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Vol 6 - N° 2 - AIDA

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Le manifestazioni cliniche compaiono durante la fa e di amplificazione dovuta<br />

all'azione interdipendente di più fattori che agiscono prevalentemente sui fenomeni<br />

infiammatori (vasodilatazione, permeabilità vasale ed amplificazione del<br />

riflesso assonico). Infatti le bradichinine, il complemento, i leucotrieni e le<br />

prostaglandine agiscono sia favorendo la degranulazione ulteriore delle cellule<br />

mastocitarie situate alla periferia della lesione (quelle della porzione centrale sono<br />

già degranulate), sia attraverso fenomeno chemiotattici nei confronti dei<br />

polimorfunucleati, i quali liberano proteasi che interagendo con i fosfolipidi di<br />

membrana producono acido arachidonico a ua volta metabolizzato in leucotrieni<br />

e prostaglandine.<br />

L'ultima fase, di stabilizzazione, si realizza per contenere la cospicua quantità di<br />

sostanze estremamente attive liberate nella fase di amplificazione, determinando<br />

una sorta di auto-estinzione dei fenomeni infiammatori (41) (42).<br />

Le caratteristiche risoluzioni centrali delle manifestazioni cliniche delle patologie<br />

anulari possono essere correlate ad un fenomeno di esaurimento dei mediatori<br />

dell' infiammazione, all'induzione di una reazione immune (43) (44), oppure ad<br />

una sorta di anergia specifica per l'agente responsabile della lesione cutanea (45).<br />

Pertanto l' anularità potrebbe essere legata ad una risposta indotta localmente contro<br />

antigeni cutanei che porterebbe alla formazione di un territorio immunocompetente<br />

in grado di proteggere da recidive per la durata dell'immunizzazione. Questa ipotesi<br />

rende ragione dell' impossibilità, da parte del bordo attivo di un elemento<br />

anulare, di incrociare ed invadere il territorio immunologicamente refrattario di<br />

un' altra lesione.<br />

L'ipotesi anergica è convalidata dalla temporanea riduzione, sperimentalmente<br />

dimostrata, delle cellule di Langerhans e delle cellule che esprimono gli antigeni<br />

di istocompatibilità, all'interno degli anelli eritematosi.<br />

Comunque il meccanismo dell'anularità è ancora, in parte, sconosciuto e le ipotesi<br />

proposte sono da considerare come lo stato dell'arte (40).<br />

CONCLUSIONI<br />

Sappiamo che la diagnosi differenziale delle dermatosi anulari è spesso difficile<br />

ebbene ci si possa avvalere di esami bioumorali, istologici ed immunoistochirnici.<br />

Le cose si complicano con gli eritemi anulari, in particolare con quelli ad eziologia<br />

sconosciuta. Dalla prima descrizione dell' eritema girato persistente di Fox è passato<br />

più di un secolo, ma ancora oggi permangono numerosi dubbi nosologici,<br />

patogenetici e clinici in questo capitolo.<br />

Concordiamo con Thivolet e con molti altri Autori che dopo di lui compresero<br />

sotto la stessa definizione di Eritema Anulare Centrifugo anche l'EGP e<br />

l'EFP come varianti della stessa patologia ed in questo siamo confortati dall'aspetto<br />

istologico comune degli eritemi "girati" (2) (3) (28) (30).<br />

Altri autori separano gli eritemi girati dell'infanzia dall'EAC (39) basandosi sul<br />

fatto che si tratta di pazienti che non mostrano patologie associate e sull' eosinofilia<br />

dei reperti istologici, ma Guillet ci illustra il caso di un EAC infantile "profondo"<br />

e prurigino o che, seguito per 15 anni, non ha mostrato patologie associate.<br />

Sembra pertanto lecito affermare che siano stati descritti più eritemi anulari<br />

di quanti non ne esistono nella realtà ed è forse auspicabile una semplificazione<br />

nosologica.<br />

19<br />

I<br />

o_AGGIORNAMENTI<br />

oz..CASI CLINICI

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