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Volume IV - Grand Tour — Grand Tour

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Della stessa un S. Sebastiano legato colle mani sopra la testa, invenzione del Francia, colla solita<br />

marca.<br />

Il S. Rocco compagno, cavato similmente da un disegno del Francia.<br />

E similmente della stessa misura e dello stesso Francia nell’invenzione, un S. Giovanni Batista a<br />

sedere presso molti alberi, che guardando gli spettatori alza il dito della sinistra e intagliato con<br />

molte altre delle sopraddette, prima di partir di Bologna.<br />

Qui termina il catalogo delle stampe di Marcantonio registrate dal Malvasia, il quale prima di<br />

passare a notare quelle del Bonasone inveisce, al suo solito, contro il Vasari, perché non può<br />

soffrire, che Marcantonio andando a Roma si desse tutto al disegno e vi facesse il suo noviziato.<br />

Questa parola gli scotta e ne mostra il suo grave rammarico dicendo che aveva imparato<br />

abbastanza in Bologna il disegno sotto il suo maestro Francia, provando questo suo sentimento<br />

dal gradimento che mostrò Raffaello dell’intaglio della Lucrezia romana, dando a Marcantonio<br />

mille lodi e facendo da esso intagliare molte sue opere. Ma il Vasari loda infinitamente questo<br />

degnissimo artefice, né mai ha scritto che non sapesse disegnare. E se egli si diede tutto al<br />

disegno e fece ad un altro noviziato sotto a Raffaello, non pare che il Vasari dica poi una tale<br />

bestialità che meritasse tanti rimproveri dal Malvasia. Si scopre troppo bene il fine che ha avuto<br />

di scriver questo, che non è altro che una smoderata passione.<br />

Segue adesso il catalogo delle stampe dello stesso Marcantonio registrate dal Vasari, secondo che<br />

vien riportato dal Malvasia, parte II, a 64.<br />

La Passione e vita del Nostro Signore Giesù Cristo in 36 carte, in legno copiate da Alberto Duro,<br />

collo stesso segno che faceva Alberto cioè A. E.<br />

Una Lucrezia romana, che si uccide che tanto piacque a Raffaello, che fu cagione che si servisse<br />

del suo intaglio in altre sue cose proprie.<br />

Il Giudizio di Paride.<br />

La Strage degli innocenti.<br />

Il Nettunno.<br />

Il Ratto di Elena.<br />

La S. Felicita.<br />

Una Venere che Amore l’abbraccia.<br />

Dio padre che benedice il seme ad Abramo.<br />

Tutti i tondi che Raffaello aveva fatto nelle camere del palazzo del papa, dove fa la cognizione<br />

delle cose, Calliope col suono in mano. La Provvidenza e la Giustizia.<br />

[p. 1788.7 – <strong>IV</strong> – C_007R] Il monte Parnaso.<br />

Enea che porta in collo Anchise mentre che arde Troia.<br />

La Galatea di Raffaello.<br />

Un Apollo con un suono in mano.<br />

Una Pace alla quale Amore porge un ramo di ulivo.<br />

Le tre virtù teologiche e<br />

Le quattro morali.<br />

Della medesima grandezza Giesù Cristo coi dodici apostoli.<br />

La Nostra Donna in mezzo foglio, quella stessa che Raffaello aveva dipinto in Araceli.<br />

La tavola che Raffaello mandò a Napoli, per la chiesa di San Domenico colla Beata Vergine, S.<br />

Girolamo e l’angelo Raffaello con Tobbia.<br />

Una carta piccola colla Beata Vergine che sedendo sopra una seggiola, abbraccia Cristo<br />

fanciulletto mezzo vestito.<br />

Vi sono molte altre Madonne intagliate dai quadri che Raffaello aveva dipinte a diversi.<br />

S. Giovanni Batista, giovanetto, a sedere nel deserto.<br />

La tavola di S. Cecilia in San Giovanni in monte di Bologna.<br />

La predicazione di S. Paolo per gli arazzi del papa.<br />

La lapidazione di S. Stefano, per gli arazzi del papa.<br />

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