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Canguri Nucleari - CartaigienicaWeb

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io mi diverto pure nelle sale d’attesa delle stazioni o in coda alla posta. basta avere<br />

qualcosa da leggere oppure quaderno e biro.<br />

mi ci vedo, l’unico superstite, di sotto i dirigenti esasperati che non riescono a farmi<br />

scendere.<br />

la palazzina attorniata da uomini in tuta bianca, con maschere antigas, che misurano la<br />

radioattività e prendono campioni di terreno.<br />

mia madre che fa appelli dalla televisione.<br />

- giuse’, aiò che ti ho fatto il pane frattau, scendi, ti prego –<br />

rinuncio a tornare a letto.<br />

non riesco a dormire.<br />

franky quattrodita, il criceto sì.<br />

do un colpo alla gabbia.<br />

mal comune...<br />

scendo a fare il caffè. solo per me, il criceto non ne beve, credo...<br />

- ...ooooh so long maaaariaaaaanne... – canta leonard cohen dalle casse del computer.<br />

zapping (aridagli con st’inglese).<br />

televendita di una levigatrice, un tizio con l’aria da lobotomizzato ha in mano un’accetta.<br />

fossi io il regista, li avrei fatti combattere come gladiatori.<br />

uno con l’accetta e l’altro con la levigatrice.<br />

uau, ha anche i suoi dischi in carta vetrata, mica cotiche e fagioli...<br />

fanculo. li lascio a levigare.<br />

vuaccaesse.<br />

ambarabàcicìcocò....<br />

vada per pulp fiction.<br />

ma sì, facciamo una canna. c’è un sacchetto con ogni ben di dio davanti a me, e vado<br />

avanti a canne. ci sono milioni di drogati che darebbero trenta grammi di cervello per<br />

avere sto sacchetto, io invece lo tengo lì a fare le ragnatele da agosto.<br />

cristo, dalle cinque che sono sveglio.<br />

cinque ore di sonno.<br />

sempre meno.<br />

pensare che quando dormivo dodici ore, imbottito come un sufflè di barbiturici, serviti chez<br />

le ser.t., mi lamentavo.<br />

ora passo tutta la giornata a sbadigliare e stiracchiarmi.<br />

vedo totò affacciarsi dalla finestra del ser.t. di alessandria, annuncia ad un’orda di tossici<br />

sporchi e laceri: - arrangiatevi! -.<br />

- ...era in uno di quelli che non è diventato niente...- racconta samuel lee jackson a john<br />

travolta.<br />

ho voglia di un uovo sodo, però non voglio scollare il culo da sta sedia.<br />

immagine apocalittica.<br />

tutt’attorno devastato.<br />

solo una piccola porzione di muro della mia stanza ancora in piedi.<br />

puzza di morte, putrefazione, bruciato.<br />

allarmi antierei.<br />

cingolati che procedono sulla strada.<br />

io sempre su sta sedia, con pulp fiction che va avanti nel televisore, alimentato dalla mia<br />

testardaggine.<br />

diario del capitano, data astrale duemilaquattro, mio padre si fa il caffè di sotto, franky<br />

quattrodita se la dorme avvolto nel cotone, i klingon si stiracchiano nel letto, john travolta<br />

apre una valigetta.<br />

chi ricorda quello che ha inventato il cilindro di cartone all’interno dei rotoli di carta<br />

igenica?<br />

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