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Storia di Partinico - Blog di Giuseppe Casarrubea

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zelantissimo de’ suoi sud<strong>di</strong>ti baziali. Costrusse per lui comodo<br />

un decente quartino nel monastero del Parco, istituì le annue limosine,<br />

che tuttora si corrispondono, eresse il Collegio <strong>di</strong> Maria<br />

in detta terra del Parco, sul 1757, e promosse in Collegio ancora<br />

il Conservatorio dell’Orfane <strong>di</strong> questa città, fondato prima<br />

d’Antonino <strong>di</strong> Bartolomeo, cui assegnò onze 63.12 all’anno, in<br />

sussi<strong>di</strong>o dell’alimenti, su gl’introiti dell’Abbazia, e ciò <strong>di</strong>etro il<br />

<strong>di</strong>spaccio reale in i<strong>di</strong>oma spagnuolo, dato in luglio al 1759.<br />

Gli adulatori <strong>di</strong> cui era assistito profittando del suo buon cuore<br />

lo persuasero a praticar delle novità con <strong>di</strong> lui poca gloria: si<br />

pretese dal medesimo le decime ed ottine sopra i frutti degli alberi<br />

e piante, nonché delle olive, istituitosene formal giu<strong>di</strong>zio a<br />

carico <strong>di</strong> coloni ed enfiteuti, finalmente dal Tribunale della Real<br />

Monarchia e dal Giu<strong>di</strong>ce allora <strong>di</strong> esso monsignor <strong>Giuseppe</strong> Rifos,<br />

sotto li 30 giugno del 1732, si rigettò la istanza del Barlotta<br />

e Ferro, qual abbate suddetto, restando esenti i frutti suddetti<br />

dalla nuova pretesa decima ed ottina, com’erano pell’ad<strong>di</strong>etro, e<br />

ciò mercé l’antichi privilegii reali.<br />

Di ciò non contento l’abbate avvanzò altro nuovo libello, chiedendo<br />

l’ottina sopra le uve moscate e lignaggi, e questa pe’ suoi<br />

maneggi e per la negligenza e povertà de’ litiganti sud<strong>di</strong>ti felicemente<br />

la ottenne, al 1734, malgrado le lettere viceregie del<br />

principe Filiberto <strong>di</strong> Savoja de’ 26 agosto 1622, al volume 5 <strong>di</strong><br />

Albragiara, foglio 410, presso il conte marchese <strong>di</strong> Villabianca,<br />

essecutoriate in Palermo per la regia Corte pretoriana, a 9 settembre<br />

1622, ove si leggono soggette a detta decima ed ottina le<br />

sole uve semplici, latine.<br />

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Ciò non ostante, dal padre <strong>di</strong> Francesco Maria Emmanuele, marchese<br />

<strong>di</strong> Villabianca, come uno degl’interessati, perché ha de’<br />

luoghi nel nostro fondo Abbaziale, si fecero sciorre, in onta a<br />

detta sentenza, delle lettere osservatoriali <strong>di</strong> queste antiche viceregie<br />

del 1622, e questo sotto li 10 settembre del detto anno<br />

1734, come al volume suddetto <strong>di</strong> Albragiara, al foglio 156. Ma<br />

frattanto, non brigandosi d’alcuno, restarono frustanee l’ anzidette<br />

lettere ed inoperative e vigente la sentenza a pro<br />

dell’abbate, in seguito <strong>di</strong> che oggigiorno l’azienda ricupera le<br />

decime e ottine delle uve moscate, oggi <strong>di</strong> già abbolite, atteso lo<br />

strasatto convenutosi mercé l’opera del degno cavaliere don Felice<br />

Lioy, intendente generale della Commenda.<br />

Fu sedotto altresì detto monsignor principe abbate a cattivarsi<br />

l’in<strong>di</strong>gnazione de’ sud<strong>di</strong>ti, a cagione della ricor<strong>di</strong>azione e misura<br />

praticata dei fon<strong>di</strong> rustici e urbani <strong>di</strong> questa città nostra. Frattanto<br />

fu così tenue questo augumento ritrovatosi che bastò a pena a<br />

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