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Canguri Nucleari - CartaigienicaWeb

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- te lo direi se ci fosse qualcuno – taglia corto lorenzo, vestendosi in fretta.<br />

- quando ci rivediamo ? -<br />

- se ti chiamo stanotte sul tardi ti trovo ? -<br />

- tu provaci -<br />

mi metto il vestito pulito, l’unico che ho, quello di quando ho fatto il testimone a mio<br />

fratello.<br />

non carico una lavatrice da non so quanto tempo, è ora che mi decido a farlo.<br />

rovescio un bicchiere e finiscono per terra le cicche di camel e canna, la cenere, ci soffio<br />

dentro e lo riempio di vodka.<br />

noto che il bicchiere è un po’ sporco di rossetto, il che vuol dire che ci aveva bevuto la mia<br />

ex metà, figurarsi da quando non li lavo.<br />

fisso un’attimo il muro, san miguel de allende, o la bara, o una cella, o un cancro, o un<br />

aneurisma, o un asciugacapelli difettato che esplode e mi sfigura.<br />

sono antipatico, ho gli occhi troppo piccoli, mi brucia lo stomaco, a nessuno gliene fotte un<br />

cazzo, però, non ho tempo ora, devo andare da leo caracas.<br />

ci siamo, è l’occasione che mi mancava, stavolta, ha detto leo, che si tratta di un lavoro<br />

facile, però, pesteremo i calli a un sacco di gente, non è come per il truffatore.<br />

il lato buono è che non ci saranno indagini da parte le forze dell’ordine, la parte cattiva, è<br />

che le indagini le farà qualcuno di molto più pericoloso.<br />

questa volta, ci si sfracella se si scende.<br />

ma in fondo è quello che cerco; o mi sistemo, o rimedio una supposta calibro 6.<br />

buio - luce, bianco – nero, amore – odio.<br />

mi son sempre piaciute le estremità.<br />

spero che nessuno si caghi sotto e lasci perdere, comunque, mi arrabbierei un sacco se<br />

qualcuno facesse saltare il lavoro.<br />

stavolta, le modalità sono diverse, non abbiamo mai fatto un lavoro del genere.<br />

meglio, stava diventando routine.<br />

scusa papà, non sono riuscito a diventare maresciallo, non riuscivo più a sopportare<br />

l’autorità imposta, di ragazzini appena usciti dall’accademia, che volevano farmi schizzare<br />

come una rana.<br />

non ce la facevo a vedere lo schifo dei favoritismi e dei leccaculo.<br />

ho svolto sempre il mio dovere, fino all’ultimo minuto dal congedo, però, non ce l’avrei fatta<br />

un altro giorno.<br />

poi, la fabbrica: quaranta ore la settimana a molare celle frigo, che venivano montate sui<br />

camion.<br />

otto ore al giorno, respirando plastica polverizzata ed esalazioni di acetone, usato a fiumi<br />

per lavare le suddette celle.<br />

avevo sempre una sigaretta in bocca, nonostante il severo divieto di fumare, per coprire in<br />

parte quella puzza disgustosa.<br />

nonostante mi facessi docce di un ora, non riuscivo a levarmi quell’odore dai capelli.<br />

pure l’alito puzzava di quella roba.<br />

- topo, hai sentito leo e andre, stavolta, dobbiamo alzare il culo e trasportarlo via per un<br />

po’, si fa quel tour dell’europa ?-<br />

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