Modelli teorici e metodologici nella storia del diritto privato 4
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BONA FIDES<br />
103<br />
Altri hanno concentrato la propria interpretazione solo sul rapporto<br />
tra fides e giuramento – forse anche condizionati dal fatto che<br />
le fonti (al più) tardo-repubblicane a noi pervenute, scomparsi gli<br />
istituti <strong>del</strong> <strong>diritto</strong> arcaico, mettevano in risalto soprattutto questa funzione<br />
– e hanno rappresentato la fides essenzialmente come principio<br />
di vincolatività <strong>del</strong>la parola data 11 .<br />
Nessuna di queste spiegazioni appare però soddisfacente. Non la<br />
seconda, che evidentemente si basa su un’analisi incompleta dei testi.<br />
Ma neanche la prima, perché a ben vedere non è dato ravvisare alcun<br />
‘potere’ in capo al patronus o al princeps <strong>del</strong>la sodalitas o al tutor: un<br />
potere può talora accompagnarsi alla prestazione di fides, ma quest’ultima<br />
non è in sé una nozione potestativa. Non si spiegherebbe, altrimenti,<br />
perché nei mores predecemvirali non solo il cliente, ma anche<br />
il patrono incorresse <strong>nella</strong> sanzione <strong>del</strong>la sacratio quando avesse<br />
infranto la fides: non certo perché il cliente avesse un ‘potere’ nei confronti<br />
<strong>del</strong> patrono, ma in quanto la violazione <strong>del</strong>la fides determinava<br />
in sé un illecito sanzionato dal ius 12 .<br />
In realtà, per comprendere il valore <strong>del</strong>la nozione di fides occorre<br />
ricordare che essa svolge, linguisticamente, il ruolo di sostantivo <strong>del</strong><br />
verbo credo 13 , che in senso proprio significa ‘compiere un atto di rico-<br />
München, 1989, 146 ss. Cfr. anche G. VON BESELER, Fides, in Atti <strong>del</strong> Congresso internazionale<br />
di <strong>diritto</strong> romano, Roma, 1934, 135 ss. ed É. BENVENISTE, Il vocabolario <strong>del</strong>le<br />
istituzioni indoeuropee, Torino, 1976 (tit. or. Le vocabulaire des institutions indoeuropéennes,<br />
Paris, 1969), 88.<br />
11 SCHULZ, Prinzipien, cit., 151 ss.; HORVAT, Osservazioni sulla bona fides, cit.,<br />
423 ss.; TALAMANCA, La bona fides, cit., 40 nt. 129. Cfr. anche G. FREYBURGER, Fides.<br />
Étude sémantique et religieuse depuis les origines jusqu’à l’époque augustéenne, Paris,<br />
1986, spec. 319 ss.<br />
12 In realtà, la pena <strong>del</strong> sacer esto – che permette a chiunque, anche a soggetti<br />
sprovvisti di qualsiasi ‘potere’, di uccidere il reo – è verisimilmente stata utilizzata, in<br />
questo come in altri contesti, proprio per l’assenza di un potere coercitivo in capo<br />
alle parti <strong>del</strong> rapporto. Sulla sacratio come rimedio a ‘vuoti di potere’ cfr. R. FIORI,<br />
Homo sacer. Dinamica politico-costituzionale di una sanzione giuridico-religiosa, Napoli,<br />
1996, spec. 518 ss.<br />
13 Cfr. per tutti A. WALDE - J. B. HOFMANN, Lateinisches Etymologisches Wörterbuch,I<br />
3 , Hei<strong>del</strong>berg, 1954, 286 s.; A. ERNOUT - A. MEILLET, Dictionnaire étymologique<br />
de la langue latine 4 , Paris, 1959 (rist. 2001), 148 s.; J. POKORNY, Indogermanisches<br />
etymologisches Wörterbuch, I 3 , Tübingen-Basel, 1994, 117 e 580. Isolato A. PARIENTE,<br />
Sobre la etimología de ‘credere’, in «SDHI», XIX, 1953, 340 s. (crēdere < *crēddere