Canguri Nucleari - CartaigienicaWeb
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che balle di paglia<br />
stump-e-stump-e- stump-e-stump-e- stump-e-stump-e- stump-e-stump-e- stump-e-stumpe....<br />
fa il trattore.<br />
clang-pupunciac-clang-pupumciac.... fa il marchingegno per trasportare le balle di paglia<br />
dal suolo al rimorchio (mai capito come si chiama).<br />
non posso accendere il uolcmen, tanto non lo sentirei, mi tocca ascoltare questa singolare<br />
rappresentazione di una poesia futurista.<br />
non posso far conversazione con mio padre, che sta sul rimorchio a sistemare le balle<br />
(quelle di paglia. le sue le sistema mia madre, presumo), dato il rumore dovremmo gridare<br />
come due muezzin sui rispettivi minareti.<br />
l’unica cosa che rimane da fare è fantasticare.<br />
mentre il sole mi fa bollire l’acqua in testa, la mia mente di sedicenne vaga fra tette, culi,<br />
cosce e lunghi capelli.<br />
l’erotismo è un ottimo (non)pensare.<br />
i miei amici ora saranno al fiume, bevendo vino freddo e pescando pescigatto.<br />
dopo, a rimorchiare ragazze, seduti al tavolino del bar.<br />
io, invece, qua fra polvere, mosche, caldo e mio padre che bestemmia dietro:puttaSTUMP-E-STUMP-CLANG-PUPUNCIACeva,<br />
attenSTUMP-CLANG-PUPUNCIACa<br />
quei cazSTUMP-CLANG-PUPUNCIACi sassi –<br />
come cazzo posso stare attento ai sassi?<br />
se ne evito uno, ce n’è un altro a fianco, oppure un solco.<br />
come cazzo può pretendere di non sballonzolare?<br />
è su un rimorchio attaccato a un trattore che procede in un ex campo di grano, mica su<br />
una nave da crociera ormeggiata nel mar rosso.<br />
accendo uno spinello.<br />
tanto la distanza, a mio padre, lo farà sembrare una sigaretta.<br />
finito quest’inferno, me ne aspetta uno peggio: scaricare la paglia appena caricata.<br />
andiamo al capannone, scazzato come un condannato a morte, mi arrampico sul<br />
parallelepipedo di paglia, con mio padre che mi esorta: - puttana eva, datti una mossa –<br />
con la velocità di rita levi montalcini che gioca a football americano, comincio a lanciare le<br />
balle di paglia a mio padre, che le sistema in file degne di un architetto di grido: - puttana<br />
eva, muoviti con sta paglia –<br />
vedo alberto sordi che passa sulla stradina sterrata di fronte;- lavoratoriiiii, tiè – e ci fa il<br />
gesto dell’ombrello.<br />
quanto vorrei essere a quel cazzo di fiume, con la canna (da pesca) in una mano e la<br />
canna (...) nell’altra.<br />
invece no.<br />
qua con sto nevrotico a lanciare balle di paglia, tra zanzare (sì, qua rompono i coglioni<br />
pure di giorno), polvere, sole, pezzetti di paglia che mi pungono ogni centimetro di pelle.<br />
la polvere, mischiata col sudore, mi fa sembrare martin sheen, alla fine di apocalypse now,<br />
quando esce dalla melma per far fuori kurtz.<br />
ho sedici anni, minuto, ossa piccole, mi ammazzo di seghe e guarda cosa tocca fare.<br />
affanculo.<br />
- dove vai? puttana eva – urla mio padre, mentre accendo il trattore.<br />
due ore dopo.<br />
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