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Cavie e chimere - Comune di Parma

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I tre entrarono nella camera immersa nel buio, con la finestra chiusa. Aleggiava un leggero<br />

odore <strong>di</strong> piscio. Sul letto cʼera qualcosa <strong>di</strong> imponente, che si muoveva appena, e si sentiva<br />

un pesante russare.<br />

Ersilia accese la luce e lʼessere sul letto protestò con una sorta <strong>di</strong> grugnito. Arca<strong>di</strong>o si<br />

avvicinò in ansia. Non riusciva ad ammettere a se stesso che quella montagna inerte e<br />

maleodorante fosse Clau<strong>di</strong>o. Luciana andò dallʼaltro lato e soffocò un singhiozzo.<br />

“Gli hanno fatto la lobotomia”<br />

Ersilia ed Arca<strong>di</strong>o la guardarono spaesati.<br />

“Si stacca la connessione tra il lobo frontale e il resto del cervello. Quel che rimane<br />

dellʼuomo è un vegetale”<br />

Mise una mano sul capo del povero Clau<strong>di</strong>o. Aveva due cicatrici sulle tempie. Come un<br />

vero combattente.<br />

“E ora che ne sarà <strong>di</strong> lui?” domandò, più a se stesso che a Luciana, Arca<strong>di</strong>o.<br />

Lei inarcò un sopracciglio.<br />

“Ne faranno una cavia”<br />

“Allora meglio che muoia”<br />

Arca<strong>di</strong>o gli tappò il naso e la bocca con lʼaiuto dellʼamica. Clau<strong>di</strong>o spirò senza nemmeno<br />

lottare unʼultima volta.<br />

Sulla poltrona, Ersilia piangeva rumorosamente, e con la voce rotta da irrefrenabili<br />

singhiozzi ripeteva<br />

“Veronika decide <strong>di</strong> morire <strong>di</strong> Paulo Coelho... Qualcuno volò sul nido del cuculo... Ragazze<br />

interrotte... Lʼesercito delle 12 scimmie...Il papà <strong>di</strong> Giovanna... Changeling...Amadeus...”<br />

Quei titoli non avevano un gran senso detto tra loro; per Ersilia, forse, rappresentavano<br />

tutto ciò che sapeva dei manicomi.<br />

Clau<strong>di</strong>o giaceva <strong>di</strong>steso ormai deceduto, come un gigante sconfitto. Però era sconfitto con<br />

la vittoria nel cuore, la vittoria <strong>di</strong> aver detto la verità ed esortato degli altri a lottare per<br />

scoprirla.<br />

I tre uscirono dalla stanza senza <strong>di</strong>re una parola, solo Ersilia piangeva ed ora in maniera<br />

più calma. Non si fecero vedere da nessuno e, a capo chino, entrarono nella camera <strong>di</strong><br />

Gaspare. Il vecchio li guardò sospettoso e chiese loro come si chiamassero e cosa<br />

potesse fare per loro.<br />

Ersilia li <strong>di</strong>ede il suo fido quaderno, in<strong>di</strong>candogli i loro nomi. Gaspare si convinse.<br />

“Ci siamo giocati Ivo, però. É sparito” <strong>di</strong>sse Luciana.<br />

“Per oggi basta fare gli investigatori” replicò Arca<strong>di</strong>o “Domani ricominciamo, ma per oggi<br />

basta”.<br />

Tutti assentirono.<br />

Così fecero. La mattina successiva si misero al tavolo, a mangiare in silenzio, quasi senza<br />

neanche guardarsi.<br />

“Ivo non è ancora tornato in camera?”<br />

“Non lʼho ancora sentito. Io e lui abbiamo una affinità elettiva, come il buon Goethe <strong>di</strong>ce.”<br />

Le ricerche non continuarono subito dopo la colazione. Lʼassenza <strong>di</strong> Ivo li inquietava. Ma<br />

ben presto egli tornò; erano nel corridoio del primo piano, quando u<strong>di</strong>rono la sua voce<br />

gridare<br />

“Sono qui! Sono qui!”<br />

Per quanto la sua età e il peso potevano permettere, correva ansimando. Aveva ancora i<br />

vestiti, scomposti, del giorno prima. Aveva il volto pallido ma arrossato per il freddo e,<br />

verosimilmente, per il pianto; gli occhi erano allucinati, grossi e luci<strong>di</strong>ssimi.<br />

“Dio mio,calmati!” esclamò Luciana,prendendolo al suo fianco “Dove sei finito? Eri <strong>di</strong>etro <strong>di</strong><br />

me e poi sei scomparso!”<br />

“Ho visto un cane crocifisso!” strillò, ficcandosi le mani nei capelli grigi “Ho visto un cane<br />

crocifisso alla parete, come Gesù Cristo sul Golgota!”

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