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Sieog 2-2008

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presenza di un’indicazione medica che oggettivamente<br />

giustifichi il ricorso alla diagnosi, ed a seguito di un approfondito<br />

processo di comunicazione tra l’interessato<br />

e genetic counselor, nel corso del quale “si abbiano presenti<br />

le condizioni da rispettare per condurre una diagnosi<br />

eticamente lecita, che:<br />

1. rispetti la vita e l’integrità dell’embrione/feto e sia<br />

orientata alla sua salute individuale;<br />

2. faccia uso di metodi impiegati con il pieno consenso<br />

informato della madre, senza far correre rischi sproporzionati<br />

né alla madre né al figlio;<br />

3. sia orientata a favorire una serena e consapevole accettazione<br />

del nascituro, quando non siano possibili<br />

interventi terapeutici;<br />

4. rispetti l’autonomia interiore e la coscienza del medico<br />

e del genetista, anche di fronte alla richiesta di<br />

una richiesta di una diagnosi eugenetica”.<br />

Infatti, i test per la diagnosi pre-natale hanno dei limiti e<br />

dei rischi, sia per la gestante che per il feto stesso: rischi<br />

che necessitano non solo di un’informazione esauriente<br />

e dettagliata, ma anche di un’attenta valutazione da parte<br />

della gestante, per la quale sarebbe auspicabile un discreto<br />

intervallo di tempo tra l’informazione suddetta e<br />

l’esecuzione della metodica.<br />

In questa nota si presentano alcuni casi giunti alla nostra<br />

attenzione, nei quali sono emersi profili di responsabilità,<br />

in ambito sia penale che civile, dell’esecutore della<br />

metodica. Si segnalano inoltre alcune sentenze in tema<br />

di responsabilità medica colposa e in tema di falsità ideologica.<br />

Si riportano, infine, i modelli di informazione/consenso<br />

proposti dalla S.I.G.U. nel 2002 e dalla S.I.E.O.G. nel 2006,<br />

che riteniamo molto ben impostati anche dal punto di<br />

vista medico-legale.<br />

CASISTICA<br />

Riportiamo, qui di seguito, i casi che sono stati osservati<br />

nell’ambito dell’attività peritale del Dipartimento di Medicina<br />

Legale di Pavia.Tutti e quattro riguardano complicanze<br />

consecutive ad amniocentesi.<br />

Non abbiamo invece avuto esperienze in materia di villocentesi<br />

e cordocentesi.<br />

Caso I<br />

35enne, primi-gravida, alla 15 a settimana:<br />

• Indicazione all’amniocentesi per rischio di Sindrome<br />

di Down età-correlato.<br />

• Informazione/consenso scritto: NO.<br />

• Data amniocentesi: 13.8.2001<br />

• Complicanze:<br />

- il giorno successivo assenza del BCF e distacco<br />

placentare,<br />

- ricovero per svuotamento e revisione della cavità<br />

uterina,<br />

- iperpiressia e metrorragia, risoltesi con l’assunzione<br />

di antibiotici e sintomatici.<br />

6<br />

Caso II<br />

42enne, terzi-gravida alla 15 a settimana (gemellare con<br />

perdita spontanea di uno dei due feti):<br />

• Indicazione all’amniocentesi per evidenza di mosaicismo<br />

(trisomia 11/normale) in villocentesi eseguita alla<br />

10 a settimana prima della perdita di uno dei due<br />

feti.<br />

• Informazione/consenso scritto: NO.<br />

• Data amniocentesi: 5.9.1994<br />

• Complicanze:<br />

- mezz’ora dopo violenti dolori addominali,<br />

- 6.9: addome acuto, dolori addomino-pelvici e iperpiressia<br />

(T superiore a 40°) con brividi. Diagnosi<br />

di amniosite con morte fetale, febbre settica, sospetta<br />

perforazione intestinale, peritonite,<br />

- assenza di BCF e di MAF, induzione di travaglio<br />

abortivo e revisione della cavità uterina.<br />

Caso III<br />

32enne, quarti-gravida nullipara, alla 16 a settimana:<br />

• Indicazione all’amniocentesi per tre precedenti aborti<br />

spontanei e riscontro di inversione pericentrica del<br />

cromosoma 5.<br />

• Informazione/consenso scritto: SI (modulo “presentato<br />

alla sua sottoscrizione” da parte di un’infermiera).<br />

• Data amniocentesi: 22.3.2004 (prelievo non riuscito<br />

dopo 3 tentativi infruttuosi e dolorosi).<br />

• Complicanze:<br />

- in serata emorragia dai genitali e morte endo-uterina<br />

ed espulsione del feto con secondamento<br />

spontaneo e completo,<br />

- quadro di CID,<br />

- emocolture positive per E. coli,<br />

- versamento siero-ematico pelvico e sub-frenico<br />

bilaterale, da microperforazione e lacerazione del<br />

retto medio - Perdita ematica dai drenaggi - Laparotomia<br />

mediana sovra-ombelico-pubica per<br />

processo peritonitico.<br />

• Revisione della cavità uterina, per persistente leucocitosi.<br />

Caso IV<br />

34enne, secondi-gravida, alla 15 a settimana:<br />

• Indicazione all’amniocentesi per rischio di Sindrome<br />

di Down età-correlato.<br />

• Informazione/consenso scritto: NO<br />

• Data amniocentesi: 24.4.2004<br />

• Complicanze:<br />

- morte intrauterina del feto, svuotamento cavità<br />

uterina,<br />

- sepsi, shock cardiogeno, insufficienza respiratoria<br />

e CID.<br />

• Sedata, intubata, ventilata meccanicamente. Edema polmonare,<br />

infarto miocardico e grave acidosi lattica.<br />

• Colture su tamponi dalle vie genitali positive per batteri<br />

di origine intestinale.<br />

• Perdite ematiche e purulente dai genitali, con necessità<br />

di isterectomia e salpingectomia bilaterale.<br />

• Emato-chimici indicativi di insufficienza epatica acuta.

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