Canguri Nucleari - CartaigienicaWeb
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una birra non mi farà male.<br />
...<br />
le birre diventano sei.<br />
vedo il tagliagole della cazziamari s.r.l. al banco dei testimoni.<br />
- ha bevuto e fumato due settimane prima dell’incontro -<br />
al banco della giuria, nero, con il teschio e le due ossa incrociate sotto, sono seduti: caifa,<br />
robespierre, kevin kostner nei panni del procuratore jim garrison in jfk, savonarola e santi<br />
licheri. tutti mi guardano disgustati.<br />
mi sento triste.<br />
di malavoglia, ricomincio a correre, procedendo a rutti.<br />
un uomo, sui sessant’anni, con la barba di due settimane, beve vino in cartone.<br />
appena mi vede passare, attacca a gracchiare: - sei tu! brutto figlio di puttana. mi ricordo<br />
di te – mi comunica, puntandomi un dito accusatore.<br />
- e smettila di fumare quella merda –<br />
ma chi cazzo lo conosce?<br />
continuo a farmi i fatti miei, correndo e ruttando.<br />
- uèèèèèèèèè faccia di meeeeerdaaaa – sento una voce gracchiante urlare alle mie<br />
spalle.<br />
la conosco. cazzo se la conosco.<br />
- ciao lucio – vado correndo fino alla panchina, dove stanno lucio e fabio.<br />
- ciao rob –<br />
- ciao fabio –<br />
- cosa cazzo fai lì? siediti a bere qualcosa –<br />
- no, grazie lucio. tra due sabati combatto –<br />
- dai, un bicchiere di vino e riprendi – mi esorta fabio.<br />
rimango con loro fino alle due e mezza.<br />
appena apro la porta di casa mi arriva in faccia il processo di kafka.<br />
- sei stato da qualche zoccola – mi urla stefania.<br />
-...figlio di puttana –<br />
- ero ad allenarmi –<br />
- ah certo. hai fatto bicipiti con due bottiglie di vino. si sente dall’alito –<br />
- ho beccato lucio –<br />
- certo. come no –<br />
si china a farmi una pompa.<br />
non per gentilezza. per sentire se c’è quell’odore schifoso che lasciano i preservativi.<br />
alza la testa: - scommetto che te lo sei lavato –<br />
le acchiappo la testa e la spingo veso il mio uccello.<br />
più che altro per non sentirla.<br />
dopo un po’ suona il campanello.<br />
è simon, uno spacciatore del gambia, con un paio di facce da galera.<br />
- ciao bello. siamo un po’ lontani da casa mia. possiamo pesare qua? –<br />
- accomodatevi –<br />
si piazzano sul tavolo, col bilancino, a pesare coca.<br />
offrono qualche pista a stefania e me. uno dei due farabutti accende cinque sigarette<br />
glassate con la coca e le passa in giro.<br />
la transazione ha luogo abbastanza in fretta.<br />
me ne lasciano pure un po’, quando se ne vanno.<br />
suona il telefono.<br />
- pronto –<br />
- ciao rob. sono leo –<br />
cazzo, il gran capo della cazziamari, in persona.<br />
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