disertori e altri indigenti; sperarono<br />

tutti nella loro disperazione armata, avendo tutto da guadagnare in una, rivolta e nulla<br />

da perdere, salvo la vita. Costituirono ben presto una «moltitudine», e appunto con<br />

questo nome, che nella lingua celtica sonava Bagad o Bagat) vennero designati gli<br />

insorti: sono i Bagaudi dei documenti contemporanei. Ma il movimento, per quanto<br />

vasto, non era compatto e difettava di organizzazione e di addestramento<br />

complessivo, sebbene l'ardore e la valentia individuale non mancassero; due dei<br />

migliori fra gli insorti, certi Eliano e Amando, furono anche eletti augusti, ma non<br />

bastò l'ammanto imperiale messo sulle loro spalle per renderli capaci di trasformare<br />

la «moltitudine» in un'efficiente compagine armata.<br />

A domare l'insurrezione Diocleziano, da Nicomedia, spedì Massimiano in tutta<br />

fretta, perché, se il moto era veramente grave per se stesso, le notizie che ne erano<br />

giunte in Oriente erano anche più catastrofiche. Ma, presentatosi sui posti,<br />

Massimiano dovette convincersi ben presto che sbaragliare e disperdere<br />

quell'accozzaglia di inetti non era un compito molto arduo per le sue truppe<br />

disciplinate ed esperte. Fra gli ultimi mesi del 285 e i primi del 286 la ribellione era<br />

praticamente domata, sebbene molte bande sfuggite a scontri campali e moltissimi<br />

dispersi prolungassero per qualche tempo la non gloriosa campagna del cesare.<br />

Anche questa volta, lungo la strada, le notizie trasformarono la realtà dei fatti ma in<br />

senso inverso dalla volta precedente, e a Nicomedia si parlò di una campagna<br />

fulminea e gloriosissima, che affrettò al vincitore la nomina ad augusto.<br />

7. Per domare l'insurrezione Massimiano aveva raccolto le sue truppe non dalle<br />

legioni che stavano a guardia dei confini germanici (e che non dovevano essere<br />

indebolite a causa della continua minaccia dei Barbari), ma le aveva prese<br />

specialmente dalle zone a nord del Po e attorno alle Alpi, dove potevano stanziare<br />

reparti distaccati da formazioni maggiori.<br />

Con questa occasione è ricollegato il martirio della legione Tebea dalla relativa<br />

Passione che fu scritta nel secolo VII, probabilmente da un monaco del posto (Saint-<br />

Maurice). Secondo questo documento Massimiano, prima della campagna contro i<br />

Bagaudi, radunò a Octodurum (oggi Martigny, nel Vallese della Svizzera) sia altre

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