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Era tutto come nella fotografia, soltanto meno rarefatto. E ad aspettarli non cʼerano né i<br />
due uomini né la signorina col sorriso a trentadue denti. Lʼerba era stata appena tagliata e<br />
splendeva nel suo verde fin innaturale, un verde smeraldo accentuato dalle gocce <strong>di</strong><br />
nebbia e dallʼimpianto <strong>di</strong> irrigazione. Lʼe<strong>di</strong>ficio era enorme,bianco smagliante,rettangolare,<br />
proprio come un ospedale; a qualche metro dal corpo centrale, due costruzioni più piccole,<br />
come dei bunker antiatomici, anche loro can<strong>di</strong><strong>di</strong>, ma senza finestre, bensì una minuscola<br />
porta <strong>di</strong> acciaio, con <strong>di</strong>verse serrature. Saranno stati dei ripostigli o i magazzini, chissà.<br />
Attraversarono lʼimmenso giar<strong>di</strong>no seguendo un sentiero stretto ed or<strong>di</strong>nato,<strong>di</strong> ghiaia<br />
bianchissima. Tutto quel candore cominciava ad inquietare il buon Arca<strong>di</strong>o.<br />
Le porte si aprirono automaticamente con un leggero ronzio e si chiusero <strong>di</strong> scatto alle loro<br />
spalle. Lʼingresso era vuoto e silenzioso; non vi erano in<strong>di</strong>cazioni né decorazioni alle pareti<br />
o almeno avvisi, locan<strong>di</strong>ne, qualsiasi cosa potesse essere letto. I muri erano, ovviamente,<br />
lin<strong>di</strong> e nemmeno macchiati da qualcuno che, senza accorgersene, si era appoggiato,<br />
sporcando; solo un grande crocifisso, con il Cristo in porcellana e la croce in legno <strong>di</strong><br />
betulla, scelta davvero curiosa. Almeno, sette se<strong>di</strong>e occupavano lo spazio e davano<br />
<strong>di</strong>rettamente allʼAccettazione. Non cʼera nessuno.<br />
“Ma è giorno <strong>di</strong> festa?” domandò Arca<strong>di</strong>o, preoccupato <strong>di</strong> tale silenzio,ma anche<br />
speranzoso che fosse un buon motivo per cui andarsene.<br />
Angelo si sporse al banco, facendo stridere gli scarponi sul pavimento <strong>di</strong> marmo rosa;<br />
Attilio gli fece segno <strong>di</strong> fare meno chiasso. Il fratello non se ne curò minimamente.<br />
“Non cʼè nessuno?”<br />
No. Lì dentro faceva freddo, come se girasse la Morte da sola, a passeggio. Finalmente, ci<br />
fu un segno <strong>di</strong> vita. Una giovane donna in camice, ma probabilmente non un me<strong>di</strong>co, si<br />
sedette al banco e guardò Angelo attraverso il vetro.<br />
“Buongiorno” <strong>di</strong>sse, a bassa voce, con un sorriso del tutto preparato, esattamente come<br />
nella fotografia.<br />
“Salve “ rispose Angelo,con i suoi soliti mo<strong>di</strong> sbrigativi, a volte anche scontrosi, che lo<br />
rendevano in apparenza inadatto al mondo degli affari; ma era precisamente il suo<br />
atteggiamento schiettamente paesano a farlo valere nella burocrazia.<br />
“Abbiamo letto <strong>di</strong> voi sul sito, ma siamo venuti per assicurarci della serietà <strong>di</strong> questo posto.<br />
Vorremmo che nostro padre soggiornasse qui...”<br />
La donna subito si alzò e snocciolò informazioni, aggiungendo documenti, moduli e<br />
pubblicità per dare atten<strong>di</strong>bilità al <strong>di</strong>scorso. Disse quel che già Attilio aveva riferito al<br />
padre, ovvero che la tassa consisteva in soli trecento euro e che allʼe<strong>di</strong>ficio erano connessi<br />
un reparto per orfani ed uno per animali domestici abbandonati, ma <strong>di</strong>sse anche che vi<br />
erano me<strong>di</strong>ci che si occupavano dei pensionanti ogni giorno e che essi potevano<br />
trascorrere il tempo come più gli fosse congeniale: il S. Pancrazio <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong> un giar<strong>di</strong>no<br />
esterno, come i signori avevano potuto vedere, ma anche <strong>di</strong> uno interno, provvisto<br />
ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> un laghetto e <strong>di</strong> panchine dove sedersi nelle belle giornate, <strong>di</strong> unʼarea<br />
sabbiosa ed una a erba sintetica dove praticare sport vari, per i quali erano attrezzati al<br />
meglio. I pensionanti non erano costretti a seguire nessun programma né attività<br />
particolari, ognuno era libero <strong>di</strong> gestirsi come volesse; nel caso fortuito in cui uno fosse<br />
gravemente malato o avesse problemi <strong>di</strong> qualsivoglia genere, imme<strong>di</strong>atamente gli<br />
venivano accollati unʼinfermiera esperta e dei me<strong>di</strong>ci che si prendessero cura <strong>di</strong> lui.<br />
Altrimenti, si poteva vivere in pace e serenità, quasi meglio che a casa.<br />
Ad Arca<strong>di</strong>o non <strong>di</strong>spiacquero le parole della donna, dato che tremava al solo pensiero <strong>di</strong><br />
attività organizzate e festicciole cretine, e fu stupito positivamente dalla libertà che<br />
comunque gli veniva concessa. Certo, il posto, per come era arredato, gli metteva un poʼ<br />
<strong>di</strong> ansia; ma tutte le istituzioni ospedaliere e para-tali non erano proprio il tripu<strong>di</strong>o della<br />
gioia <strong>di</strong> vivere.<br />
“E per quanto riguarda gli spazi personali? La camera, il bagno...” domandò Attilio,<br />
leggendo nel pensiero del padre.