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Cavie e chimere - Comune di Parma

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Così iniziò la settimana ed imme<strong>di</strong>atamente andarono allʼattacco. Scoprire a quale porta<br />

bianca fu il primo passo da compiere, e ci volle una giornata per farlo. A ciascuno i suoi<br />

tempi, insomma. Essa stava in fondo al corridoio, oltre gli stu<strong>di</strong> dei me<strong>di</strong>ci, oltre la mensa e<br />

oltre gli sgabuzzini e porte senza nome o con solo “Accesso riservato agli autorizzati”<br />

inchiodato al legno. La porta <strong>di</strong> cui aveva parlato Clau<strong>di</strong>o era quasi invisibile, su una<br />

parete can<strong>di</strong>da che sembrava inghiottirla, e nessuno avrebbe potuto capire che vi era una<br />

porta se non dalla maniglia <strong>di</strong>sincrostata e dalla linea che contornava il muro.<br />

“Beh, una porta del genere deve nascondere qualcosa, per forza...” commentò Ersilia,<br />

sbirciando dalla serratura.<br />

Gaspare, sfruttato ovunque come palo perché altrove sarebbe stato solo un impiccio, batté<br />

il bastone sul pavimento e sussurrò<br />

“Ragazzi, arriva qualcuno!”<br />

Che <strong>di</strong>re? Si erano inoltrati troppo per rispondere che stavano facendo un giretto, se<br />

avessero chiesto che cosa facesse lì quello strano gruppo.<br />

“Cosa facciamo? Arca<strong>di</strong>o, cosa facciamo?” piagnucolò Ivo, aggrappandosi allʼamico. E<br />

Arca<strong>di</strong>o, dʼistinto, ribatté<br />

“Nascon<strong>di</strong>amoci!”<br />

Zoppicando e borbottando come i vecchi che erano, si infilarono tutti in uno stanzino buio<br />

e polveroso, uno sgabuzzino. Quasi tutti. Gaspare restò impalato dovʼera. E quel qualcuno<br />

che aveva visto arrivare era la Dr. sa Marchigiani, alta e mora, con unʼespressione da<br />

<strong>di</strong>avolo che consolava.<br />

“Signor Freticelli, che cosa sta combinando qui?”<br />

Gaspare guardò <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé, nella speranza che uno del gruppo lo aiutasse. Da solo, andò<br />

in panico tanto da non riuscire a prendere il quaderno dalla tasca.<br />

“E lei chi è,come fa a conoscermi?...”<br />

La dottoressa sospirò e lo prese per un braccio.<br />

“Immagino che volesse fare una passeggiata e si è trovato qui... per favore, considerato il<br />

suo problema, cerchi <strong>di</strong> rimanere nelle zone che conosce meglio... non possiamo<br />

continuare a recuperarla... capisce quel che <strong>di</strong>co?”<br />

E il povero Gaspare capiva, ma si chiedeva chi fosse quella donna, cosa volesse da lui e<br />

perché lo conoscesse; lo prese un attacco <strong>di</strong> isteria che lo fece andare su <strong>di</strong> giri come un<br />

matto.<br />

“Signorina, la prego <strong>di</strong> lasciarmi stare e <strong>di</strong> <strong>di</strong>rmi chi è lei, dove sono e cosa ci faccio qui! E<br />

mi faccia il santo piacere <strong>di</strong> mollarmi, che mi sta facendo anche male...”<br />

Fu così che Gaspare si sacrificò involontariamente per i propri amici, i quali spiarono dalla<br />

porta socchiusa cosʼera avvenuto al compagno.<br />

“Meglio lui che tutti, siamo sinceri” commentò Ersilia, grattandosi la nuca.<br />

“Tu sei cattiva nellʼanimo, allora.” rispose Ivo, incredulo “Dove lʼavranno portato?”<br />

Luciana cercò <strong>di</strong> tranquillizzare tutti con mitezza “Lʼavranno riportato al piano <strong>di</strong> sopra”<br />

“E se non fosse così?”<br />

Tutti si rivolsero verso Arca<strong>di</strong>o, che fissava il punto in cui Gaspare era stato portato via con<br />

preoccupazione.<br />

“Sappiamo benissimo che è molto malato, non ricorda niente ed è abbastanza innocuo.<br />

Se qui fanno degli esperimenti sugli uomini, lui non sarebbe perfetto?”<br />

Ivo si coprì il volto, palli<strong>di</strong>ssimo “Oh, poverino...”<br />

Ora erano due gli scomparsi da ritrovare. Ivo, Ersilia,Luciana ed Arca<strong>di</strong>o si precipitarono,<br />

ovviamente con la loro misurata velocità, al piano superiore. Dopo una faticosa<br />

arrampicata ed una corsa per i corridoi, trovarono il loro caro Gaspare serenamente<br />

seduto su una poltrona davanti alla portafinestra, intento a giocare con una bottiglietta <strong>di</strong><br />

plastica.

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