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ERA DEI MARTIRI

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L'Impero romano ai tempi della prima tetrarchia<br />

Le vicende politiche<br />

1. L'Impero romano durante il secolo III dopo Cr. aveva figurato quasi sempre come<br />

una nave senza nocchiero in gran tempesta. La tempesta era prodotta al di dentro<br />

dalle rivolte di legionari o pretoriani e dalle lotte di competitori, mentre dal fuori<br />

ondate di Barbari si rovesciavano ininterrottamente sui confini mal difesi dell'Impero.<br />

Gli abili nocchieri della sconquassata nave erano stati pochissimi in quel periodo,<br />

nonostante la numerosità degli imperatori: dalla morte di Commodo (anno 192) fino<br />

all’avvento di Diocleziano (284) ossia in 92 anni, il trono dei Cesari fu occupato da<br />

ben ventotto imperatori, senza contare effimeri competitori di nessun rilievo. Costoro<br />

furono numerosi specialmente sotto l'impero di Gallieno (260-268), che perciò fu<br />

chiamato il periodo dei «trenta tiranni». Dei ventotto imperatori, finirono uccisi<br />

ventidue e forse più. I pochi imperatori degni che figurarono in questo periodo furono<br />

quasi tutti illirici di nascita (Claudio II, Aureliano, Probo), giacché difettando sempre<br />

più i legionari di sangue latino o italico, i loro posti erano occupati da provinciali<br />

desiderosi di far fortuna nelle milizie dell'Impero.<br />

2. Forse era illirico anche Caro, prefetto del pretorio, che dopo l'uccisione di Probo fu<br />

proclamato imperatore (282). Per assicurarsi fedeli collaboratori egli nominò «cesari»<br />

i suoi figli Carino e Numeriano, e lasciato il primo a governare l'Occidente partì per<br />

l'Oriente a combattere contro la Persia, conducendo con sé Numeriano. La campagna<br />

contro i Persiani procedeva felicemente ed era già prossima la vittoria finale, quando<br />

Caro morì (283) ucciso da un fulmine, come si disse, oppure a tradimento.<br />

Numeriano, allora, sospese le operazioni contro i Persiani e cominciò con l'esercito<br />

una faticosa ritirata, durante la quale contrasse una malattia agli occhi che lo costrinse<br />

a viaggiare in lettiga chiusa; ma giunto l'esercito sul Bosforo risultò che nella lettiga<br />

giaceva un cadavere.<br />

Quando i soldati, affezionati al valoroso condottiero, seppero la realtà, incolparono<br />

dell'uccisione Apro, prefetto del pretorio e suocero del morto; e poiché egli doveva<br />

aver agito allo scopo di prendere il posto di Numeriano, per reazione elessero subito<br />

imperatore in Calcedonia un ufficiale di nome Diocleziano, misero in catene Apro, e<br />

richiesero un processo contro di lui. Il processo fu tenuto davanti a tutto l'esercito, ma<br />

fu brevissimo: Diocleziano, salito sul tribunale, invocò il dio Sole a testimonio della

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