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Giugno 2010 - Da Leggere

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10 L’ABRUZZO RACCONTA <strong>Da</strong> leggere - GIUGNO <strong>2010</strong><br />

La Rubrica “ Abruzzo Racconta” a Campli<br />

CAMPLI – Nuova viaggio della nostra rubrica che oggi<br />

si ferma a Campli, cominciamo come sempre con un accenno<br />

storico, Il primo documento storico che attesti uffi -<br />

cialmente l’esistenza del borgo di Campli risale addirittura<br />

all’anno 890, anche se è solo nel 1078 che il nome “Campli”<br />

appare ad indicare uno dei possedimenti di Roberto,<br />

Conte di Aprutinum. Nel 1271, dopo essere rimasta per<br />

un breve periodo sotto il dominio del Re di Napoli, Carlo<br />

d’Angiò concesse Campli al nobile Arduino d’Averio.<br />

Quindici anni più tardi, nel 1286, il borgo entrò in guerra<br />

contro la vicina e potente Teramo.<br />

Nel 1363 la Regina Giovanna I attribuì alla cittadina il privilegio<br />

della Fiera di Santa Margherita, e successivamente<br />

quello di scegliere in maniera autonoma il proprio giudice<br />

civile. Trascorsi sei anni venne nuovamente alle armi con i<br />

vicini teramani, questa volta per contender loro il possesso<br />

del Feudo dei Melatini.<br />

Nel 1372 Campli fu proclamata “libero comune”. Nell’anno<br />

1424, insieme ai vicini comuni di Teramo ed Atri,<br />

passò sotto il dominio dei nobili Acquaviva. Gli anni che<br />

seguirono videro spesso i camplesi brandire le armi per<br />

risolvere questioni di confi ne contro Civitella del Tronto,<br />

in particolare nel 1430 e poi nel 1479. Una pace stabile e<br />

duratura fu raggiunta solo nel 1507. In quel periodo Campli<br />

era defi nita “città regionale”, e come tale veniva considerata<br />

proprietà diretta della Regina Giovanna III.<br />

Caduta in mani francesi, fu donata da Carlo VIII a Margherita<br />

d’Austria, sua fi glia naturale e moglie d’Ottaviano<br />

Farnese. Un cognome, quest’ultimo, che, di lì in avanti, si<br />

legherà in maniera assai stretta alla storia della cittadina.<br />

Nel 1520, infatti, la bella piazza rinascimentale a pianta<br />

rettangolare fu impreziosita dal possente, ed allo stesso<br />

tempo elegante, Palazzo Farnese, designato come sede del<br />

parlamento. Furono questi anni di grandi mutamenti, che<br />

portarono a Campli gioie ed onori, ma anche sventure e<br />

devastazioni.<br />

Nel 1557 il Duca di Guisa, forte di oltre 2000 uomini, assediò<br />

Campli e, dopo un’aspra battaglia contro i coraggiosi<br />

abitanti, riuscì ad espugnarla e saccheggiarla. Nel<br />

1575 videro la luce gli “statuti comunali”, importanti documenti<br />

che erano destinati a regolare la vita amministra-<br />

tiva di Campli. Nel 1579 Margherita d’Austria si recò in<br />

visita nella cittadina e per la solenne occasione i camplesi<br />

decisero di rendere il loro comune degno di una regina,<br />

compiendo importanti restauri e innalzando nuove costruzioni.<br />

Fu cosi che venne eretto il palazzo del Monte di Pietà, fu<br />

fondato il Convento dei Cappuccini e la Cattedrale stessa<br />

ebbe ad essere arricchita con splendidi dipinti ed un altare<br />

offerto dagli uomini della congregazione dei lanai. Aprì<br />

inoltre i battenti, vera novità per qui tempi, una bottega<br />

dove si esercitava l’arte tipografi ca.<br />

Nel 1600 Campli ebbe l’onore di essere elevata a Diocesi,<br />

grazie all’interessamento di un nobile rampollo della famiglia<br />

Farnese, al quale, proprio in quegli anni era andata<br />

in sposa la pronipote del Papa, proveniente dalla famiglia<br />

degli Altobrandini. Ironia della sorte, quel secolo, iniziato<br />

in maniera così propizia, si rivelò invece davvero nefasto<br />

per Campli. Nel 1656 la città venne colpita da una terribile<br />

epidemia, nel 1703 fu quasi rasa al suolo da un violento<br />

terremoto. Alle calamita naturali si aggiunse presto il terribile<br />

fl agello del banditismo. Per decenni le autorità furono<br />

praticamente impotenti contro il dilagare di feroci banditi<br />

che, annidati tra le selvagge ed inespugnabili gole delle<br />

vicine montagne, mettevano a ferro e fuoco le contrade<br />

e le campagne di Campli, assalendo viandanti e fattorie<br />

isolate.<br />

La popolazione di Campli prese a scendere vertiginosamente<br />

e nel 1736 tocco il minimo storico di 2500 anime.<br />

Dopo alcuni anni venne di nuovo occupata dalle truppe<br />

francesi ed i camplesi, legati storicamente ai Borboni,<br />

giunsero addirittura al punto di chiedere aiuto ai briganti<br />

pur di tentare un’ultima disperata resistenza e liberarsi<br />

dagli invasori. Scampato il pericolo, la situazione generale<br />

non migliorò affatto.<br />

Per risollevare le sorti della città ormai avviata ad un inarrestabile<br />

declino si fece ricorso ad ogni mezzo. L’anno<br />

di grazia 1776 venne, infatti, caratterizzato dall’apertura<br />

della Scala Santa, un evento d’enorme importanza che fu<br />

sì religioso ma soprattutto sociale ed economico, e rappresentò<br />

un estremo tentativo di rivitalizzare la città stessa,<br />

l’ultimo in verità nella storia di Campli.<br />

Seppur all’apparenza cosi piccola, Campli richiede invece<br />

una buona disponibilità di tempo e di pazienza al visitatore<br />

che voglia scoprirne i segreti ed ammirarne i tesori,<br />

tali e tanti essi sono. Una visita ideale potrebbe aver<br />

inizio dalla piazza principale, da sempre centro della vita<br />

d’ogni borgo che si rispetti, dove si trova il monumentale<br />

Palazzo Farnese, l’antico Palazzo del Parlamento, attuale<br />

sede del Municipio. L’imponente edifi cio derivò il nome<br />

attuale dalla famosa famiglia nobiliare che fu proprietaria<br />

di queste terre fi no al 1734, anno in cui i feudi passarono<br />

ai Borboni ed entrarono a far parte del regno di Napoli e<br />

di Sicilia.<br />

Dinanzi al Palazzo si trova la chiesa di Santa Maria in Platea,<br />

risalente al 1400 e con la facciata ricostruita alla fi ne<br />

del 1700. Favolosi il soffi tto in legno dipinto e il tesoro<br />

d’arte sacra conservato all’interno, con tele, crocefi ssi,<br />

affreschi del 1400 e del 1500. La cripta ospita poi alcuni<br />

affreschi, ritenuti attribuibili alla scuola di Giotto, di<br />

bellezza davvero unica, tra i quali una Resurrezione e una<br />

Natività.<br />

A fi anco di Palazzo Farnese si apre invece una moderna ed<br />

accogliente piazzetta che fa da anticamera alla bellissima<br />

Scala Santa, recentemente restaurata e riaperta al culto. Si<br />

tratta di un edifi cio sacro alquanto inusuale, sembra uno<br />

dei pochi ancora esistenti, composto in pratica solamente<br />

da una scala di salita ed una di discesa connesse tra loro.<br />

Se percorse secondo certe regole, pregando, permettono al<br />

fedele di conquistare l’indulgenza plenaria. All’interno si<br />

trova un inestimabile tesoro d’arte: tele, reliquiari, affreschi<br />

del 1500, del 1600 e del 1700.<br />

Una delle caratteristiche architettoniche che rende suggestiva<br />

la città di Campli è la presenza delle case porticate,<br />

alcune delle quali risalenti persino al XIII secolo, che si<br />

susseguivano in antico lungo il corso principale senza soluzione<br />

di continuità. Di notevole interesse è la casa porticata<br />

che trovate sulla destra della chiesa di Santa Maria,<br />

iniziando a scendere lungo il corso principale. Restaurata<br />

di recente, essa reca sulla facciata un concio in pietra con<br />

la data del 1400. Proseguendo, poco oltre incontrate la<br />

casa dello “Speziale”, ossia l’antico farmacista, evidenziata<br />

da una elegante loggetta, e subito dopo quella del<br />

“Medico”, apparentemente di scarso interesse a causa<br />

della sua facciata alquanto anonima, ma impreziosita da<br />

un delizioso interno sviluppato su due piani con porticato,<br />

pozzo e loggiato.<br />

Proseguendo ancora lungo il corso si arriva alla chiesa<br />

di San Francesco, col suo bel portale in pietra scolpita,<br />

che ospita numerose opere d’arte di notevole pregio, tra le<br />

quali una croce dipinta del 1400 e due affreschi raffi guranti<br />

una Pietà e un’Annunciazione. Annesso è l’ex-convento,<br />

che accoglie oggi il Museo Archeologico, nel quale è<br />

esposta un’eccezionale raccolta di reperti archeologici.<br />

Alla fi ne del corso, una volta usciti dal centro storico, sulla<br />

destra trovate il Convento di Sant’Onofrio, in restauro<br />

dopo lunghe vicissitudini che hanno messo in grave pericolo<br />

il suo eccellente patrimonio artistico costituito dal<br />

ciclo di affreschi che ornava il refettorio.<br />

Dell’originale struttura resta ormai ben poco: parte fu demolita<br />

per far posto a piazza e strada, parte è andata persa<br />

durante rimaneggiamenti e riusi dell’edifi cio. Anche gli<br />

affreschi e le decorazioni sono state messe a dura prova da<br />

coloro i quali si sono succeduti nei secoli in quelle stanze,<br />

utilizzandole persino come offi cine e magazzini per granaglie.<br />

Dopo averlo acquistato da privati, la Soprintendenza<br />

sta procedendo ad un minuzioso restauro del Convento<br />

per collocarvi il nascente Museo Diocesano destinato ad<br />

ospitare i preziosi oggetti ed arredi sacri provenienti dalle<br />

varie chiese della città.<br />

Lasciato ormai alle spalle il borgo seguite la strada che<br />

scende verso la valle ed incontrerete, dopo poche centinaia<br />

di metri, la frazione di Castelnuovo. Qui si trova la Porta<br />

Angioina, detta anche “Porta Orientale”, costruita nel XIV<br />

secolo per consentire l’accesso ad uno dei quattro quartieri<br />

di cui era composta in origine Campli, per l’appunto quello<br />

di Castelnuovo. Due erano in antico le porte, ma quella<br />

detta “di Campo Castello” fu demolita nel 1797. Superata<br />

la porta, sulla sinistra si trova la chiesa di San Giovannni,<br />

dall’inusuale struttura a due navate, ricca all’interno<br />

di due altari barocchi e d’affreschi che si ritiene opera,<br />

almeno in parte, di Giacomo da Campli.<br />

Rientrate ora in paese, attraversatelo per intero e dirigetevi<br />

verso la strada che congiunge Teramo ad Ascoli. Raggiungerete<br />

così la vicina frazione di Nocella, dove potrete ammirare<br />

l’elegante torre dei nobili signori Melatino, costruita<br />

nel 1394 come testimonia tuttora l’incisione sulla parete<br />

accanto allo stemma di questa nobile ed antica casata.<br />

Pur se potrete ritenere a questo punto di aver visto tutto,<br />

ebbene non illudetevi, Campli riserva ancora parecchie<br />

sorprese come, ad esempio, il convento di San Bernardino.<br />

L’imponente edifi cio religioso, oggi abbandonato e pressoché<br />

in rovina, si trova di là del torrente che fi ancheggia<br />

a nord la cittadina, sul colle di Santa Lucia, immerso nel<br />

verde di un boschetto. Venne edifi cato nel 1476 dai Frati<br />

Osservanti ed utilizzato come luogo di meditazione e meta<br />

di pellegrinaggi fi no alla fi ne del XVIII secolo, quando<br />

cadde in disuso. Molto suggestivi sono il chiostro, con il<br />

classico pozzo centrale, e la lunetta del portale decorata da<br />

un affresco seicentesco.<br />

Per terminare degnamente la vostra visita vi attende ancora<br />

una sosta a Campovalano, ultima tappa del vostro<br />

viaggio alla scoperta di Campli, ma non per questo meno<br />

importante di tutto quel che avete visto sino ad ora. Pur se<br />

essa è oggi solo una piccola frazione distesa ai piedi della<br />

montagna, poche decine di case lungo la strada che collega<br />

Teramo ad Ascoli, venticinque secoli fa Campovalano era<br />

sede di uno dei più importanti insediamenti delle genti che<br />

abitavano queste terre assai prima dell’arrivo dei Romani.<br />

In quarant’anni di ricerche gli archeologi hanno, infatti,<br />

scoperto e scavato una enorme necropoli, dove gli italici<br />

seppellirono per secoli i loro defunti. Non si tratta purtroppo<br />

di un luogo aperto al pubblico, poiché i lavori sono<br />

ancora in corso, ma ogni anno, in estate, il cantiere archeologico<br />

viene riaperto per alcuni mesi e, facendo domanda<br />

ai responsabili, si può magari chiedere di visitarlo. La<br />

eccezionale mole di reperti trovati nel corso degli scavi è<br />

esposta, come già detto, nel museo archeologico di Campli.<br />

Rosario Di Blasio - rosariodiblasio@libero.it

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