PIANO DELLE VACCINAZIONI DELLA REGIONE CAMPANIA
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Attività di formazione continua degli operatori, allo scopo di mantenere una corretta informazione<br />
sulle conoscenze tecniche, sulla qualità dei servizi, sugli obiettivi e le strategie vaccinali regionali da<br />
applicare nel territorio in cui operano, dovranno essere organizzati a livello locale.<br />
E’ opportuno inoltre che i SEP curino la stampa e la diffusione tramite i Servizi vaccinali, i punti<br />
nascita e i MMG e PLS, di opuscoli informativi per la popolazione da aggiornare periodicamente<br />
alla luce delle ultime novità scientifiche e normative.<br />
N. Conclusioni<br />
Le azioni intraprese nell’ultimo quinquennio hanno permesso di affiancare ai risultati di copertura<br />
vaccinale per difterite, tetano, polio e epatite virale B già raggiunti negli anni ’90, elevati livelli di<br />
protezione verso le altre vaccinazioni previste dal calendario nazionale per l’infanzia, in particolare<br />
pertosse ed Hib.<br />
Il successo raggiunto per queste due malattie è attribuibile anche all’uso di vaccini combinati che<br />
hanno ridotto al minimo gli accessi ai servizi di vaccinazione e le iniezioni da praticare<br />
contemporaneamente. Tale aspetto, associato alla scelta di vaccini con ottima tollerabilità, ha<br />
portato ad aumentare l’accettabilità dell’offerta delle vaccinazioni. L’uso di vaccini e calendari che<br />
minimizzano gli effetti collaterali mantenendo l’efficacia clinica andrà salvaguardato nel futuro per<br />
ridurre il timore di pericolosità delle vaccinazioni e migliorarne l’accettabilità.<br />
Rispetto alle vaccinazioni del primo anno di vita è tuttavia necessario un ulteriore sforzo per<br />
raggiungere e mantenere la copertura ottimale contro morbillo, rosolia e parotite, che andrà<br />
concentrato tra il 2004 e il 2007, in accordo con quanto previsto dal Piano Nazionale di<br />
Eliminazione.<br />
Il controllo delle malattie prevenibili va supportato dall’esecuzione delle dosi di richiamo, previste<br />
per difterite, tetano e pertosse a 5-6 anni di vita e a 15-16 anni, che rappresenteranno una occasione<br />
opportuna anche per l’offerta di altre vaccinazioni (in particolare recupero per MPR e varicella).<br />
Va inoltre migliorata l’offerta di ulteriori somministrazioni di dTpa in età adulta, soprattutto quando<br />
il primo richiamo in epoca prescolare è stato effettuato con prodotti con ridotto contenuto antigenico<br />
per la difterite rispetto alla formulazione pediatrica.<br />
Vanno anche mantenute e intensificate le attività di verifica in ogni Distretto dei risultati conseguiti,<br />
per evidenziare tempestivamente aree con copertura sub-ottimale e adottare misure strategiche<br />
correttive.<br />
L’accettabilità dell’offerta vaccinale va sostenuta dalla disponibilità di sistemi di rilevazione degli<br />
eventi avversi, efficienti ed accessibili agli operatori sul territorio.<br />
La disponibilità di vaccini sicuri ed efficaci contro altre malattie rispetto a quelle menzionate nei<br />
LEA è un’ulteriore occasione di salute per la popolazione.<br />
L’introduzione dell’offerta da parte dei Centri Vaccinali Distrettuali anche di questi vaccini, con<br />
obiettivi chiaramente esplicitati, misurabili e collocabili nel tempo, rappresenta una ricchezza per la<br />
sanità pubblica. L’offerta di ulteriori vaccinazioni nei programmi estesi va tuttavia saldamente<br />
ancorata alla verifica dell’effetto della prevenzione sull’epidemiologia della malattia da contrastare.<br />
Ad esempio, per le vaccinazioni attualmente disponibili gli obiettivi specifici dovrebbero prevedere:<br />
per la varicella: monitoraggio dello spostamento in avanti dell’età dei casi, monitoraggio<br />
della frequenza di herpes zoster tra i vaccinati e i non vaccinati, verifica dell’efficacia della<br />
somministrazione di una sola dose di vaccino sotto i 12 anni di età, verifica dei fallimenti<br />
vaccinali con isolamento e caratterizzazione del virus<br />
per il meningococco: monitoraggio della frequenza relativa dei casi da meningococco C<br />
rispetto ad altri sierogruppi per valutare il rimpiazzo dei ceppi circolanti, verifica di<br />
eventuali fallimenti vaccinali, monitoraggio della reattogenicità della somministrazione di<br />
ogni vaccino coniugato con un determinato carrier in concomitanza con altre vaccinazioni<br />
dell’infanzia<br />
per lo pneumococco: monitoraggio della frequenza relativa dei vari sierogruppi contenuti nel<br />
vaccino per valutare la presenza di herd immunity tra i non vaccinati e il rimpiazzo dei ceppi<br />
con altri non controllati dal vaccino<br />
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