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Divorzio? - La Gazzetta dell'Economia

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V<br />

Senza di loro sistema sanitario al collasso<br />

Sempre più anziani<br />

e grazie ai badanti<br />

possiamo assisterli<br />

ecchi nel mondo. <strong>La</strong> London School of Economics<br />

dà i punti. Il % degli milioni-<br />

mila. italiani over non si considera<br />

“vecchio” e si sente ancora in ottima salute,<br />

e la maggioranza di loro non fa assolutamente<br />

progetti per la vecchiaia. Solo il % ha messo da<br />

parte denaro mentre tre su quattro si affi dano alla<br />

propria famiglia ritenendo che tocchi ai parenti<br />

farsi carico della loro assistenza. Ma, attenzione<br />

è meglio e più prudente non farci troppo affi damento<br />

perché – avverte il rapporto di London<br />

School of Economics, sponsorizzato da Bupa<br />

International – la rete di assistenza informale (il<br />

modello tradizionale delle famiglie che badano ai<br />

propri anziani) si sta disintegrando perché il numero<br />

di anziani è cresciuto più velocemente dei<br />

potenziali loro familiari più giovani, è aumentato<br />

il numero delle donne che lavorano fuori casa, si<br />

sono moltiplicati gli anziani che vivono da soli.<br />

I “badanti” regolari sono circa . (.<br />

in Puglia; . in Basilicata) ed altri .<br />

non registrati. Se tutti questi, per ipotesi, se ne<br />

andassero e le Regioni dovessero dotarsi di una<br />

rete di residenze per i non autosuffi cienti (almeno<br />

.. quelli maggiormente bisognosi),<br />

l’economia italiana andrebbe in collasso. Questa<br />

assistenza a “basso” costo salva il sistema di assistenza<br />

nazionale. Un lavoro che vale miliardi<br />

di euro l’anno.<br />

Ogni posto letto costa mila euro e la spesa<br />

totale sarebbe di oltre miliardi euro. cui bisognerebbe<br />

aggiungere reperimento e costo del<br />

personale necessario (mila persone) con costi<br />

di miliardi € l’anno. Se gli ospedali dovessero<br />

assistere i ricoverati non autosuffi cienti spenderebbero<br />

più di mila euro l’anno.<br />

<strong>La</strong> stima per prestazioni domiciliari agli anziani<br />

non autosuffi cienti (erogate dai comuni) raggiunge<br />

milioni euro L’Istat ha quantifi cato la spesa<br />

in milioni di euro.<br />

In Italia, è emersa una nuova generazione: “i<br />

giovani di spirito” che, a - anni (.. gli<br />

over e .. gli ultra anni), si sentono ancora<br />

validi e capaci di aff rontare ogni situazione.<br />

Solo il % di questi “giovani” è depresso a causa<br />

dell’invecchiamento ed il % è spaventato dal-<br />

le possibili perdita di memoria ed indipendenza e<br />

il % teme più il cancro e il % l’Alzheimer.<br />

In questo, sugli italiani, vincono i francesi dei<br />

quali il % è convinto che la vecchiaia inizi ad <br />

anni (l’igienista dell’università di Bari, prof. Giuseppe<br />

Sangiorgi lo aff ermava e preconizzava già<br />

negli anni ‘-‘ del secolo scorso). Per il % dei<br />

giapponesi, invece, la vecchiaia comincia a anni.<br />

A preoccuparsene di più sono i brasiliani (%<br />

in confronto del % di tutto il mondo) mentre i<br />

Se associate, hanno ricadute pesanti su salute e portafogli<br />

Obesità e diabete si pagano cari<br />

alla cura al prendersi cura della persona con diabete il passo<br />

Dnon è breve ma deve contemperare regole di vita, controlli,<br />

terapie, risvolti economici e sociali iniziando con impostare, in maniera<br />

adeguata, la prevenzione e la diagnosi precoce che, attualmente,<br />

giunge con - anni di ritardo esponendo a rischi gravi e<br />

perdite economiche rilevanti.<br />

Il ,% della spesa farmaceutica totale è rappresentato da prodotti<br />

contro il diabete (insuline e ipoglicemizzanti orali) per i quali<br />

la spesa è di milioni €, di cui solo per le insuline. Importante<br />

il contributo delle nuove tecnologie. <strong>La</strong> malattia è cronica e<br />

bisogna quindi cercare di limitare da subito l’accesso alla terapia<br />

attraverso la prevenzione”<br />

“Diabete ed obesità – dice il prof. Francesco Giorgino, ordinario<br />

di endocrinologia, università di Bari – spesso si associano aggravandosi<br />

a vicenda. In Puglia, la prevalenza della malattia diabetica<br />

tipo (dell’adulto) in particolare, è più alta della media (oltre il %<br />

della popolazione; valore medio nazionale, ,%) e quella dell’obesità<br />

(% contro il %) sono particolarmente elevati. Questo signifi -<br />

ca che esistono fattori di rischio o meno controllati”.<br />

All’inizio degli anni il Centro di Farmacoeconomia dell’università<br />

di Milano, indicava in miliardi € il costo diretto per ospedalizzazioni<br />

e cure mediche di sovrappeso, obesità e malattie<br />

collegate. Un terzo circa di questi costi è assorbito dal diabete che<br />

ha progressione allarmante. Nel , il costo del diabete per lo<br />

Stato era circa miliardi €, (,% della spesa sanitaria) Nel , a<br />

fronte di un quasi raddoppio, del numero di persone con diabete<br />

siamo passati a oltre miliardi (%). Per l’anno prossimo, il numero<br />

di diabetici si ipotizza in crescita al %, e costo di miliardi €: più<br />

che raddoppiato in meno di anni.<br />

Inoltre, i ricoveri per complicanze cardiovascolari è volte mag-<br />

giore nei diabetici rispetto alla popolazione generale, è - volte<br />

maggiore per le amputazioni di arti, e - volte più per le complicanze<br />

renali.<br />

Un diabetico in sovrappeso ha rischio doppio di morte nell’arco<br />

di anni rispetto a un normopeso.<br />

Per prevenire il rischio di complicanze, il valore dell’emoglobina<br />

glicata (un semplice esame di sangue che rileva la percentuale media<br />

di glucosio presente nel sangue, negli ultimi mesi) dovrebbe<br />

essere inferiore al %. Quanto più è alta questa percentuale, tanto<br />

maggiore è il rischio di complicanze.<br />

“Il farmaco di prima scelta, quando la dieta rigorosa non si sia mostrata<br />

suffi ciente – dice il prof. Giorgino – è la metformina (compresse)<br />

la quale riduce la gluconeogenesi ed aumenta l’utilizzo periferico<br />

del glucosio. Se non si riesce a controllare, in modo adeguato, si<br />

associano altri farmaci e, quando necessario, si passa all’ insulina”.<br />

Recenti studi, cui il prof. Giorgino ha contribuito in maniera determinante,<br />

suggeriscono l’opportunità di associare, anche inizialmente<br />

(meglio), una molecola “Saxagliptin” (nome non commerciale).<br />

Essa esalta l’attività di alcuni ormoni dell’intestino. Questi favoriscono<br />

la secrezione di insulina da parte di cellule endocrine presenti<br />

nell’intestino e, quindi tengono sotto controllo la glicemia.<br />

“<strong>La</strong> presenza nel sangue di questi ormoni – avverte Giorgino – è<br />

limitata nel tempo perché essi sono inattivati e degradati da un enzima<br />

(DPP)”. Il saxagliptin agisce proprio su questo enzima bloccandolo<br />

e favorendo, quindi, la persistenza in circolo degli ormoni.<br />

Grazie a questo meccanismo, la secrezione di insulina è stimolata<br />

in maniera fi siologica. Inoltre – benefi cio di non poco conto – l’uso<br />

di questo farmaco non espone ai temuti rischi di ipoglicemie né a<br />

quelli aggiunti cardiovascolari (in corso indagini sulla possibile protezione).<br />

Il farmaco stesso non favorisce l’aumento di peso.<br />

Sanità<br />

infomi: sono triste realtà<br />

Ldi patologia per mila<br />

italiani cui se ne aggiungono<br />

. l’anno (più di al<br />

giorno). Nel mondo, milione<br />

di malati e . morti<br />

l’anno.<br />

I linfomi sono al terzo posto<br />

nella classifi ca di tumori,<br />

con la più rapida crescita annua,<br />

oltre %.<br />

Si tratta di un tipo di tumore<br />

che si sviluppa per un<br />

errore nella produzione dei<br />

linfociti (una parte dei globuli<br />

bianchi) che si accumulano<br />

nei linfonodi di diverse parti<br />

del corpo.<br />

Le cause rimangono ancora<br />

sconosciute.<br />

Esistono due tipi di linfomi:<br />

di Hodgkin, e non Hodgkin<br />

(LNH) Ogni linfomi diagnosticati<br />

sono non Hodgkin.<br />

Questi, tra anni, saranno la<br />

neoplasia più diff usa a livello<br />

mondiale. <strong>La</strong> sintomatologia<br />

è molto variabile: a volte sono<br />

asintomatici, a volte con<br />

sintomi molto generici come<br />

febbre, sudorazione intensa<br />

specie notturna, dimagrimento,<br />

spossatezza e prurito persistente<br />

in tutto il corpo.<br />

“Lo scenario dei linfomi<br />

– dice il prof. Francesco<br />

Mandelli, presidente AIL – è<br />

cambiato in modo positivo e<br />

cambierà ulteriormente. Oggi,<br />

per un numero elevato di<br />

pazienti vi può essere la prospettiva<br />

di guarigione”.<br />

<strong>La</strong> chemioterapia (distrug-<br />

25 settembre<br />

01 ottobre 2010<br />

27<br />

Foto Giuseppe Nicoloro_fl ickr<br />

meno preoccupati risultano gli indiani (%).<br />

“Tutti gli anziani – dice Sneh Khemka, direttore<br />

medico di Bupa International – hanno diritto<br />

a cure personalizzate di qualità. Ma questo sarà<br />

possibile solo se le persone che vivono per oggi<br />

cominceranno a pianifi care il domani. I sistemi di<br />

assistenza sociale stanno già aff rontando enormi<br />

diffi coltà fi nanziarie e sta emergendo una sfi da<br />

globale sul modo di supportare, per il futuro, gli<br />

anziani non autosuffi cienti”.<br />

Guarigioni oltre l’ per cento<br />

Contro i linfomi<br />

più speranza<br />

col rituximab<br />

ge le cellule tumorali ma<br />

anche quelle normali interferendo<br />

nella loro attività di<br />

replicazione) associata, se ad<br />

alte dosi, a trapianto di midollo<br />

osseo, radioterapia sono le<br />

classiche cure.<br />

Negli ultimi anni, si è<br />

aggiunto un anticorpo monoclonale<br />

rituximab (immuno-chemioterapia),<br />

terapia<br />

standard che ha consentito di<br />

superare l’% di guarigioni.<br />

Uno studio clinico, appena<br />

concluso dal prof. Maurizio<br />

Martelli (università, Roma) e<br />

collaboratori, ha dimostrato<br />

che, dopo anni di terapia di<br />

mantenimento (una dose endovena<br />

ogni due mesi), l’%<br />

dei pazienti ha presentato remissione<br />

della malattia (%<br />

nei pazienti non sottoposti<br />

a terapia) Sino ad oggi, i pazienti<br />

in tutto il mondo hanno<br />

ricevuto più di un milione di<br />

trattamenti con questo farmaco<br />

il cui costo – dice il dr.<br />

Dario Francolino (Roche) –<br />

attualmente, è di . euro<br />

all’anno per paziente.<br />

Grande importanza, per<br />

questi pazienti – dice il prof.<br />

Franco Mandelli – ha oltre<br />

che la qualità dell’apporto<br />

medico specialistico che, in Italia,<br />

è tra le migliori nel mondo,<br />

la promozione dei diritti<br />

dei pazienti, la loro assistenza<br />

anche dal punto umano. E<br />

questo valore aggiunto è sostenuto<br />

proprio dall’AIL.<br />

Pagina a cura<br />

di Nicola Simonetti

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