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Volume IV - Grand Tour — Grand Tour

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Borboni fu fratello di Domenico, dipinse molto in compagnia di quello in Lione e in Avignone,<br />

come scrive monsù Filibien, libro <strong>IV</strong>, 142.<br />

[p. 1811 – <strong>IV</strong> – C_029R] Matteo Bril ovvero Brilli, di Anversa, fratello di Paolo, ambidue famosi<br />

paesisti che nell’invenzione, nel componimento, nella prospettiva, nelle degradazioni, nelle<br />

lontananze, nelle introduzioni dei fiumi, di anticaglie, di ruine, dirupi, strade, boscherecce, ponti,<br />

figure e animali, portarono in Italia un bel modo di dipignere paesi, i quali ridussero poi a miglior<br />

forma co’i fondamenti tizianeschi e caracceschi. Matteo dunque, fratello maggiore, s’introdusse<br />

nelle gallerie e nelle Logge Vaticane al servizio di papa Gregorio XIII, ma durò poco la sua<br />

fortuna perché la morte fermò il corso ai suoi pennelli nel 1584 a vigesimo quarto di sua età.<br />

Baldinucci, parte II, secolo <strong>IV</strong>, a 186. Sandrart, parte II, libro III, capitolo XV, a 277. Di questo<br />

pittore sono opere nella chiesa di San Silvestro a Monte Cavallo; vedi Gaspero Celio, a 89.<br />

Monsù de Piles nel Compendio delle vite dei pittori, edizione II, libro VI, a 377. Filibien, libro III, a<br />

240.<br />

Matteo Civitali, scultore lucchese, detto dal Vasari Matteo Lucchese. Si può dire che fusse un<br />

miracolo dell’arte, se avendo sino all’età di 40 anni esercitata la professione di barbiere, cambiate<br />

le lancette e i rasoi in scarpelli e mazzuoli, nella scuola di Giacomo della Quercia, scultore senese,<br />

tanto si avanzò che rese loquaci i marmi a parlare della sua perfezione. Ridusse a bel finimento e<br />

tenerezza l’Adamo ed Eva, i Santi Zaccaria, Elisabetta e altri due profeti che adornano la<br />

cappella di San Giovanni nella cattedrale di Genova. In Lucca le statue all’altare di S. Regolo, il<br />

tempietto ottangolare di marmo per riporvi il santissimo crocifisso lavorato per mano del buon<br />

Niccodemo. Il S. Sebastiano e le figure interiori e esteriori. In San Michele sono gloriose<br />

memorie di questo celebre virtuoso che superò ogn’altro scultore dei suoi tempi e può dirsi che<br />

pareggiasse il Buonarroti (grande e ardita o per dir meglio, temeraria proposizione), benché<br />

fiorisse nel 1444. Soprani, a 265. Baldinucci, decennale <strong>IV</strong>, della parte I, del secolo III, a 99,<br />

verso il mezzo. Il Vasari nella parte II, a 252, nel fine della Vita di Jacopo della Quercia, fa<br />

menzione di questo Matteo Civitali, ma non dice già che pareggiasse il Buonarroti. Sono<br />

parimente sue bellissime sculture in Lucca nella chiesa dei padri Serviti.<br />

Matteo ovvero Mattis Cock, che è lo stesso, conforme scrive il Vasari, fratello di Girolamo di<br />

Anversa, ambidue [p. 1812 – <strong>IV</strong> – C_029V] paesisti. Il primo introdusse colà qualche<br />

miglioramento di far paesi riportato dall’Italia, ma però con finimento e leccatura fiamminga. Il<br />

secondo, abbandonando la pittura e l’intaglio, si diede alla mercatura dei quadri, dai quali ritrasse<br />

ricchi guadagni. Fiorirono nel 1555. Baldinucci, parte II, secolo <strong>IV</strong>, a 72. Vasari, parte III, a 858,<br />

nelle Vite di diversi. Lomazzo, libro VI, a 475. Pinarolo, tomo I, a 280. Mattias Cock morì l’anno<br />

1565. Filibien, libro II, a 290.<br />

Matteo da Leccio cercò d’imitare il Salviati e il Buonarroti. Dipinse nella cappella di papa Sisto<br />

<strong>IV</strong> in Vaticano la storia di S. Antonio in mezzo ai demoni in diverse attitudini, che è opera<br />

terribile. Nel pontificato di Gregorio XIII dipinse in Roma nell’Oratorio del Gonfalone con<br />

maniera gagliarda, che mostra un grandissimo rilievo. Dipinse parimente in Santo Eligio, chiesa<br />

degli orefici, all’altar maggiore e nella rotonda. Vago di girare il mondo, vide le Spagne, l’Olanda<br />

e Malta; finalmente viaggiò per l’Indie e là acquistò molte ricchezze, ma, troppo avido di<br />

riportare tesori alla patria, tanto si affaticò che ivi morì. Baglioni, a 31. Monsignor Giulio<br />

Mancini, nel suo Trattato di pittura manoscritto. Gaspero Celio, a 102. Odoardo Wright nei suoi<br />

Viaggi, volume I, a 261, fa menzione di questo artefice e delle sue opere che sono nel palazzo<br />

Vaticano.<br />

Matteo del Nassaro, veronese, sonatore e musico di buon grido, imparò a intagliare pietre<br />

preziose da Niccolò Avanzi e da Galeazzo Mondella. In un pezzo di diaspro verde macchiato di<br />

rosso o sia elitropia, intagliò Cristo deposto di croce con tanta diligenza che fece riescire le<br />

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