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23/08/2012 - 19.59 <strong>Erodoto</strong> e <strong>la</strong> <strong>Magia</strong> <strong>Occulta</strong><br />
donna sottolinea <strong>la</strong> propria totale dedizione e il patto d’amore tradito, dall’altro l’eroe<br />
contrappone <strong>la</strong> logica politica. Medea, dopo essersi garantita l’ospitalità di Egeo, re d’Atene,<br />
mette in atto il suo tragico proposito: finge di rappacificarsi con Giasone e fa portare dai figli,<br />
come doni al<strong>la</strong> sposa, una corona e un peplo. L’arrivo di un messo informa il pubblico che da<br />
quegli oggetti si sono sprigionate fiamme che hanno ucciso fra atroci dolori sia G<strong>la</strong>uce sia il<br />
padre Creonte. La vendetta, per essere totale, richiede però anche l’uccisione dei figli nati<br />
dall’unione con Giasone; questi si precipita furioso contro Medea, ma non può che apprendere di<br />
quest’ultimo tremendo delitto e vedere <strong>la</strong> maga salire verso il cielo sul carro del Sole portando<br />
con sé i corpi delle proprie creature, negandone all’eroe anche <strong>la</strong> sepoltura.<br />
Medea non è una figura indiscutibilmente negativa. Essa è <strong>la</strong> personificazione dello scontro tra<br />
<strong>la</strong> cultura Greca e le diverse e molteplici culture “barbare” secondo una definizione piuttosto<br />
semplicistica e riduttiva utilizzata dagli stessi greci. Medea è una donna che si trova<br />
all’improvviso in conflitto con un mondo, una cultura, usi e costumi diversi che non capisce e che<br />
non può accettare. Questa donna non riesce a comprendere le consuetudini greche riguardo ai<br />
doveri coniugali e al<strong>la</strong> concezione delle donne. Si aspetterebbe di ricevere eterna riconoscenza da<br />
Giasone per averlo aiutato nelle sue imprese al<strong>la</strong> conquista del vello d’oro e invece ne ricava di<br />
essere abbandonata dall’uomo che ama dopo averlo seguito so<strong>la</strong> in terra straniera. Giasone a sua<br />
volta è nell’impossibilità di comprendere lo sdegno di Medea perché per una donna greca sarebbe<br />
probabilmente stato impensabile ribel<strong>la</strong>rsi al marito e quindi non accettare le sue decisioni in<br />
ambito coniugale. Per <strong>la</strong> reazione di violenta vendetta che ha davanti al<strong>la</strong> sventura di essere<br />
abbandonata dal marito per un’altra donna, Medea non merita giustificazioni né potrebbe<br />
riceverne da qualsiasi altra cultura o civiltà. Tuttavia <strong>la</strong> tragedia non nasce da una malvagità<br />
uni<strong>la</strong>terale ma da una reciproca e forse inevitabile, in un mondo così pieno di sé come quello<br />
greco, incomprensione tra due diverse scale di valori.<br />
Analisi psicologica di Giasone<br />
Sembrerebbe il c<strong>la</strong>ssico eroe<br />
mitico, invece in Giasone si<br />
specchia <strong>la</strong> concezione greca<br />
dell’uomo, ma soprattutto del<br />
matrimonio e dei doveri verso <strong>la</strong><br />
moglie. La psicologia di Giasone è<br />
quel<strong>la</strong> di un perfetto uomo greco<br />
che fa il suo interesse politico ed<br />
economico, <strong>la</strong>sciando<br />
tranquil<strong>la</strong>mente in secondo piano<br />
non tanto <strong>la</strong> famiglia, quanto <strong>la</strong><br />
prima moglie.<br />
Giasone rinfaccia a Medea <strong>la</strong><br />
superiorità del<strong>la</strong> grecità sul<strong>la</strong><br />
barbarie. Ma così facendo egli non<br />
fa che esprimere il senso comune<br />
del pubblico: effettivamente<br />
nessun ateniese avrebbe dubitato<br />
dell’inciviltà e dell’inferiorità<br />
naturale dei barbari. L’aspetto<br />
più inquietante è forse proprio<br />
questo: Giasone esprime <strong>la</strong> mentalità del pubblico, è un uomo normale, è greco, familiare, ma ha<br />
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