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Divorzio? - La Gazzetta dell'Economia

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28 25 settembre<br />

01 ottobre 2010 Università<br />

uni<br />

N<br />

latesisulgiornale<br />

In questa pagina, dedicata ai laureati di Puglia e Basilicata, pubblichiamo le migliori tesi su temi di economia,<br />

marketing e comunicazione che vengono discusse nelle Università di tutto il mondo allo scopo di far conoscere<br />

all’imprenditoria le energie più vivaci dei giovani che aff rontano il delicato periodo post-universitario. Studenti e<br />

docenti che volessero segnalare tesi attinenti ai temi dell’economia, del marketing, della comunicazione, della<br />

gestione e della strategia d’impresa possono inviare il materiale direttamente all’indirizzo redazione@gazeco.it.<br />

Il materiale deve essere costituito da un articolo che vada da . a . battute (spazi bianchi compresi), una<br />

fotografi a in buona risoluzione ( dpi) e una breve scheda biografi ca ( battute).<br />

on può sfuggirci che qualcosa è signifi cativamente<br />

cambiato: la Rete è non solo il<br />

contenitore di nuovi scenari politici ma,<br />

nel senso più lato, rende possibile e ineluttabile<br />

l’innesco di nuovi rapporti di potere e di sapere.<br />

Le guerre son cambiate, l’informazione è mutata<br />

(oggi si esprime in bit più che atomi) e «il<br />

cyberspazio è reale così come le minacce che si<br />

porta dietro», parola di Barack Obama (una delle<br />

Icone d’oggi, sosterrebbe il sociologo del quotidiano<br />

Michel Maff esoli) che manda le sue truppe<br />

a reclutare risorse nei principali spettacoli hacker.<br />

Il cyberspazio è la disciplina che nasce negli<br />

anni Sessanta presso la comunità scientifi ca per<br />

studiare le analogie fra i sistemi di controllo e di<br />

comunicazione di macchine e gli organismi viventi.<br />

Oggi, il prefi sso cyber- riguarda tutto ciò che<br />

ha a che fare con la tecnologia digitale e si presta<br />

bene a declinazioni multidisciplinari (architettura,<br />

psicologia, sociologia, informatica).<br />

Considerando, come ci viene insegnato, i media<br />

“sistemi segnici” in quanto capaci di racchiudere<br />

il senso comune, e rifl ettendo sui tratti politicamente<br />

più signifi cativi del vivere postmoderno<br />

il percorso di ricerca si è divincolato tra tracce<br />

teoretiche (v. Giddens, Lyotard, Baudrillard,<br />

Maff esoli) e spazi telematici di confronto.<br />

Il senso comune<br />

Il senso comune produce in ogni caso comunità<br />

e oggi la comunità si riversa nelle agorà elettroniche<br />

della Rete. E in quanto tale spesso<br />

ne risulta fortemente ideologica, stereotipata<br />

e rabbiosa. Internet, dai natali militari, oggi è<br />

accesso libero a dati, conoscenze, piattaforme<br />

economiche e comunicazionali. Mette in circolo<br />

“intelligenze collettive” (per dirla con il fi losofo<br />

Pierre Lévy) e “metamorfosi virtuose” (si veda il<br />

sociologo Giampaolo Fabris).<br />

Internet è anche fucina di fantasmagoriche comunicrazie<br />

e bolle d’eff ervescenza (basti pensare<br />

a YouTube, Google, facebook, twitter).<br />

Come sostenuto dall’allievo di McLhuan, Derrick<br />

De Kerckhove, se magia-tecnica-religione era<br />

il trittico che condensava la massima esperienza<br />

mistica con l’avvento della modernità l’elemento<br />

tecnico/tecnologico ha la meglio, tanto da far<br />

parlare di “nuovo totemismo tecnologico” o di<br />

“maginifi cazione del mondo”.<br />

Il consumo e la comunicazione sostituiscono<br />

la Politica e la Religione; i new media stanno imponendo<br />

una nuova grammatica di base che trae<br />

linfa dal persistente stare insieme e dalle microconversazioni<br />

nella Rete. Ciò che un tempo, con<br />

l’incedere delle grandi narrazioni ideologiche ormai<br />

estinte per l’incalzante globalizzazione e accelerazione<br />

tecnologica, si faceva per resistenza<br />

oggi si produce per creazione o per ri-creazione.<br />

Le strategie di potere<br />

Le strategie di potere oggi s’imperniano sulla<br />

tecnica, meno sulla legge, istituendo un regime<br />

veritiero e verosimile che verte sul nesso saperepotere,<br />

per potersi rinnovare sia dall’alto sia dal<br />

basso (oggi più che mai), come direbbe Foucault,<br />

a livello biopolitico.<br />

Molti movimenti underground sviluppano la<br />

loro vitalità in ambienti telematici: hacker, cyber<br />

femministe, pirati, mediattivisti, sostenitori di<br />

copyleft e open publishing, etc. I cosiddetti eroi neobarbarici,<br />

dissolutori di codici in corso per apportare<br />

forme e sostanze nuove. <strong>La</strong> Rete rappresenta<br />

la voce dei piccoli e delle minoranze, luogo di incontro<br />

e di organizzazione di coalizioni transnazionali<br />

e forme di resistenza. I governi e i regimi<br />

dittatoriali ne risultano parecchio intimoriti.<br />

Ma occorre sottolineare che intelligenza collettiva<br />

non equivale a quelle stesse forme e personalità<br />

transpolitiche che decidono di non ancorarsi<br />

all’astrattismo di un collettivo e non fuoriescono<br />

dalle maglie della propria egoità.<br />

Inoltre, in Rete si consumano rituali carnascialeschi<br />

e ludici con manomissioni e sovversioni,<br />

così come nel Novecento con le avanguardie dadaiste<br />

e futuriste.<br />

I linguaggi digitali consentono, per loro stessa<br />

morfologia, di ri-creare linguaggi e segni: si pensi<br />

alla tecnica di politic busting o polbusting, il manifesto<br />

fi gurativo del postmoderno, che manipola l’immagine<br />

del politico alla pari di merce fra le merci,<br />

detorunandola, ridicolizzandola fi nanco uccidendola<br />

quando ormai privo della potenza auratica.<br />

Il contagio<br />

<strong>La</strong> politica oggi si gioca a livello antagonistico<br />

di memi, ossia quelle unità minime d’informazione<br />

in grado di propagarsi per contagio negli ambienti<br />

favorevoli sino a creare riconoscimento sociale<br />

(v. Yes we can: slogan fortunato di obamiama<br />

memoria, ma non in Italia con Walter Veltroni<br />

e il suo “Si può fare”).<br />

Il percorso si è arricchito di spunti indicativi<br />

rintracciati in Rete, ravvisando alcuni esempi di<br />

intelligenza collettiva:<br />

· NOBERLUSCONIDAY, primo evento nel suo genere<br />

nato completamente dalle pagine gratuite<br />

del social network più famoso, facebook, ad<br />

opera di alcuni blogger l’indomani dalla bocciatura<br />

del lodo Alfano. Una grande mobilitazione<br />

della società civile che si è dopo un paio di mesi<br />

spostata nella piazza fi sica e reale, dove il politico<br />

strictu sensu era tenuto a giusta distanza.<br />

· INFLUWEB, il sistema collaborativo fi nanziato<br />

dall’Unione europea di vigilanza epidemiologica<br />

che nasce dalla condivisione volontaria per<br />

il monitoraggio dell’infl uenza (si pensi al virus<br />

HN che ha seminato esagerati allarmismi alle<br />

porte del ). Basta registrarsi per essere informati<br />

e controllare lo stato dell’arte attraverso<br />

mappe interattive on line.<br />

· BLOGOSFERA, intorno la quale si levano posizioni<br />

apocalittiche/integrate, tra chi vi intravede<br />

un superamento dell’individualismo<br />

moderno, visti anche i diari di infonauti e non<br />

solo internauti, e chi di contro vi smaschera i<br />

falsi luoghi comuni come Geert Lovink e Carlo<br />

Formenti; questi in particolare vi scorge un parallelo<br />

con i soviet russi: laboratori pionieristici<br />

di democrazia diretta poi “normalizzati” dalle<br />

Autorità centrali in nome del controllo e del<br />

profi tto.<br />

· VATICANO .: Anche la Chiesa ha recentemente<br />

patteggiato con qualche idol@tria<br />

postmoderna andando a scuola di . e, dopo<br />

l’account su YouTube e facebook, si è aperta ai<br />

cinguettii di twitter con il santo placet di Benedetto<br />

°, messo per iscritto su testimonidigitali.it,<br />

sito dotato di sezioni interattive quali blog,<br />

wiki e talk blog.<br />

curriculum<br />

ucrezia Lucia Pellico si<br />

Lè laureata con lode in<br />

Comunicazione sociale, istituzionale<br />

e politica presso<br />

l’Università “A. Moro” di<br />

Bari discutendo la tesi “Politica<br />

della Rete: culture digitali<br />

e virus nella fabbrica<br />

del sapere” con i docenti E.<br />

Iorio e F. Silvestri. Ha inoltre conseguito il master di I livello in<br />

Customer&Citizen Relationship Management e attualmente è<br />

alla ricerca di opportunità.<br />

Internet non è solo un contenitore: al suo interno cambiano i rapporti di potere e di sapere<br />

Essere in Rete ora non basta più<br />

servono relazioni e partecipazione<br />

· EDU FACTORY, il progetto partito mediante<br />

mailing list transnazionali di confronto per<br />

ripensare e ridiscutere radicalmente le trasformazioni<br />

in atto nelle Università (come il<br />

Processo di Bologna) di fronte alla complessa<br />

crisi del modello verticistico top-down, su uno<br />

scenario di riferimento che vede l’università<br />

autonoma e virtuale (vedi per esempio Uninomade)<br />

e gli incontri non-rappresentativi, autonomi<br />

e indipendenti.<br />

Il lavoro si è avviato alla fi ne con uno sguardo<br />

d’appendice che ha racchiuso alcune considerazioni<br />

alla luce delle ultime consultazioni elettorali<br />

di primavera.<br />

Hyperlinking<br />

Essere sul web non basta più: serve intrufolarsi,<br />

far condividere e interagire. Questo l’han ben<br />

capito, con risultati a volte discutibili, gli esperti<br />

di comunicazione e marketing politico. Così, per<br />

le elezioni scorse varie sono state le tecniche virali<br />

adottate: dalle cartoline virtuali da scaricare<br />

alle suonerie ai concorsi in piena fi losofi a . (la<br />

partecipazione, grazie all’hyperlinking, diventa<br />

scienza).<br />

Quel che si è riscontrato è stata la vittoria netta<br />

e schiacciante del candidato al secondo mandato<br />

per il governo della Regione Puglia, Nichi Vendola.<br />

<strong>La</strong> sua campagna elettorale ha fatto un uso<br />

pressoché perfetto di tutti i social media esistenti,<br />

a colpi di videolettere e slogan semplici in rima<br />

e con il radicamento sul territorio delle Fabbriche<br />

di Nichi.<br />

Inoltre in APPENDICE ho raccolto la presenza<br />

su piattaforme di social networking relativa<br />

ai candidati alla Regione Puglia a qualche ora<br />

dallo stop della campagna elettorale ( marzo<br />

). Emergeva su tutti che Vendola non<br />

ha usato il Web come mero contenitore di propaganda<br />

o protesi del mezzo televisivo, innescando<br />

la voglia di condividere, quel desiderio<br />

di persistente stare insieme e sprigionando l’emozione<br />

collettiva, topos assai prezioso nelle<br />

analisi maff esoliane.<br />

LUCREZIA LUCIA PELLICO

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