Prelibatezza da gustare lentamente - Gustolocale
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ichiamasse in un sol nome il<br />
Vicentino.<br />
L’idea giusta è venuta al<br />
vulcanico Giuliano<br />
Cremasco che ha pensato<br />
bene di accostare al nome<br />
del dolce un detto<br />
conosciuto in tutta Italia:<br />
“Vicentini magna gati”. E<br />
se invece di gati si<br />
mangiasse la Gata?<br />
Detto fatto, e così il<br />
gruppo pasticceri (19<br />
quelli che hanno la<br />
loro disciplinare<br />
depositata in Camera di Commercio)<br />
capitanato <strong>da</strong> Carlo Pozza, ha deciso che il nuovo dolce<br />
vicentino fosse La Gata.<br />
Simpatica la confezione: all’interno uno stencil e una bustina<br />
di zucchero a velo per comporre le orme del gatto sulla torta.<br />
Un dolce che può essere consumato fino ad un mese <strong>da</strong>lla<br />
preparazione, ma ricor<strong>da</strong> Roberto Agosti: “come tutte le cose<br />
buone è consigliabile consumarlo nella sua intera freschezza,<br />
magari accompagnato con uno zabaione o una crema<br />
pasticcera alla vaniglia<br />
leggermente liqui<strong>da</strong>”.<br />
L’accostamento<br />
ideale è con un buon<br />
recioto passito della<br />
vicina Gambellara.