L'isola di cemento - James G. Ballard.pdf - Autistici/Inventati
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spacco centrale che mostrava le cosce e i reggicalze, e seni puntuti sotto una blusa fosforescente.<br />
Raggiunse barcollando l'altro capo del letto e si spogliò, riponendo i vestiti nella valigia. Quando fu nuda<br />
scivolò sotto la coperta sfilacciata, <strong>di</strong>ede uno sguardo al poster <strong>di</strong> Ginger e Fred e prese la mano <strong>di</strong><br />
Maitland nella sua, un po' per rassicurarlo e un po' per compagnia. Per il resto della notte e le prime ore<br />
del mattino, mentre lei giaceva al suo fianco, Maitland percepì acutamente la presenza <strong>di</strong> quel corpo<br />
vigoroso che sfiorava il suo.<br />
12<br />
L'acrobata<br />
La mattina seguente Jane Sheppard non c'era più. Quando Maitland si svegliò, nel sotterraneo regnava il<br />
silenzio: un fascio <strong>di</strong> luce proveniente dalla scala illuminava il misero giaciglio dove era sdraiato. Sul<br />
muro erano rimaste le facce <strong>di</strong> Che Guevara e <strong>di</strong> Charles Manson, a vegliare su <strong>di</strong> lui come i guar<strong>di</strong>ani <strong>di</strong><br />
un incubo.<br />
Maitland allungò la mano e toccò l'impronta del corpo della ragazza. Restando sdraiato, rivolse uno<br />
sguardo d'insieme alla stanza, registrando la valigia aperta, i vestiti chiassosi appesi alle grucce, i<br />
cosmetici sul tavolino da gioco. Prima <strong>di</strong> uscire Jane aveva rimesso tutto in or<strong>di</strong>ne. La febbre era cessata:<br />
Maitland prese, la tazza <strong>di</strong> plastica dalla cassa da imballaggio, si drizzò su un gomito e bevve l'acqua<br />
tiepida. Poi tirò<br />
in<strong>di</strong>etro le coperte e si esaminò la gamba: per un impreve<strong>di</strong>bile processo clinico l'anca si era bloccata<br />
nell'incavo, ma il gonfiore e il dolore erano <strong>di</strong>minuiti. Per la prima volta poté toccare la pelle escoriata.<br />
Maitland sedette in silenzio sul bordo del letto, fissando il poster <strong>di</strong> Ginger Rogers e Fred Astaire nel<br />
tentativo <strong>di</strong> ricordare se aveva mai visto quel film. Scandagliò le memorie dell'adolescenza: per molti<br />
anni aveva <strong>di</strong>vorato quasi integralmente la produzione hollywoo<strong>di</strong>ana, da solo, nelle gallerie vuote <strong>di</strong><br />
immensi Odeon periferici. Massaggiandosi il petto pensò<br />
che il suo corpo cominciava a ricordare sempre più la versione giovanile: la combinazione <strong>di</strong> fame e<br />
febbre lo aveva fatto <strong>di</strong>magrire <strong>di</strong> almeno cinque chili. Il petto largo e le gambe robuste avevano<br />
perduto metà delle masse muscolari.<br />
Maitland appoggiò la gamba ferita sul pavimento e restò ad ascoltare il traffico dell'autostrada. La<br />
certezza che in breve avrebbe lasciato l'isola lo rianimava: erano quasi quattro giorni, ormai, che giaceva<br />
abbandonato in quel triangolo <strong>di</strong> sterpaglia. Si accorse che cominciava a <strong>di</strong>menticare sua moglie e suo<br />
figlio, Helen Fairfax e i soci <strong>di</strong> lavoro: erano ripiegati tutti insieme in una zona meno illuminata, nel retro<br />
del suo cervello, e il loro posto era stato preso dal bisogno <strong>di</strong> cibo e <strong>di</strong> riparo, dalla ferita e, sopra ogni<br />
altra cosa, dalla necessità <strong>di</strong> dominare il territorio imme<strong>di</strong>atamente attiguo. Il suo orizzonte reale si era<br />
ridotto a un raggio <strong>di</strong> poco più <strong>di</strong> tre metri, e anche se nel giro <strong>di</strong> un'ora sarebbe evaso – seppur<br />
riluttanti, la ragazza e Proctor lo avrebbero aiutato a scalare il terrapieno –<br />
quell'esigenza lo ossessionava come una ricerca perseguita da decenni.<br />
"Maledetta gamba..."<br />
La cassa conteneva un fornello a petrolio e un tegame coperto <strong>di</strong> incrostazioni. Maitland grattò dal<br />
fondo i chicchi bruciacchiati <strong>di</strong> riso e se li portò alla bocca. Una barba ispida gli copriva il viso: guardò la<br />
camicia lacera e i pantaloni affumicati, squarciati sulla destra dal ginocchio alla vita. Eppure,<br />
quell'insieme <strong>di</strong> stracci gli sembrava sempre meno stravagante.<br />
Appoggiandosi al muro, Maitland fece un giro per la stanza. Nell'alzarsi a guardarlo strappò il poster <strong>di</strong><br />
Che Guevara, che rimase appeso per un angolo. Giunto sulla soglia, fece perno sulla gamba sana e si<br />
sedette sul coperchio <strong>di</strong> un bidone da duecento litri, che serviva come serbatoio per l'acqua.<br />
Una dozzina <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>ni portavano alla luce del sole: dall'angolo formato dal raggio, Maitland calcolò che<br />
dovevano essere all'incirca le un<strong>di</strong>ci e mezzo. Scorreva sull'autostrada il blando traffico domenicale: fra<br />
mezz'ora, più o meno, un'allegra famigliola <strong>di</strong>retta alla sua gita fuori città<br />
sarebbe rimasta sbigottita alla vista <strong>di</strong> un uomo smunto in uno smoking stracciato, che zoppicava sul<br />
ciglio della strada. Postumi da sbronza mai visti prima.<br />
Maitland cominciò a salire verso la luce: quando raggiunse il livello del suolo sollevò la testa con cautela,<br />
scrutando fra l'erba e le ortiche che circondavano la tromba delle scale.<br />
Stava per mettere piede sull'isola quando udì un familiare ansito catarroso e si raggomitolò, strisciando<br />
fino ai resti del botteghino. Restando sdraiato su un fianco, allungò le braccia e aprì un cespuglio <strong>di</strong><br />
ortiche.<br />
A sei o sette metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, in una piccola depressione circondata dalle ortiche e dall'erba alta,