Storia di Partinico - Blog di Giuseppe Casarrubea
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tinico, per eternare il nome <strong>di</strong> tanto militare, or<strong>di</strong>nò espressamente<br />
che dessa assunto avesse il nome <strong>di</strong> Sala. Così dalla tra<strong>di</strong>zione<br />
non contrastata o smentita sino a dì nostri da nessuno<br />
scrittore. <strong>Partinico</strong>, ne giace nel Val <strong>di</strong> Mazara, e nello spirituale<br />
depende dal Vescovo <strong>di</strong> essa, tuttodì monsignor Della Torre. La<br />
<strong>di</strong>ocesi e vescovado <strong>di</strong> Patti vi avrebbe dovuto aver <strong>di</strong>ritto per la<br />
concession della chiesa <strong>di</strong> san Cataldo esiste alla <strong>di</strong> lui marina,<br />
fatta dal conte Rogieri al prelato allora <strong>di</strong> quella città, e similmente<br />
potea pretenderlo quello <strong>di</strong> Cefalù per detta chiesa <strong>di</strong> san<br />
Cataldo, che anticamente spettava al monastero <strong>di</strong> san Giorgio<br />
dell’or<strong>di</strong>ne dei Premostratensi, fondato nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> detta Cefalù<br />
in forza della bolla sciolta al detto monastero da papa Lucio<br />
3, ne’ suoi tempi del 1181, <strong>di</strong> sopra accennata (b). Tant’è, che<br />
adesso, comunque stata si fosse la mutazione delle <strong>di</strong>ocesi, noi<br />
riceviamo le leggi e siam visitati dal prelodato Vescovo <strong>di</strong> Mazara<br />
e siamo suoi <strong>di</strong>ocesani. Ossia la fede e pia devozione a codesto<br />
glorioso S. Cataldo o’ natural salubrità dell’acque del <strong>di</strong><br />
lui litorale in cui esiste la chiesa: buttandosi in quelle i leprosi e<br />
gli attaccati <strong>di</strong> scabbia ne vengono, per or<strong>di</strong>nario, mon<strong>di</strong> e sani e<br />
ciò tanto i citta<strong>di</strong>ni che gli esteri, quali vi concorrono apposta.<br />
Siccome ancora il dì dell’Ascensione un’infinità <strong>di</strong> bestiame<br />
d’ogni sorta, si paesano che estraneo, seriamente si porta a<br />
quell’acque per venirne bagnato e benedetto dal reverendo Cappellano,<br />
a nome <strong>di</strong> Dio ed ad intercessione del Santo onde conservarsi<br />
in sanità.<br />
Finalmente il litorale anzidetto <strong>di</strong> san Cataldo, volgarmente detto<br />
Scalo, nonché i vicini … del Trappeto e Sicciara in ogni … <strong>di</strong><br />
doverne venir custo<strong>di</strong>ti per qualunque urgenza <strong>di</strong> nemici, fuorché<br />
pestilenze e simili debban custo<strong>di</strong>rsi dall’Università d’Alcamo e<br />
Carini a seconda della pianta della contribuzione stabilita a 11<br />
<strong>di</strong>cembre 1733 dal Consesso Patrimoniale, d’or<strong>di</strong>ne preciso <strong>di</strong><br />
Sua Eccellenza conte <strong>di</strong> Sastago (?), Viceré allora <strong>di</strong> nostro Regno,<br />
rattificata ed emologata la pianta suddetta, ad istanza della<br />
nostra <strong>Partinico</strong>, in due <strong>di</strong>spacci del Supremo Tribunale suddetto<br />
del Regio Patrimonio, in data l’uno del 3 agosto 1752 e l’altro<br />
de’ 4 giugno 1777, in ricorrenza <strong>di</strong> simili custo<strong>di</strong>a de’ litorali<br />
surriferiti, <strong>di</strong>retto alli Giurati della città <strong>di</strong> Alcamo, in cui si incarica<br />
la custo<strong>di</strong>a <strong>di</strong> nostra marina, compresa nelle nove miglia a<br />
detta Alcamo toccanti, stante che le miglia 15 spettano a Carini,<br />
alla cui Università devono avvisarne le emergenze detti Giurati<br />
<strong>di</strong> Alcamo.<br />
9 (sic) – Non va’ la città nostra premunita <strong>di</strong> mura. I nostri padri<br />
lontano dall’ambire un sì sicuro ornamento, sempre mai<br />
l’abborrirono. Difatti sul 1743 che dallo zelo dell’accorto abbate<br />
Barlotta, principe <strong>di</strong> San <strong>Giuseppe</strong> si accerchiò <strong>di</strong> mura pel sospetto<br />
dell’invasion del contaggio, che partiva da Messina, sva-<br />
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