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Le manifestazioni cliniche compaiono durante la fa e di amplificazione dovuta<br />
all'azione interdipendente di più fattori che agiscono prevalentemente sui fenomeni<br />
infiammatori (vasodilatazione, permeabilità vasale ed amplificazione del<br />
riflesso assonico). Infatti le bradichinine, il complemento, i leucotrieni e le<br />
prostaglandine agiscono sia favorendo la degranulazione ulteriore delle cellule<br />
mastocitarie situate alla periferia della lesione (quelle della porzione centrale sono<br />
già degranulate), sia attraverso fenomeno chemiotattici nei confronti dei<br />
polimorfunucleati, i quali liberano proteasi che interagendo con i fosfolipidi di<br />
membrana producono acido arachidonico a ua volta metabolizzato in leucotrieni<br />
e prostaglandine.<br />
L'ultima fase, di stabilizzazione, si realizza per contenere la cospicua quantità di<br />
sostanze estremamente attive liberate nella fase di amplificazione, determinando<br />
una sorta di auto-estinzione dei fenomeni infiammatori (41) (42).<br />
Le caratteristiche risoluzioni centrali delle manifestazioni cliniche delle patologie<br />
anulari possono essere correlate ad un fenomeno di esaurimento dei mediatori<br />
dell' infiammazione, all'induzione di una reazione immune (43) (44), oppure ad<br />
una sorta di anergia specifica per l'agente responsabile della lesione cutanea (45).<br />
Pertanto l' anularità potrebbe essere legata ad una risposta indotta localmente contro<br />
antigeni cutanei che porterebbe alla formazione di un territorio immunocompetente<br />
in grado di proteggere da recidive per la durata dell'immunizzazione. Questa ipotesi<br />
rende ragione dell' impossibilità, da parte del bordo attivo di un elemento<br />
anulare, di incrociare ed invadere il territorio immunologicamente refrattario di<br />
un' altra lesione.<br />
L'ipotesi anergica è convalidata dalla temporanea riduzione, sperimentalmente<br />
dimostrata, delle cellule di Langerhans e delle cellule che esprimono gli antigeni<br />
di istocompatibilità, all'interno degli anelli eritematosi.<br />
Comunque il meccanismo dell'anularità è ancora, in parte, sconosciuto e le ipotesi<br />
proposte sono da considerare come lo stato dell'arte (40).<br />
CONCLUSIONI<br />
Sappiamo che la diagnosi differenziale delle dermatosi anulari è spesso difficile<br />
ebbene ci si possa avvalere di esami bioumorali, istologici ed immunoistochirnici.<br />
Le cose si complicano con gli eritemi anulari, in particolare con quelli ad eziologia<br />
sconosciuta. Dalla prima descrizione dell' eritema girato persistente di Fox è passato<br />
più di un secolo, ma ancora oggi permangono numerosi dubbi nosologici,<br />
patogenetici e clinici in questo capitolo.<br />
Concordiamo con Thivolet e con molti altri Autori che dopo di lui compresero<br />
sotto la stessa definizione di Eritema Anulare Centrifugo anche l'EGP e<br />
l'EFP come varianti della stessa patologia ed in questo siamo confortati dall'aspetto<br />
istologico comune degli eritemi "girati" (2) (3) (28) (30).<br />
Altri autori separano gli eritemi girati dell'infanzia dall'EAC (39) basandosi sul<br />
fatto che si tratta di pazienti che non mostrano patologie associate e sull' eosinofilia<br />
dei reperti istologici, ma Guillet ci illustra il caso di un EAC infantile "profondo"<br />
e prurigino o che, seguito per 15 anni, non ha mostrato patologie associate.<br />
Sembra pertanto lecito affermare che siano stati descritti più eritemi anulari<br />
di quanti non ne esistono nella realtà ed è forse auspicabile una semplificazione<br />
nosologica.<br />
19<br />
I<br />
o_AGGIORNAMENTI<br />
oz..CASI CLINICI