Giugno 2010 - Da Leggere

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24 MUSICA-ARTE-SPETTACOLO Da leggere - GIUGNO 2010 I n occasione del 150° anniversario della morte dell’eroe atriano Pietro Baiocchi, l’unico abruzzese dell’impresa dei Mille, si è tenuto nel Teatro Comunale di Atri un memorabile concerto della Bernstein Symphony Orchestra, diretta dal Maestro Fiorangelo Orsini. La Bernstein Symphony Orchestra è nata recentemente (questo è il suo secondo concerto uffi ciale) dall’ardore organizzativo di un giovane musicista atriano, il prof. Michele Capanna Piscè, che ha creduto in questa rilevante operazione culturale: affi ancare un’altra compagine orchestrale alle tre orchestre sinfoniche abruzzesi: l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, l’Orchestra dell’Accademia Musicale Pescarese e l’Orchestra del Teatro Marrucino di Chietii, per ampliare l’offerta al grande pubblico, e “per farsi portatrice – leggiamo in un comunicato stampa dell’orchestra – di un messaggio di pace e solidarietà, a testimonianza della sua trasversalità e della sua capacità di integrazione tra i popoli, culture, modi di vivere, apparentemente tanto lontani in un periodo storico talmente convulso e travagliato come quello attuale”. A capo dell’orchestra, dicevamo, il bravissimo L Grande successo della Bernstein Symphony Orchestra al Teatro Comunale di Atri ’estate è appena alle porte e la stagione degli eventi e degli spettacoli ad Atri si comincia già a delineare. L’Associazione atriana “Unsorrisoperlavita” cala sul tavolo i suoi due assi dell’estate 2010: il 6 luglio Piero Mazzocchetti e il 24 luglio Fiorella Mannoia. Il primo in concerto in Piazza Acquaviva, la seconda presso lo Stadio Comunale di Atri. Piero Mazzocchetti è un autentico artista crossover che spazia sapientemente dal registro pop a quello operatic pop, Disco d’oro nel 1999 con L’eternità, ha venduto oltre 150.000 copie nella sua carriera in Germania. Ritorna in Italia da sconosciuto classifi - candosi terzo al Festival di Sanremo 2007 e vende oltre 18.000 copie del suo cd Schiavo d’amore. Fin da piccolo dimostra la sua predisposizione per la musica, acquistando in breve tempo un’ottima tecnica pianistica e vocale. La svolta per la sua vita artistica avviene nel dicembre del 1998 quando, contro la volontà dei suoi genitori, Piero si allontana dai suoi affetti più cari e accetta un contratto in un pianobar di Monaco di Baviera. Qui conosce Karl Heinz Rumenigge, Mario Basler, Franz Beckenbauer e il dirigente tedesco di calcio Roger Wittmann, grandissimo Fiorangelo Orsini, cornista abruzzese di chiara fama, diplomato presso il Conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara con il massimo dei voti e la lode. Ha suonato sotto la bacchetta di L. Bernestein, L. Maazel, G. Pretre, R. Muti, C. Abbado, Z. Metha, W. Sawallisch, L.V. Matacic, C. M. Giulini. Successivamente si è dedicato allo studio della composizione, strumentazione per banda e direzione d’orchestra, frequentando i corsi di alto perfezionamento presso l’Accademia Musicale Chigiana di Siena, sotto la guida di Franco Ferrara, che lo annovera fra i suoi migliori discepoli. Dal 1982 al 1989 è stato Direttore principale dell’ Orchestra Sinfonica Internazionale ed attualmente è Direttore Artistico della “Bernstein Symphony Orchestra”. Viene invitato come membro di giuria in prestigiosi concorsi internazionali, e per meriti artistici gli è stato conferita la cittadinanza onoraria presso la Città di Cosenza ed il “Diploma de Excelentia” rilasciato dal Ministero della Cultura Rumena, in occasione di un memorabile concerto tenuto presso la sala “Mihail Jora” della Radiotelevisione di Bucarest. Il concerto atriano del 20 maggio scorso si aperto con l’esecuzione dell’Inno Nazionale Italiano. Poi l’ouverture Egmont e la V Sinfonia in do minore op. 67 di Beethoven, la sinfonia dal “Nabucco” di Verdi, le sinfonie da “Guglielmo Tell” e “L’italiana in Algeri” di Rossini e l’aria “Nessun dorma” dall’opera “Turandot” di Puccini, infi ne due arie napoletane: “’O sole mio” e “Torna a Surriento”, magistralmente interpretate dal tenore atriano Carlo Assogna, in piena forma vocale, reduce da applauditissimi concerti tenuti come solista a Bologna. Il numeroso pubblico intervenuto alla celebrazione patriottica, ha apprezzato la pregevole esecuzione della nascente orchestra abruzzese, composta dai migliori professori della regione. Il Maestro Orsini ha confermato le sue doti di fi ne interprete e ottimo conduttore. L’orchestra, equilibratissima e dal suono incantevole, è stata lungamente applaudita, soprattutto a termine della sinfonia dal “Nabucco” di Verdi, tra le più “risorgimentali” del Maestro di Busseto. A termine del concerto, l’assessore alla cultura del Comune di Atri, la dott.ssa Angela De Lauretis, ha offerto al Maestro Orsini una targa ricordo dell’Amministrazione Comunale e del Comitato Festeggiamenti in onore di Santa Rita, che ha organizzato l’evento culturale-patriottico. Estate 2010: due attesissimi concerti Ad Atri Piero Mazzocchetti e Fiorella Mannoia appassionato di canzoni italiane che decide di scommettere sul suo giovane talento e lo scrittura diventando ben presto il suo primo manager. Il talento di Piero Mazzocchetti esplode anche in Oriente nell’ottobre 2007; spettatori cinesi in delirio alla cerimonia di chiusura dei 12th Special Olimpic Games, al Jiang Wan Stadium di Shanghai, alla presenza di oltre 50.000 persone trasmessa in mondo visione. Per la quinta volta è ospite al “Carreras Gala 2007”, la famosa trasmissione a scopo benefi co in onda sulla rete tedesca ARD trasmessa in tutto il mondo, presentata da Josè Carreras con il quale duetta in alcune famose opere classiche al Teatro dell’Opera di Shangai. Il 7 novembre 2008 esce il suo secondo album in Italia, Tribute to Luciano Pavarotti con sedici brani classici che spaziano da Donizetti a Verdi, da Puccini a Leoncavallo, accompagnati dall’Orchestra dell’Opera del Teatro Regio di Parma. Romana di nascita (classe 1954), ma trasferita a Milano da molti anni, Fiorella Mannoia ha saputo costruirsi dalla metà degli anni Ottanta la necessaria credibilità per di- ventare la voce e il controcanto femminile di una canzone d’autore storicamente declinata al maschile. La sua vera svolta arriva con il Festival di Sanremo del 1984: l’interpretazione di Come si cambia segna per lei una vera e propria presa di coscienza delle sue capacità interpretative. Nel 1985 pubblica Momento delicato e nell’86 Fiorella Mannoia. Nel 1988 un altro incontro importante quello con Ivano Fossati, l’autore con cui a tutt’oggi esiste la migliore “simbiosi”. Sua infatti è Le notti di maggio con cui Fiorella torna a Sanremo. Il brano si aggiudica nuovamente il premio della critica. È una sorta di consacrazione. A questo evento segue infatti Canzoni per parlare, album che racchiude in sé alcune delle più prestigiose fi rme della canzone italiana: Fossati, Ruggeri, Ron, Cocciante. Presenza importante nella realizzazione del lavoro è quella di Piero Fabrizi. A partire da questo album in poi, Fabrizi cura la produzione, gli arrangiamenti e la composizione di vari brani di Concezio Leonzi successo. Nel 2000 Fiorella partecipa come super ospite al Festival di Sanremo. Per i concerti di Piero Mazzocchetti e Fiorella Mannoia, si prevede grandissima affl uenza di pubblico da tutta la regione e fuori. Insomma due eventi da non perdere assolutamente. Sin da ora è possibile acquistare i biglietti per i due concerti all’indirizzo mail: unsorrisoperlavita@unsorrisoperlavita.org, oppure presso il Bar Movida di Corso Elio Adriano ad Atri. Il prezzo dei biglietti per il concerto di Piero Mazzocchetti: posto seduto 23 euro, posto in piedi 15. Per il concerto di Fiorella Mannoia: posto seduto euro 40, posto in piedi 30, ridotto (da 5 a 15 anni) seduto 25, ridotto in piedi 15. I ridotti devono essere prenotati in prevendita o tramite mail con nominativo e ritirati il 24 luglio prima delle ore 21 presso lo Stadio Comunale di Atri. Concezio Leonzi
Da leggere - GIUGNO 2010 MUSICA-ARTE-SPETTACOLO Quelle sue “Everglades” così umide e sonnolenti, dove il tropico centroamericano si approssima nell’alito caldo degli arbusti acquatici. Dove il silenzio millenario si diffonde con i suoi misteri, con l’eco aborigena dei vari defl ussi, con il lento rigurgito degli anfi bi intermittenti tra acqua e terra. Una vasta distesa di calme verdastre di tanto in tanto ricamate da petali variopinti che galleggiano leggeri, placidamente abbandonati alla solita ninna nanna di qualche alligatore stufo delle proprie immersioni. In questo pezzo di ecologia antico e intatto dell’entroterra di Miami, Bert Kaempfert amava tornare nel raccoglimento di un’ispirazione musicale al servizio dello stile e della raffi natezza. I suoi ineguagliabili arrangiamenti e la sua copiosa produzione ne hanno fatto uno dei migliori compositori del secolo scorso. La sua vita, breve e movimentata, interrotta inaspettatamente e prematuramente come quella di tanti suoi grandi predecessori (Gerswin per primo), ne ha avallato la notevole personalità artistica.Talento precoce (non a caso tedesco del nord), Bert visse la seconda guerra con variegata esperienza, attingendo quindi dal molteplice patrimonio di Jazz e Swing dell’epoca, dalla grande eredità di un mondo musicale che consacrerà poi (negli anni sessanta-settanta) con la veste nuova di un’impronta personale in cui il gusto, il cosmopolitismo e la versatilità si distinguono indelebilmente. La musica di Bert Kaempfert afferma un’originalità e una saldezza tecnica come pochissime altre del periodo. Lo stesso Bacharach, per quanto anch’egli grande compositore e arrangiatore, non ha manifestato una capacità creativa tanto ampia e multiforme. L’inventiva dell’autore amburghese si manifesta infatti nella stessa misura, sia nei tantissimi Lo stilista della musica (Per il trentennio della morte di Bert Kaempfert) pezzi di sua composizione, sia in tutti quelli da lui sapientemente orchestrati, musiche che acquisiscono una veste talmente appropriata e rinnovata, da potersi considerare quasi come sue totali creature. Restauratore di musica, quindi, anche di scarsa popolarità la quale, attraverso la sua impronta stilistica, acquistava una bellezza e un’importanza inusitate. Kaempfert è stato il creatore delle atmosfere, un poeta dell’orchestra che attraverso le sue strategie strumentali è riuscito a descrivere un mondo di distinte emozioni. Il suo vasto repertorio si estende dall’inizio degli anni sessanta alla fi ne dei settanta; durante un ventennio nel quale si distribuiscono le sue moltissime composizioni di genere diverso ma con un prevalente comune denominatore: quel gusto rifl esso in uno stile tra il romantico e il jazzistico, in cui il perfezionismo della sfumatura orienta l’indice di ascolto verso una sensibilità musicale non certo comune. Amare la musica di Kaempfert vuol dire infatti essere privilegiati nell’anima e nell’orecchio, privilegio tanto più se riferito ai suoi pezzi classici, a quei suoi tipici motivi solitamente eseguiti dai coristi a bocca chiusa, quindi dall’intervento sincopato degli ottoni. Tutto ciò premettendo, appunto, che la musica di Bert non risente delle appartenenze epocali, per il suo essere esempio di una classicità ed un gusto, tali da fare di questo autore un epigono dei grandi della leggera americana. Composizioni come “Lady”, “The world we know”, “Love”, “Moon over Naples”, “Remember When”, Strangers in the night”, “My way of life” ecc. confermano altresì questa vicinanza con i pezzi ruggenti dell’entourage postgerswiniano. D’altronde, nel primario orizzonte artistico di questo grande musicista, c’era la vocazione missionaria di rivalutare e proseguire, attraverso un ripristino magnifi camente personalizzato, quel caldo virtuosismo e quella delicata, soffusa intensità sentimentale che aveva caratterizzato il patrimonio musicale statunitense degli anni trenta-quaranta. Egli aveva certamente guardato l’America come una terra di conquista, un mondo ideale dove affermare il suo talento, che in fondo, derivava ideologicamente dal variegato scenario musicale e sociale di quel paese e di quell’epoca. E di certo, in America, il valore di quel giovane compositore e direttore tedesco fu certamente bene interpretato ed apprezzato. Da qui l’andirivieni dei suoi successi fra Germania e USA, quindi la collaborazione con le più importanti case discografi che internazionali (Polidor in particolare). Alcuni pezzi immortali di Bert, come “Love”, “Welcome to my hart”, “Love comes but once”, “My way of life”, “Strangers in the night”,”I can’t help remembering you”ecc. diventarono presto cavalli di battaglia di artisti del calibro di Dean Martin, Nat King Cole, Frank Sinatra, Pat Boone ed altri. E tuttavia il valore dell’opera di Kaempfert non è dato tanto dai suoi successi riconosciuti, ma da molti e molti altri motivi (meno noti o addirittura ignoti al gran pubblico) attraverso i quali esprime tutta la sua rilevante versatilità creativa. E’ doveroso quindi aggiungere il notevole contributo sia del suo diretto collaboratore Herbert Rehbein, sia del suo entourage orchestrale: un organico selezionato con alcuni elementi polifunzionali dotati di abilità ed eclettismo musicale. Di certo, infatti, l’eccezionale esigenza di malleabilità timbrica richiesta dal suo variegato indirizzo creativo, presuppone un’elevata professionalità ed un ottimo affi atamento da parte dei componenti dell’orchestra. Ben presto quindi, Bert e la sua leggendaria compagine strumentale, conquistano anche l’Europa: non si poteva certo restare indifferenti al suo ammaliante “A swingin’safari” (prototipo di un genere originale ed accattivante nel quale, ritmo, spensieratezza e allegoria timbrica, aderiscono fedelmente al riferimento africano) o verso i suoi fantastici “Wonderland” in cui trasferisce assortite melodie, compresa 25 una trasognante raccolta (Christmas in Wonderland) delle più note musiche natalizie. Un ulteriore cimento della sua inventiva è rappresentato da alcune colonne sonore cinematografi che, in cui esprime un estro e una brillantezza che assumono a tratti vere e proprie prerogative sinfoniche. Bert Kaempfert è stato un talento multiforme nel cui patrimonio produttivo c’è, ovviamente, ancora molto da conoscere e scoprire. Dico ovviamente perché tutti i veri valori, in musica e in altra arte, sono quasi sempre postumi. Come cultore della sua musica, quindi, ho, se non altro, potuto informarmi (attraverso una ricerca su internet fatta in questo trentennale della sua morte avvenuta prematuramente il 21 giugno 1980 a Maiorca) della sua rinnovata reputazione odierna, decisamente più aderente al suo effettivo merito artistico. Il merito di un uomo che attraverso la sua capacità, il suo gusto, il suo stile, ha fatto della musica un magnifi co espediente per far rivivere quelle rare emozioni e quei distinti sentimenti di un epoca ineguagliabile. Ora le sue eterne melodie resteranno altresì in quegli eletti ascoltatori e conoscitori che posseggono la sua preziosa discografi a (volendo si riesce a trovarla, anche se non certo in Italia) e il privilegio individuale per apprezzarla. Alcuni di essi (compreso il sottoscritto), sanno pure, purtroppo, che quel che resta di Bert, oltre alla sua musica immortale, è ciò che di lui fu romanticamente regalato, per propria volontà, all’acqua ricamata di quelle “Everglades” umide e sonnolenti. A quella vasta distesa di calme verdastre dove di tanto in tanto amava ritornare in vita e dove volle che fosse lasciato per sempre il resto delle sue premature spoglie. Rossano Di Palma
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