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Vite parallele - Mario Moncada di Monforte

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2. La giovinezza <strong>di</strong> Giuseppe Mazzini<br />

Giuseppe Mazzini è nato a Genova nel 1805. La cultura liberale del<br />

padre e il giansenismo della madre ne formano fin dall’infanzia un<br />

temperamento rigoroso con spiccati interessi letterari e con un’imme<strong>di</strong>ata<br />

attenzione alle problematiche sociali e politiche.<br />

A questa formazione collaborano due severi abati giansenisti che ne<br />

guidano le aspirazioni al culto della libertà e al rispetto dei valori democratici<br />

<strong>di</strong> uguaglianza che presto saprà esprimere all’Università<br />

conquistando un certo ascendente sui suoi con<strong>di</strong>scepoli. Partecipando<br />

con ingenuo entusiasmo giovanile alle manifestazioni del 1821, rimane<br />

impressionato dall’incontro con un gruppo <strong>di</strong> esuli che s’imbarcavano<br />

per la Spagna. Scrisse nelle Note biografiche: “Quel giorno fu il<br />

primo in cui s’affacciasse confusamente nell’anima mia, non <strong>di</strong>rò un<br />

pensiero <strong>di</strong> Patria e <strong>di</strong> libertà, ma un pensiero che si poteva e quin<strong>di</strong><br />

si doveva lottare per la libertà della Patria”.<br />

Ma Mazzini non era colpito solo da quanto gli accadeva attorno. La<br />

sua curiosità letteraria lo faceva partecipare a quell’atmosfera romantica<br />

per la quale la vita non ha quel senso ottimista e positivo dell’illuminismo<br />

ma è lotta fra dovere e potere e tende al recupero <strong>di</strong> un originario<br />

or<strong>di</strong>ne armonico. Per questa visione della vita, compito dell’in<strong>di</strong>viduo<br />

è cogliere nel reale i segni del <strong>di</strong>venire cosmico nel quale la libertà<br />

dell’in<strong>di</strong>viduo è legata alla sua volontà <strong>di</strong> realizzare ideali che<br />

non possono essere circoscritti dalla razionalità meccanicista dell’illuminismo.<br />

La <strong>di</strong>versità nazionale delle culture, il mondo delle sensibilità,<br />

il fascino dell’inesprimibile, il gusto del sublime, il senso <strong>di</strong> quanto<br />

c’è <strong>di</strong> <strong>di</strong>vino nell’uomo, sono motivi che alimentano la formazione<br />

del giovane Mazzini e lo proiettano in una personale <strong>di</strong>mensione spirituale<br />

che lo accompagnerà lungo i quarant’anni del suo impegno politico.<br />

Conclusi gli stu<strong>di</strong> giuri<strong>di</strong>ci nel 1827, a ventidue anni si affiliò alla<br />

Carboneria e cominciò a collaborare come pubblicista scrivendo <strong>di</strong> critica<br />

letteraria nell’In<strong>di</strong>catore genovese, poi nell’In<strong>di</strong>catore livornese <strong>di</strong><br />

Guerrazzi e nell’Antologia <strong>di</strong> Vieusseux. La sua formazione culturale<br />

gli faceva concepire la rivoluzione non come riven<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti<br />

in<strong>di</strong>viduali ma come dovere religioso al quale rispondere in favore del<br />

popolo. Nel 1830, cominciò a viaggiare per l’Italia per trovare nuovi<br />

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