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PIANO DELLE VACCINAZIONI DELLA REGIONE CAMPANIA

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l’ultimo caso di poliomielite autoctona si è verificato in Italia nel 1982, e la Regione Europea è stata<br />

certificata libera dalla polio nel giugno 2002. La circolazione di poliovirus selvaggi rimane ora<br />

confinata a non più di 6 paesi dell'Africa e del sub-continente indiano.<br />

Programma attuale di vaccinazione<br />

La strategia vaccinale, in seguito alla certificazione dell’OMS di eliminazione della polio in Europa,<br />

è stata modificata con Decreto del Ministero della Salute del 18/06/02, passando dalla schedula<br />

sequenziale alla somministrazione esclusiva di vaccino antipolio inattivato (IPV). Il ciclo primario<br />

di vaccinazione è rimasto invariato (3 dosi nel primo anno di vita), seguito da un richiamo nel corso<br />

del 3° anno (dopo almeno 12 mesi dalla 3° dose).<br />

I risultati di ICONA 2003 mostrano che il passaggio da OPV a IPV non ha modificato i livelli di<br />

copertura vaccinale, che sono stabilmente elevati (media regionale: 97,1% vs. media nazionale: 96%<br />

per tre dosi entro i due anni di vita).<br />

I dati rilevati routinariamente dal Ministero della Salute (mod.19) sono sostanzialmente<br />

sovrapponibili a quelli dell’indagine campionaria: in Campania si è passati dal 91,5% di copertura<br />

nella coorte dei nati nel 1999 al 96% per i nati nel 2001.<br />

Vaccini disponibili<br />

Con il passaggio all’IPV, sono stati introdotti sul mercato diversi prodotti combinati, che associano<br />

la componente antipolio agli altri vaccini previsti in età pediatrica.<br />

Obiettivi del programma di vaccinazione<br />

L’obiettivo del PSN di copertura > 95% entro i due anni è stato raggiunto; l’attuale obiettivo del<br />

programma vaccinale è evitare l’importazione di casi mantenendo una elevata copertura vaccinale<br />

fino all’avvenuta eradicazione dell’infezione.<br />

Azioni da intraprendere<br />

Mantenere elevate coperture nei nuovi nati;<br />

Raggiungere tutti i gruppi di popolazione a rischio (nomadi, immigrati, rifugiati);<br />

Provvedere ad un sollecito controllo e attivare tutte le procedure necessarie per il recupero dei<br />

soggetti non vaccinati nel rispetto del timing previsto dal calendario nazionale;<br />

In vista dell’eradicazione, per identificare prontamente eventuali casi importati, mantenere la<br />

sorveglianza delle paralisi flaccide acute, in collegamento con il Centro di Riferimento<br />

Regionale c/o l’Istituto di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università degli Studi Federico II<br />

di Napoli.<br />

G.2 Vaccinazione antitetanica<br />

Epidemiologia<br />

Dal 1992 al 2000 il numero di notifiche di tetano è rimasto costante, con un numero medio di 102<br />

casi per anno, pari ad un’incidenza di 1,8/1.000.000. Nonostante i grandi successi raggiunti rispetto<br />

all’epoca pre-vaccinale, questa incidenza è nettamente superiore a quanto osservato in altre nazioni<br />

occidentali (USA: 0,15/1.000.000; media Europea: 0,8/1.000.000).<br />

Tra le 292 segnalazioni di casi pervenuti all’Istituto Superiore di Sanità negli anni 1998-2000, 181<br />

(62%) riportano informazioni circa lo stato vaccinale, ed il 90% dei casi per cui è nota questa<br />

informazione non risulta vaccinato. Come negli altri paesi industrializzati, in Italia il tetano colpisce<br />

soprattutto gli anziani: negli anni 1990-2000, gli ultrassessantaquattrenni hanno rappresentato il<br />

70% dei casi. Confrontando il numero di casi segnalati in questo periodo con quelli segnalati negli<br />

anni 1971-79, si osserva che in questo gruppo di popolazione l’incidenza del tetano è diminuita solo<br />

del 54%, rispetto ad una diminuzione > 90% osservata nelle altre fasce di età. Tra gli anziani, le<br />

donne sono più colpite degli uomini con un rapporto maschi:femmine di 1:3, ed un picco massimo<br />

di incidenza di 2,4 casi/1.000.000. La letalità è ancora molto elevata (39% in media), ed aumenta<br />

con l’età, raggiungendo il 43% negli ultrasessantaquattrenni.<br />

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