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Erodoto e la Magia Occulta

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23/08/2012 - 19.59 <strong>Erodoto</strong> e <strong>la</strong> <strong>Magia</strong> <strong>Occulta</strong><br />

La lotta contro i pagani: primi cristiani e musulmani<br />

Nel<strong>la</strong> lotta per l'affermazione del<strong>la</strong> “vera fede”, il cristianesimo delle origini e successivamente<br />

l'Islàm attaccarono con veemenza tutte le tendenze pagane. Uno degli obiettivi preferiti dello<br />

scontro erano le testimonianze ancora presenti e le tradizioni del<strong>la</strong> cultura faraonica. I templi<br />

vennero abbattuti, le stele e le statue distrutte. Tra gli avversari più ze<strong>la</strong>nti dei monumenti<br />

pagani v'era Shenute di Atripe (348-466 d.C.), abate del Convento Bianco di Sohag, che si dice<br />

avesse raggiunto <strong>la</strong> veneranda età di centodiciotto anni. Nelle sue prediche incoraggiava sempre<br />

l'iconoc<strong>la</strong>stia e <strong>la</strong> lotta contro il diavolo. Le antiche conoscenze erano ora considerate magia e<br />

venivano sistematicamente eliminate. Scrittura e simboli non erano più compresi da nessuno.<br />

Persino <strong>la</strong> lingua degli egizi mutò: se nel<strong>la</strong> fase iniziale del cristianesimo si continuava ancora a<br />

par<strong>la</strong>re egiziano (seppur mesco<strong>la</strong>to a termini greci e utilizzando l'alfabeto greco),<br />

successivamente esso venne soppiantato quasi completamente dall'arabo dell'Islàm. Nel giro di<br />

pochi secoli, ciò che era durato per millenni era diventato insignificante ed era stato dimenticato.<br />

Veniva ricondotto al<strong>la</strong> fase dell'ignoranza e pertanto non era considerato degno di studio.<br />

Quello che rimase fu soltanto un'immagine dell'antico Egitto come traspare nelle storie bibliche<br />

di Giuseppe e di Mosè o nel Corano. Tale immagine, tra l'altro, era arricchita da storie<br />

fantastiche piene di misteriose pratiche magiche nelle quali si avvertono ancora le tracce<br />

dell'antica consapevolezza riguardo alle vaste conoscenze e alle incredibili ricchezze dei faraoni.<br />

Al<strong>la</strong> ricerca del<strong>la</strong> saggezza: l'Egitto nel Medioevo<br />

Sebbene il rifiuto del<strong>la</strong> megalomania faraonica, cui si collegavano le tradizioni pagane nel<strong>la</strong><br />

Bibbia e nel Corano, fosse saldamente radicato, ci furono una serie di osservatori e studiosi più<br />

interessati che cercarono di sve<strong>la</strong>re i segreti degli antichi egizi.<br />

L'interesse si concentrava in partico<strong>la</strong>re sul<strong>la</strong> Grande Sfinge di Giza e sulle piramidi. Le ipotesi<br />

esplicative si fondavano per un verso sulle informazioni contenute nel<strong>la</strong> Bibbia e nel Corano e<br />

per l'altro sull'osservazione di circostanze reali, senza che posizioni antitetiche dovessero<br />

necessariamente escludersi a vicenda. Un esempio chiarificatore è il tentativo di sve<strong>la</strong>re <strong>la</strong><br />

funzione delle grandi piramidi. Li vescovo Cosma di Gerusalemme (vissuto intorno al<strong>la</strong> metà<br />

dell'VIII secolo d.C.) aveva già riferito che le piramidi erano i granai delle storie di Giuseppe,<br />

mentre i pagani pensavano, al contrario, che fossero tombe. Dioniso di Tell Mahré (IX secolo),<br />

patriarca di Antiochia, rifiutò categoricamente !'ipotesi dei granai e affermò che si trattava delle<br />

sepolture degli antichi sovrani, sostenendo anche di essersi spinto di persona per ben<br />

venticinque metri all'interno di una piramide!<br />

Pare che all'inizio del XIII secolo un inviato dell'imperatore Federico II avesse soggiornato al<br />

Cairo e avesse visitato le piramidi con il grande studioso arabo al-Idrisi (1173-1251).<br />

Quest'ultimo riferì di tale visita nel suo Libro delle luci del corpo celeste superiore: sul<strong>la</strong><br />

rive<strong>la</strong>zione dei segreti delle piramidi, affermando che rinviato dell'imperatore aveva scoperto,<br />

copiato e tradotto in arabo alcune iscrizioni <strong>la</strong>tine. Al-Idrisi e tutta una serie di eruditi arabi<br />

cercarono tenacemente di integrare i monumenti dell' epoca faraonica nel<strong>la</strong> loro concezione del<br />

mondo is<strong>la</strong>mica. A tale scopo prendevano in considerazione sia le circostanze archeologiche, sia il<br />

contesto storico a essi noto. Le piramidi erano viste da un <strong>la</strong>to come luoghi di grande attrazione<br />

che incutevano soggezione, dall'altro come simboli di un potere mondano e arrogante, che<br />

sarebbero stati distrutti al termine del<strong>la</strong> creazione. Uno degli interrogativi fondamentali degli<br />

studiosi is<strong>la</strong>mici era se le piramidi fossero sorte prima o dopo il diluvio (se lo chiedeva per<br />

esempio al-Makrizi, 1364-1442). Nonostante tutte le remore teologiche, i ricercatori is<strong>la</strong>mici e<br />

cristiani continuarono a essere attratti dallo studio dei segreti e dagli inestimabili tesori dei<br />

faraoni, “protetti dagli spiriti”.<br />

Si può prendere come esempio l'impresa del califfo al-Mamun, che nell'anno 820 d.C. Cercò di<br />

abbattere <strong>la</strong> piramide di Cheope. Nonostante tutto, però, non erano solo cercatori di tesori,<br />

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