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Prelibatezza da gustare lentamente - Gustolocale

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A tavola con il Conte<br />

Giannino Marzotto ama incontrare la gente a tavola, nella sua casa di Trissino.<br />

Che siano amici, uomini d’affari o giornalisti interessati ad un’intervista.<br />

“Si accomodi – mi dice – è quasi pronto. Gradisce un aperitivo?” È un Lessini<br />

Durello dei Colli Vicentini “buono e con un ottimo prezzo” sottolinea.<br />

Zoran, il suo cuoco personale, porta in tavola come antipasto un paté di sgombro<br />

e del fegato con radisello. Oggi non ha cucinato, ma quando può il conte si mette<br />

personalmente ai fornelli. “Mi piace sperimentare – spiega – e quando sono <strong>da</strong><br />

solo mi lascio an<strong>da</strong>re con prove ardite, talvolta escono cose immangiabili”.<br />

“Qual è il piatto che le riesce meglio?” chiedo. Il padrone di casa vuole l’opinione<br />

degli ospiti presenti: dopo un breve consulto, l’idea prevalente è che sia “l’Agnello<br />

alla provenzale”, preparato con pane grattugiato, timo e origano.<br />

“Per me la qualità della vita è questa – confessa – stare a tavola con gli amici<br />

<strong>da</strong>vanti ad un caminetto acceso, bere un bicchiere di vino e <strong>gustare</strong> qualche buon<br />

piatto. Amo le parole in libertà, non mi sottraggo mai al confronto: farlo in modo<br />

conviviale lo rende ancor più apprezzabile. Quella che era la passione per la velocità della mia giovinezza, che mi portava a correre in automobile,<br />

oggi è diventata questo: nella convivialità trovo la stessa intensità di vita”.<br />

Arrivano in tavola canederli allo speck, si stappa un Malbech della Santa Margherita. “Adoro i piatti semplici e non cerco le commistioni di sapori<br />

– spiega – purtroppo molti di questi gusti si stanno perdendo per colpa di leggi assurde. Per questo motivo faccio <strong>da</strong> me le sopresse. Ogni anno<br />

in autunno acquisto un maiale, lo allevo per gli ultimi mesi e poi lo faccio<br />

macellare. Così posso far su le sopresse come una volta. Ma bisogna saper<br />

attendere: dice il proverbio che la sopressa deve passare un anno <strong>da</strong> viva<br />

e una <strong>da</strong> morta, quindi maiali di un anno di età e invecchiamento per un<br />

altro anno”.<br />

Per secondo Zoran serve una tagliata di filetto. “Amo la carne, la selvaggina<br />

in particolre, ma anche molto il pesce, perché sono sempre stato un uomo<br />

di mare. I formaggi mi piacciono saporiti, purtroppo se ne trovano ben<br />

pochi in commercio. Mi piace l’Asiago Stravecchio, ma bisogna saperlo<br />

scegliere, oppure compro il puzzone di Moena e lo lascio affinare un altro<br />

anno nella mia cantina, perché altrimenti sa di poco”.<br />

Un gelato al fiordilatte con marasche sotto grappa è il dessert che conclude<br />

la nostra colazione. “Conte Marzotto, riceve quotidianamente ospiti e<br />

spesso personalità importanti. Tutti parlano di lei come di un ottimo cuoco<br />

e un eccellente ospite. Avrà qualche segreto, no?”<br />

“Diciamo di sì, ad esempio non eccedo mai con le dosi: bisogna fare in<br />

modo che il commensale faccia scarpetta. Odio gli eccessi. E poi, così gli<br />

resta un po’ di voglia di tornare”.<br />

Michele Bertuzzo<br />

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