L'isola di cemento - James G. Ballard.pdf - Autistici/Inventati
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MAITLAND AIUTO<br />
"P... P... Proctor..." ripeté, seguendo il contorno delle lettere con le <strong>di</strong>ta.<br />
"È il tuo nome. Ora copialo in lettere gran<strong>di</strong>ssime. Ricordati, è la prima volta che scrivi il tuo nome."<br />
Il vagabondo fissò le lettere scritte da Maitland con gli occhi umi<strong>di</strong> d'orgoglio, come a volersele scolpire<br />
per sempre nella mente che svaniva. Poi cominciò a ricopiare la scritta sul <strong>cemento</strong> con entrambe le<br />
mani. Iniziava ogni parola dal centro, proseguendo verso l'esterno a destra e a sinistra.<br />
"Ricomincia, Proctor!" gridò Maitland sopra il rombo <strong>di</strong> un camion che saliva il raccordo. Eccitato<br />
com'era, il bestione stava ingarbugliando le lettere in un unico illeggibile groviglio. "Daccapo!" Travolto<br />
dall'entusiasmo, Proctor lo ignorò e continuò a scarabocchiare, mescolando frammenti del nome <strong>di</strong><br />
Maitland, allungando le lettere con code lunghe fino al terreno, come se volesse coprire ogni centimetro<br />
quadrato dell'isola con quello che credeva il suo nome.<br />
Finalmente sod<strong>di</strong>sfatto, si allontanò dal muro e sedette accanto a Maitland a rimirare sorridendo il<br />
lavoro.<br />
"Dio santo." Maitland appoggiò stancamente la testa alla stampella. Lo stratagemma era fallito, anche<br />
perché non aveva calcolato l'uggiolante gratitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Proctor.<br />
"Eccellente, Proctor... Adesso ti insegno altre parole." Quando il vagabondo si fu calmato, Maitland si<br />
chinò in avanti sussurrando con greve malizia: "Parole nuove, Proctor... come 'scopare' e 'merda'. Ti<br />
piacerebbe saperle scrivere, non è vero?".<br />
Alla risatina nervosa <strong>di</strong> Proctor, Maitland scrisse con cura: