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Divorzio? - La Gazzetta dell'Economia

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20 25 settembre<br />

01 ottobre 2010 PrimoPiano<br />

In Italia nel 2007<br />

sono stati impiegati<br />

904 giorni per un<br />

processo di primo<br />

grado, 822 per uno<br />

di secondo e 3.035<br />

per un procedimento<br />

fallimentare<br />

Salato il prezzo pagato<br />

dal sistema produttivo<br />

pugliese: le lungaggini<br />

burocratiche<br />

dei tribunali hanno<br />

inciso negativamente<br />

per 164,41 milioni<br />

di euro<br />

Indagine Istat – <strong>La</strong> giustizia lenta pesa per , miliardi di euro sulle aziende italiane<br />

Cause civili, una batosta per le imprese<br />

In Basilicata e Puglia record di ritardi<br />

I<br />

l cattivo funzionamento della macchina giudiziaria<br />

italiana non costituisce solo un danno in sé<br />

ma anche per cittadini ed imprese. In particolare,<br />

i tempi lunghi della giustizia civile costerebbero<br />

alle aziende di casa nostra oltre , miliardi di euro<br />

l’anno. È quanto emerge da uno studio elaborato<br />

dalla Cgia (Associazione Artigiani Piccole Imprese)<br />

di Mestre basandosi su dati Istat del (l’ultimo<br />

anno disponibile ai fi ni statistici). Il risultato è stato<br />

ottenuto sommando i costi per i ritardi nelle procedure<br />

fallimentari (, miliardi), quelli per le lungaggini<br />

dei procedimenti civili di primo e secondo grado<br />

(, miliardi) e le spese burocratiche relative alle<br />

sole procedure fallimentari (più di milioni).<br />

Nel la durata media di un processo civile di<br />

primo grado è stata di giorni (quasi due anni e<br />

mezzo) e si sono contati ben . procedimenti<br />

pendenti. <strong>La</strong> durata dei processi civili di secondo<br />

grado (. procedimenti pendenti) è risultata<br />

invece di giorni ( anni e mesi), quella di un<br />

procedimento fallimentare (. cause pendenti)<br />

addirittura di . giorni (più di anni). Senza contare<br />

che (e si tratta pur sempre di uno spiraglio positivo)<br />

i tempi (nonché il carico pendente) si sarebbero<br />

anche accorciati, tra il e il , almeno<br />

per quel che riguarda i processi di primo grado (-<br />

giorni) e quelli di appello (- giorni), dato che la<br />

durata media di un processo fallimentare si è invece<br />

ulteriormente allungata (+ giorni).<br />

Basilicata (. giorni), Puglia (. giorni) e Calabria<br />

(.) detengono il poco lusinghiero primato<br />

di lunghezza media di un processo civile (siamo ben<br />

al di sopra della media nazionale). In Valle D’Aosta,<br />

Si spende di più, ma con minori risultati<br />

Siamo ultimi in Europa<br />

e non per investimenti<br />

e il nostro sistema giustizia non brilla, in as-<br />

Ssoluto, per organizzazione ed effi cienza, alcuni<br />

dati ci possono aiutare a valutarne meglio<br />

la consistenza in relazione agli altri Paesi europei.<br />

Secondo il Ministero della Giustizia, la durata<br />

media di un processo civile raggiungerebbe i<br />

giorni per il primo grado e i giorni per<br />

l’appello. In Francia ci vogliono dai ai mesi<br />

(a seconda del grado del giudizio). Per il rapporto<br />

Cepej (Commissione europea per l’effi cienza<br />

della giustizia) , le cause civili pendenti in<br />

primo grado nel erano , milioni, più<br />

di quelle non ancora decise in Francia (, milioni),<br />

Germania ( mila) e Spagna ( mila)<br />

messe assieme. Il nostro non sarebbe però un<br />

problema di risorse.<br />

Per Cepej spendiamo infatti , miliardi di<br />

euro per la giustizia, contro i , della Francia e<br />

i , della Spagna (ma Germania , miliardi e<br />

Gran Bretagna , miliardi). Sui fondi per il patrocinio<br />

legale gratuito siamo molto meno larghi<br />

di manica (, milioni: la Germania spende <br />

Durata del processo civile<br />

) Basilicata . giorni<br />

) Puglia . giorni<br />

) Calabria . giorni<br />

DURATA MEDIA giorni<br />

) Valle D’Aosta giorni<br />

Fonte: elaborazione Cgia Mestre su dati Istat <br />

volte di più, la Gran Bretagna più della metà del<br />

proprio budget). Il % delle risorse è stanziato<br />

per i salari (Francia %, Germania %). Gli indennizzi<br />

pagati dallo Stato per risarcire i cittadini<br />

danneggiati dall’eccessiva durata dei processi,<br />

poi, aumentano costantemente (più di milioni<br />

nel ). <strong>La</strong> spesa pro capite per la giustizia è<br />

stimata in euro l’anno (Francia , Spagna ,<br />

Inghilterra , Germania ). <strong>La</strong> Francia stanzia<br />

lo ,% del Pil pro capite, l’Italia lo ,% (Spagna<br />

,%, Inghilterra ,%, Germania ,%).<br />

Siamo nella media anche per numero e remunerazione<br />

di giudici e procuratori (sopra la<br />

media per numero di procedimenti di ° grado<br />

smaltiti all’anno per giudice!) e per numero di<br />

tribunali e personale non togato. Nutritissimo<br />

invece è “l’esercito” degli avvocati (.,<br />

quasi il doppio di Spagna, Gran Bretagna e Germania).<br />

Nel rapporto “Doing Business ”<br />

della Banca Mondiale, in tema di giustizia civile,<br />

l’Italia si classifi ca esima su Paesi (dopo<br />

Angola, Gabon e Guinea). a.b.<br />

Foto Hyperjeeg_fl ickr<br />

Le proposte – Nel documento “Italia ”<br />

Confi ndustria: “Serve<br />

maggiore effi cienza”<br />

na giustizia effi ciente rappresenta certa-<br />

Umente un ingrediente determinante per<br />

la crescita di un Paese e per la sua capacità di<br />

attrarre investimenti. Lo sa benissimo anche<br />

Confi ndustria, che nel documento “Italia .<br />

Le imprese per la modernizzazione del Paese”,<br />

presentato il maggio in occasione<br />

dell’assemblea annuale dei soci, ha individuato<br />

dieci grandi macroaree, in ordine di priorità, su<br />

cui intervenire per il rilancio della crescita economica:<br />

si tratta di pubblica amministrazione,<br />

giustizia civile, infrastrutture, energia e sostenibilità,<br />

fi sco, lavoro, ricerca e innovazione, istruzione,<br />

credito e fi nanza, liberalizzazioni.<br />

Secondo l’associazione degli industriali,<br />

l’eccessiva lunghezza dei tempi medi di risoluzione<br />

delle controversie favorisce il ricorso<br />

pretestuoso alla giustizia, incidendo negativamente<br />

sulla fi ducia dei cittadini e delle imprese<br />

e rendendo eccessivamente rischiosa l’attività<br />

d’impresa. Confi ndustria propone soluzioni improntate<br />

più alla effi cienza organizzativa che al-<br />

invece, bastano giorni per arrivare a sentenza.<br />

Per quanto riguarda i costi, se Lombardia ( milioni)<br />

e <strong>La</strong>zio ( milioni) sono abbondantemente<br />

al di sopra della media italiana (, milioni di euro<br />

l’anno), anche il sistema delle imprese pugliesi paga<br />

un prezzo salato per i tempi lunghi della giustizia civile,<br />

dovendo sopportare una spesa di , milioni<br />

per il ritardo dei fallimenti e di , milioni per la<br />

lentezza dei processi civili, cui si aggiungono ,<br />

milioni per la burocrazia legata alle procedure fallimentari<br />

(per un totale di , milioni).<br />

Intanto, però, c’è da rilevare che la legge /<br />

ha introdotto alcune modifi che al codice di procedura<br />

civile, proprio al fi ne dichiarato di imprimere<br />

un’accelerazione ai processi. In primo luogo sono<br />

stati ridotti alcuni termini perentori, tra cui quello<br />

relativo all’estinzione del processo per inattività<br />

delle parti (il processo civile è ad impulso di parte),<br />

che passa da un anno a tre mesi, quello della decadenza<br />

dalla impugnazione (da un anno a sei mesi),<br />

quello della riassunzione del processo interrotto<br />

(da sei a tre mesi) e quello della richiesta di fi ssazione<br />

di udienza dopo la sospensione (da sei a tre<br />

mesi). Le altre novità della riforma riguardano gli<br />

incentivi alla conciliazione stragiudiziale delle parti,<br />

l’introduzione della testimonianza scritta e sanzioni<br />

a carico di chi causa l’allungamento dei tempi del<br />

processo. Infi ne, il D.Lgs / (mediazione delle<br />

liti civili e commerciali) prevede (a partire dal marzo<br />

) l’obbligatorietà del tentativo di mediazione in<br />

svariate materie di interesse per l’impresa.<br />

ANDREA BUONO<br />

la modifi ca delle norme processuali: tra queste<br />

l’eliminazione degli incentivi ad agire in giudizio<br />

attraverso l’applicazione rigorosa della regola<br />

del loser pays (chi perde paga), la revisione del<br />

metodo di calcolo delle tariff e degli avvocati (la<br />

parcella è attualmente legata al numero di attività<br />

processuali svolte, cioè, in buona sostanza,<br />

alla lunghezza della causa), la promozione<br />

dell’utilizzo di strumenti alternativi di risoluzione<br />

di controversie (mediazione, conciliazione,<br />

arbitrato), la digitalizzazione del processo, la<br />

trasformazione dei presidenti dei tribunali in<br />

“court manager”, il collegamento delle promozioni<br />

dei magistrati alla loro specializzazione e<br />

produttività.<br />

E per la riduzione dei carichi pendenti si propongono<br />

misure straordinarie “basate anche su<br />

forme di affi ancamento e collaborazione da parte<br />

di risorse interne ed esterne agli uffi ci e sull’accorpamento<br />

delle questioni per materia, con<br />

meccanismi premiali per i risultati conseguiti”.<br />

a.b.

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