05.06.2013 Views

Giugno 2010 - Da Leggere

Giugno 2010 - Da Leggere

Giugno 2010 - Da Leggere

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Da</strong> leggere - GIUGNO <strong>2010</strong> MUSICA-ARTE-SPETTACOLO<br />

Quelle sue “Everglades” così<br />

umide e sonnolenti, dove il<br />

tropico centroamericano si approssima<br />

nell’alito caldo degli arbusti<br />

acquatici. Dove il silenzio millenario<br />

si diffonde con i suoi misteri, con l’eco<br />

aborigena dei vari defl ussi, con il lento<br />

rigurgito degli anfi bi intermittenti<br />

tra acqua e terra. Una vasta distesa di<br />

calme verdastre di tanto in tanto ricamate<br />

da petali variopinti che galleggiano<br />

leggeri, placidamente abbandonati<br />

alla solita ninna nanna di qualche alligatore<br />

stufo delle proprie immersioni.<br />

In questo pezzo di ecologia antico e<br />

intatto dell’entroterra di Miami, Bert<br />

Kaempfert amava tornare nel raccoglimento<br />

di un’ispirazione musicale al<br />

servizio dello stile e della raffi natezza.<br />

I suoi ineguagliabili arrangiamenti<br />

e la sua copiosa produzione ne hanno<br />

fatto uno dei migliori compositori del<br />

secolo scorso. La sua vita, breve e movimentata,<br />

interrotta inaspettatamente<br />

e prematuramente come quella di tanti<br />

suoi grandi predecessori (Gerswin per<br />

primo), ne ha avallato la notevole personalità<br />

artistica.Talento precoce (non<br />

a caso tedesco del nord), Bert visse la<br />

seconda guerra con variegata esperienza,<br />

attingendo quindi dal molteplice<br />

patrimonio di Jazz e Swing dell’epoca,<br />

dalla grande eredità di un mondo musicale<br />

che consacrerà poi (negli anni<br />

sessanta-settanta) con la veste nuova<br />

di un’impronta personale in cui il gusto,<br />

il cosmopolitismo e la versatilità si<br />

distinguono indelebilmente. La musica<br />

di Bert Kaempfert afferma un’originalità<br />

e una saldezza tecnica come pochissime<br />

altre del periodo. Lo stesso<br />

Bacharach, per quanto anch’egli grande<br />

compositore e arrangiatore, non ha<br />

manifestato una capacità creativa tanto<br />

ampia e multiforme. L’inventiva dell’autore<br />

amburghese si manifesta infatti<br />

nella stessa misura, sia nei tantissimi<br />

Lo stilista della musica<br />

(Per il trentennio della morte di Bert Kaempfert)<br />

pezzi di sua composizione, sia in tutti<br />

quelli da lui sapientemente orchestrati,<br />

musiche che acquisiscono una veste<br />

talmente appropriata e rinnovata, da potersi<br />

considerare quasi come sue totali<br />

creature. Restauratore di musica, quindi,<br />

anche di scarsa popolarità la quale,<br />

attraverso la sua impronta stilistica, acquistava<br />

una bellezza e un’importanza<br />

inusitate. Kaempfert è stato il creatore<br />

delle atmosfere, un poeta dell’orchestra<br />

che attraverso le sue strategie strumentali<br />

è riuscito a descrivere un mondo di<br />

distinte emozioni. Il suo vasto repertorio<br />

si estende dall’inizio degli anni<br />

sessanta alla fi ne dei settanta; durante<br />

un ventennio nel quale si distribuiscono<br />

le sue moltissime composizioni di<br />

genere diverso ma con un prevalente<br />

comune denominatore: quel gusto rifl<br />

esso in uno stile tra il romantico e il<br />

jazzistico, in cui il perfezionismo della<br />

sfumatura orienta l’indice di ascolto<br />

verso una sensibilità musicale non certo<br />

comune. Amare la musica di Kaempfert<br />

vuol dire infatti essere privilegiati nell’anima<br />

e nell’orecchio, privilegio tanto<br />

più se riferito ai suoi pezzi classici, a<br />

quei suoi tipici motivi solitamente eseguiti<br />

dai coristi a bocca chiusa, quindi<br />

dall’intervento sincopato degli ottoni.<br />

Tutto ciò premettendo, appunto, che la<br />

musica di Bert non risente delle appartenenze<br />

epocali, per il suo essere esempio<br />

di una classicità ed un gusto, tali<br />

da fare di questo autore un epigono dei<br />

grandi della leggera americana. Composizioni<br />

come “Lady”, “The world we<br />

know”, “Love”, “Moon over Naples”,<br />

“Remember When”, Strangers in the<br />

night”, “My way of life” ecc. confermano<br />

altresì questa vicinanza con i<br />

pezzi ruggenti dell’entourage postgerswiniano.<br />

D’altronde, nel primario<br />

orizzonte artistico di questo grande musicista,<br />

c’era la vocazione missionaria<br />

di rivalutare e proseguire, attraverso un<br />

ripristino magnifi camente personalizzato,<br />

quel caldo virtuosismo e quella delicata,<br />

soffusa intensità sentimentale che<br />

aveva caratterizzato il patrimonio musicale<br />

statunitense degli anni trenta-quaranta.<br />

Egli aveva certamente guardato<br />

l’America come una terra di conquista,<br />

un mondo ideale dove affermare il suo<br />

talento, che in fondo, derivava ideologicamente<br />

dal variegato scenario musicale<br />

e sociale di quel paese e di quell’epoca.<br />

E di certo, in America, il valore<br />

di quel giovane compositore e direttore<br />

tedesco fu certamente bene interpretato<br />

ed apprezzato. <strong>Da</strong> qui l’andirivieni<br />

dei suoi successi fra Germania e USA,<br />

quindi la collaborazione con le più importanti<br />

case discografi che internazionali<br />

(Polidor in particolare). Alcuni<br />

pezzi immortali di Bert, come “Love”,<br />

“Welcome to my hart”, “Love comes<br />

but once”, “My way of life”, “Strangers<br />

in the night”,”I can’t help remembering<br />

you”ecc. diventarono presto cavalli di<br />

battaglia di artisti del calibro di Dean<br />

Martin, Nat King Cole, Frank Sinatra,<br />

Pat Boone ed altri. E tuttavia il valore<br />

dell’opera di Kaempfert non è dato tanto<br />

dai suoi successi riconosciuti, ma da<br />

molti e molti altri motivi (meno noti o<br />

addirittura ignoti al gran pubblico) attraverso<br />

i quali esprime tutta la sua rilevante<br />

versatilità creativa. E’ doveroso<br />

quindi aggiungere il notevole contributo<br />

sia del suo diretto collaboratore Herbert<br />

Rehbein, sia del suo entourage orchestrale:<br />

un organico selezionato con<br />

alcuni elementi polifunzionali dotati di<br />

abilità ed eclettismo musicale. Di certo,<br />

infatti, l’eccezionale esigenza di malleabilità<br />

timbrica richiesta dal suo variegato<br />

indirizzo creativo, presuppone<br />

un’elevata professionalità ed un ottimo<br />

affi atamento da parte dei componenti<br />

dell’orchestra. Ben presto quindi, Bert e<br />

la sua leggendaria compagine strumentale,<br />

conquistano anche l’Europa: non si<br />

poteva certo restare indifferenti al suo<br />

ammaliante “A swingin’safari” (prototipo<br />

di un genere originale ed accattivante<br />

nel quale, ritmo, spensieratezza<br />

e allegoria timbrica, aderiscono fedelmente<br />

al riferimento africano) o verso<br />

i suoi fantastici “Wonderland” in cui<br />

trasferisce assortite melodie, compresa<br />

25<br />

una trasognante raccolta (Christmas in<br />

Wonderland) delle più note musiche<br />

natalizie. Un ulteriore cimento della<br />

sua inventiva è rappresentato da alcune<br />

colonne sonore cinematografi che, in<br />

cui esprime un estro e una brillantezza<br />

che assumono a tratti vere e proprie<br />

prerogative sinfoniche. Bert Kaempfert<br />

è stato un talento multiforme nel cui<br />

patrimonio produttivo c’è, ovviamente,<br />

ancora molto da conoscere e scoprire.<br />

Dico ovviamente perché tutti i veri valori,<br />

in musica e in altra arte, sono quasi<br />

sempre postumi. Come cultore della sua<br />

musica, quindi, ho, se non altro, potuto<br />

informarmi (attraverso una ricerca su<br />

internet fatta in questo trentennale della<br />

sua morte avvenuta prematuramente<br />

il 21 giugno 1980 a Maiorca) della sua<br />

rinnovata reputazione odierna, decisamente<br />

più aderente al suo effettivo<br />

merito artistico. Il merito di un uomo<br />

che attraverso la sua capacità, il suo<br />

gusto, il suo stile, ha fatto della musica<br />

un magnifi co espediente per far rivivere<br />

quelle rare emozioni e quei distinti<br />

sentimenti di un epoca ineguagliabile.<br />

Ora le sue eterne melodie resteranno altresì<br />

in quegli eletti ascoltatori e conoscitori<br />

che posseggono la sua preziosa<br />

discografi a (volendo si riesce a trovarla,<br />

anche se non certo in Italia) e il privilegio<br />

individuale per apprezzarla. Alcuni<br />

di essi (compreso il sottoscritto), sanno<br />

pure, purtroppo, che quel che resta di<br />

Bert, oltre alla sua musica immortale,<br />

è ciò che di lui fu romanticamente regalato,<br />

per propria volontà, all’acqua<br />

ricamata di quelle “Everglades” umide<br />

e sonnolenti. A quella vasta distesa di<br />

calme verdastre dove di tanto in tanto<br />

amava ritornare in vita e dove volle che<br />

fosse lasciato per sempre il resto delle<br />

sue premature spoglie.<br />

Rossano Di Palma

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!