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Cavie e chimere - Comune di Parma

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Arca<strong>di</strong>o la raggiunse e le <strong>di</strong>ede tutta la pila con un certo sforzo, perché erano anche<br />

pesanti.<br />

“Vorrei che li teneste voi. Io non li voglio e non meritano <strong>di</strong> star qui. A casa vostra staranno<br />

benissimo”<br />

Alessia sorrise e guardò le sorelle, che subito ringraziarono il nonno <strong>di</strong> quel preziosissimo<br />

dono; con quei libri avevano passato lʼinfanzia, quello era un passaggio <strong>di</strong> testimone che<br />

la tra<strong>di</strong>zione andasse avanti e quei libri venissero letti ad altre generazioni.<br />

Angelo e Attilio, nel frattempo, presero le due borse e li caricarono in una macchina. Erano<br />

venuti tutti e cinque con la macchina <strong>di</strong> Attilio e quella <strong>di</strong> Angelo; lʼorganizzazione adesso<br />

prevedeva tre da una parte e tre dallʼaltra. La strada non era lunghissima da fare, ma la<br />

pioggia, i blocchi dei soldati e della polizia e il traffico degli evacuati avrebbero raddoppiato<br />

il tempo <strong>di</strong> andata.<br />

Arca<strong>di</strong>o chiuse le imposte delle finestre, chiuse tutte le porte <strong>di</strong> tutte le stanze ed infine<br />

chiuse la porta dʼingresso. La porta si chiuse con un tonfo. Arca<strong>di</strong>o infilò nella toppa la<br />

chiave, la girò e poi la tirò fuori. Era tutto inutile, ma i suoi lo lasciarono fare non senza un<br />

poʼ <strong>di</strong> commozione, perché quella casa era anche loro. La casa sullʼargine del Po.<br />

Con un sospiro, Arca<strong>di</strong>o soppesò il mazzo, poi lo consegnò ad Angelo.<br />

“Mi raccomando, non perdetelo”<br />

Angelo se lo infilò in una tasca dei pantaloni, mostrandogli che era al sicuro. Senza<br />

parlare salirono nelle macchine: Angelo, Attilio e Arca<strong>di</strong>o su una, sullʼaltra Alessia,Amelia e<br />

Anna.<br />

Gli uomini davanti e le ragazze <strong>di</strong>etro, mentre la pioggia batteva sui finestrini e il Po<br />

gorgogliava affamato, tutti salutarono la vecchia casa. Costa Martinello, frazione<br />

minuscola <strong>di</strong> Lido Libero, che la morte ti sia indolore, perché la nostra più grande<br />

sofferenza sarebbe sapere che tu hai sofferto nellʼandartene via; vecchio Po, fiume<br />

rabbioso, dalle acque dense e nere, abbi pietà <strong>di</strong> questa casa e <strong>di</strong> questo piccolo nucleo <strong>di</strong><br />

povera gente che emigrerà chissà dove; cara pioggia, non confonderti subito nelle lacrime,<br />

lascia loro il tempo <strong>di</strong> scorrere sulle guance <strong>di</strong> questi poveretti che se ne vanno, dà loro il<br />

<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> piangere; ricor<strong>di</strong>amoci tutti <strong>di</strong> questo ad<strong>di</strong>o, lʼad<strong>di</strong>o al nostro passato, alla nostra<br />

terra e alla nostra amata madre, che sia foriero <strong>di</strong> speranza per un futuro migliore, che sia<br />

lʼinizio <strong>di</strong> un mondo nuovo.<br />

Lʼarrivo fu relativamente puntuale e in quella zona si affacciava un sole timido, troppo<br />

vergognoso per scaldare. I Filimenghi scesero dalle auto un poʼ tristi, ma sollevati <strong>di</strong><br />

essere salvi. Arca<strong>di</strong>o guardò il S. Pancrazio con un sorriso, lʼe<strong>di</strong>ficio bianchissimo e lʼerba<br />

innaturalmente verde, proprio come nella fotografia.<br />

“Beh, non è male” commentò Amelia, guardandosi attorno. Alessia e Anna, invece, non<br />

erano tanto convinte. Dicevano che trecento euro erano troppo pochi, che quel posto era<br />

troppo lontano da qualsiasi città nei <strong>di</strong>ntorni, che cʼera unʼaria strana. Gli altri invece erano<br />

pienamente sod<strong>di</strong>sfatti; quando si vive nel male, si tende a vedere il male ovunque.<br />

Angelo e Attilio presero le borse e guidarono il gruppo allʼingresso, sperando <strong>di</strong> ritrovare la<br />

signorina Assunta. Come non detto, eccola sbucare dalla sua postazione con un sorriso<br />

meraviglioso.<br />

“Il signor Filimenghi! Buongiorno a tutti, buongiorno... avete fatto buon viaggio? Quante<br />

cose ha portato, signor Arca<strong>di</strong>o... vuole che la sistemiamo imme<strong>di</strong>atamente? Signori,volete<br />

restare fino a cena? Purtroppo, non possiamo dare da mangiare anche ai visitatori, ma<br />

potete restare...”<br />

I familiari si guardarono.<br />

“Hai piacere che restiamo?” chiese Alessia, a nome <strong>di</strong> tutti.<br />

Arca<strong>di</strong>o si avvicinò le borse ai pie<strong>di</strong>.<br />

“No, tranquilli. Starò benissimo.”

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