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Volume IV - Grand Tour — Grand Tour

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Marco Richiedio, pittore di Brescia. Nella chiesa di San Tommaso il bel quadro di detto Santo<br />

che tocca il [p. 1793 – <strong>IV</strong> – C_012R] costato al Redentore, è opera bella di dolce maniera e bene<br />

accordata che lo fa conoscere per valentuomo. Cozzando, a 123.<br />

Marco Sammacchi veneziano, bravo pittore di paesi e di minute figure, fiorì nel secolo passato,<br />

cioè nel 1600. Malvasia, parte <strong>IV</strong>, a 337, nella Vita di Domenico Zampieri.<br />

Marco Tullio Montagna, romano, praticò con vari pittori, aiutando loro in opere diverse, come<br />

specialmente nei sotterranei di San Pietro di Roma. Sicché anch’egli perito divenne, come vedesi<br />

nei suoi dipinti in Roma. Da Federigo Zuccheri fu condotto in Savoia, acciocché gli fusse in<br />

aiuto nei dipinti di quella nobilissima galleria. Fu intendente di belle lettere, nei teatri rappresentò<br />

egregiamente ogni personaggio, ma la morte repentina lo levò alla gloria e alle speranze di vedere<br />

nuovi progressi. Baglioni, a 92. Pinarolo, tomo I, a 270.<br />

Marco Vecellio, detto di Tiziano, di cui fu nipote e scolare, accompagnò il diletto maestro alla<br />

corte di Germania, onde ebbe comodo di studiare ed apprendere la buona maniera di colorire.<br />

Nella Sala del Consiglio de’ Dieci, la lunga tela della Pace d’Italia; il soffitto della Sala dei Pregadi;<br />

la volta dei padri di San Giovanni e Paolo, sono prove erudite del suo pennello, con molte altre<br />

in diverse chiese. Spirò l’anima di anni 66, nel 1611, e fu sepolto in Santa Martina. Lasciò un<br />

figliuolo per nome Tiziano, chiamato Tizianello, a distinzione del Seniore. Questi seguì la buona<br />

maniera dei pittori veneti e fece ritratti somigliantissimi. Ridolfi, parte II, a142. Baldinucci,<br />

decennale I, della parte III, del secolo <strong>IV</strong>, a 210. Rinnovazione del Boschini, del 1733, a 30.<br />

Filibien, libro III, a 130. Nel libro intitolato Il forestiero illuminato ecc., impresso in Venezia nel<br />

1740, trovansi registrate le pitture di questo artefice, che sono nelle appresso chiese di Venezia.<br />

In Sant’Antonio di Castello, a 88. In San Domenico, a 90. In Santa Giustina, a 130. In San<br />

Giosafatte, Scuola dei Fruttaiuoli, a 152. Nella Scuola di Sant’Alvise, a 171. In San Giacomo di<br />

Rialto, a 197. Nel palazzo contiguo al ponte di Rialto, a 197. In San Giovanni di Rialto, a 198<br />

dove è la cupola dipinta a fresco dal medesimo. In San Niccoletto dei Frari, a 213. E in San<br />

Basilio detto San Basejo, a 242.<br />

Marco Uggioni, milanese, piacevole pittore, fu scolare di Leonardo da Vinci, dipinse in Roma in<br />

Santa Maria della Pace le Nozze di Cana Galilea e fiorì nel 1500. Vasari, parte III, libro I, a 12,<br />

nel fine della Vita di Leonardo da Vinci, a 568, nella Vita di Benvenuto Garofalo. Il Lomazzo lo<br />

chiama Ugloni, libro VI, a 339, come pure lo chiama Uglone il Torre, a 16, 62, 123, 302, 304, 336<br />

e 373.<br />

[p. 1794 – <strong>IV</strong> – C_012V] Marco Willemps pittore di Malines, scolare di Michele Cocxie, dipinse<br />

così bene che le sue pitture parvero di rilievo. Disegnò molti cartoni per tappezzerie, per arazzi,<br />

fu liberale con chi gli domandava disegni, per suo studio o per dipingerli. Morì nel 1561.<br />

Baldinucci, parte II, secolo <strong>IV</strong>, a 68.<br />

Marco Zoppo, bolognese concorrente di Andrea Mantegna, furono ambidue scolari di Jacopo<br />

Squarcione, insieme con Dario da Trevisi e Niccolò Pizzolo. Fu coetaneo e concorrente di Pietro<br />

Perugino. Dipinse in Padova, in Venezia, in Pesaro e nella sua patria. Finì le sacre imagini con<br />

tutta perfezione, a fresco, poi dipinse belli e bizzarri ornati, riccamente condotti. Aprì in Bologna<br />

fioritissima scuola e ne escirono franchi maestri il Francia e Lippo Dalmasio. Visse circa agli anni<br />

1498. Vasari, parte II, a 488 e 491, nella Vita di Andrea Mantegna. Masini, a 633. Malvasia, parte<br />

I, a 34. Ridolfi, parte I, a 68. Giampiero Zannotti nella sua Istoria dell’Accademia Clementina, libro I,<br />

a 19, capitolo <strong>IV</strong> e libro <strong>IV</strong>, 367.<br />

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